IL SONDAGGIO DI ANTONIO NOTO. Ecco le percentuali, partito per partito, nel collegio di CASERTA-BENEVENTO. Chi conquisterà il seggio e chi no

21 Agosto 2022 - 17:47

Più che di un sondaggio nel significato stretto del termine, di una stima che incuba, che comprende anche tutti i sondaggi più recenti, oltre agli ”storici” elettorali. Domani, lunedì, vi faremo qualche calcoletto noi, per i seggi del senato,  usando le stesse percentuali, con l’allargamento del voto per palazzo Madama anche ai 18enni, differiranno di pochissimo da queste relative a Montecitorio

CASERTA(g.g.) Antonio Noto è uno dei più capaci ed esperti sondaggisti italiani. Ed è uno che, come si suol dire, ci mette la faccia. Crede nel metodo scientifico, ma crede anche che questo debba essere sempre collegato ad una lettura dei dati contestualizzandoli ad un’applicazione della logica che a sua volta pure materia scientifica è.

Antonio Noto, dunque è un coraggioso. Ma sappiamo, seguendolo da almeno 20 anni, che quando lui esce con un sondaggio o con una stima, difficilmente il risultato dell’urna si discosterà più di tanto da quello estratto dalla combinazione e dall’armonizzazione dei dati raccolti.

Questo lavoro compiuto dalla Noto sondaggi in tutti i collegi plurinominali italiani della Camera e del senato, precisamente nei 49 collegi plurinominali della Camera e nei 26 del Senato, mette insieme numeri venuti fuori da sondaggi, svolti su scala nazionale, ma anche su scala regionale. E’ evidente che la spalmatura di questi numeri in cluster territoriali differenti, nei sotto insiemi rappresentati dai collegi plurinominali, rappresenta operazione delicata. Ma Noto non ha considerato solamente i sondaggi più recenti, ma ha associato a questi risultati elettorali realmente verificatisi nelle elezioni passate dove per passate si intendono quelle con una caratterizzazione più politica che locale, cioè le europee, le regionali fino ad arrivare alle scorse elezioni per il Parlamento.

E’ chiaro che un’analisi di questo genere reca in sé qualche scompenso, soprattutto quando si parla di un partito, qual è Fratelli d’Italia, o di un nuovo soggetto elettorale, come quello venuto fuori dall’accordo tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, che da un lato, per quanto riguarda il primo, viene accreditato dai sondaggi di un consenso molto alto, legato soprattutto alla leadership della Meloni che si esprimerebbe con numeri senza precedenti e comunque distanti dai dati storici a cui Noto ha potuto attingere.

Insomma, occorre l’esperienza di chi di sondaggi ne ha fatti a migliaia e di chi, come Antonio Noto, di errori madornali di previsione non ne ha mai commessi.

Fatta la premessa possiamo estrapolare dal lavoro di Antonio Noto i risultati che riguardano il territorio di cui ci occupiamo cioè quello della provincia di Caserta, riservandoci poi, semmai già da domani, di allargare un poco il discorso anche perché i calcoli che porteranno alla elezione di una quota stabilita per legge di Deputati e di Senatori, rispettivamente nel collegio plurinominale della Camera di Caserta e Benevento e n quello ugualmente plurinominale del senato, ambedue con ripartizione proporzionale, dipenderanno, per quanto concerne Montecitorio da calcoli, dalla determinazione di quozienti che partiranno da un aggregato nazionale, cioè dal risultato complessivamente raccolto da ogni partito, nei 49 collegi plurinominali, mentre per quanto concerne il Senato, questo calcolo dovrà mettere insieme, fondere il risultato dei due collegi plurinominali della Campania (Napoli e Caserta-Salerno-Avellino-Benevento) visto e considerato che la Costituzione richiede che i senatori vengano eletti su base regionale e non nazionale.

Allora, partiamo dal micro cosmo casertano. Come abbiamo appena scritto, la Provincia di Caserta, nella parte proporzionale che elegge, ricordiamo, i due terzi dei 400 deputati e dei 200 senatori, è abbinata alla provincia di Benevento per la Camera e alle province di Salerno, Avellino e Benevento per il senato.

Secondo le stime della Noto Sondaggi, prese molto sul serio e  utilizzate dai diversi partiti, nel collegio plurinominale della Camera di Caserta e Benevento, denominato Campania 2-P01, Fratelli d’Italia viene accreditata di un 18,9%, la Lega del 9,2%, Forza Italia del 13%, Noi con l’Italia e Italia al centro, cioè la lista dell’ex ministro Maurizio Lupi e dell’attuale governatore della Liguria Giovanni Toti, del 3% mentre l’alleanza tra Coraggio Italia, fondato dall’attuale sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e dall’Udc di Lorenzo Cesa è stimata allo 0,5%.

Per quel che conta, cioè nulla dal punto di vista della ripartizione dei seggi, molto da un punto di vista politico, la somma di queste 5 liste del centrodestra, è pari al 44,5%.

Passiamo al centrosinistra: al Pd viene attribuito un 18,8%. Su questo dato incide, con ogni probabilità, anche il risultato riportato nelle province di Caserta e di Benevento da questo partito alle ultime regionali anche alle europee, oltre al quasi 23% riportato dai sondaggi. E’ del tutto evidente, però, che ben difficilmente il dato delle Regionali, trainato da una vittoria di De Luca, certissima già in partenza, e dalla forsennata corsa alle preferenze dei candidati in lista, tutti fortemente radicati nel territorio, non sarà ripetibile.

Per cui, non è improbabile che il Pd, anche alla luce delle mancate candidature del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero a Caserta e dell’ex sottosegretario ai trasporti Umberto Del Basso De Caro a Benevento, riporti un risultato inferiore a quello stimato da Antonio Noto. Naturalmente stiamo parlando della lista che il Pd ha costituito insieme ad Articolo 1 cioè il partito di Bersani e del ministro Andrea Orlando.

L’1,3% viene accreditato a Più Europa, il movimento di Emma Bonino che ha abbandonato l’alleanza con Carlo Calenda, quando questi ha deciso di uscire dall’accordo appena stipulato con il Pd. L’1,2% viene attribuito da questa stima a Impegno Civico, cioè il nuovo partito fondato da Luigi Di Maio, all’indomani del suo addio a 5 Stelle. Sinistra Italiana più Verdi ai attesterebbero, invece, nel collegio plurinominale di Caserta e Benevento all’1,5%.

Dunque, complessivamente, la coalizione di centrosinistra, in verità più di sinistra che di centro a questo punto, arriverebbe a quota 22,8%.

La grande scommessa di Antonio Noto è rappresentata dal voto che viene accreditato al cartello elettorale di Renzi e Calenda. Qui da noi, arriverebbero addirittura al 14,7%, con la garanzia matematica di un seggio a Montecitorio. 5 Stelle, che, come potete vedere dallo schema, a Campania 1 cioè a Napoli, è dato 22,05%, qui da noi, cioè a Caserta e Benevento, si attesterebbe ad un più modesto ma comune abbastanza rilevante 16%.

Altri partiti, per il momento Noto non ha stimato il voto di Italexit di Gianluigi Paragone che peraltro non ha uno storico utilizzabile ma solo sondaggi recenti,( visto e considerato che solo domani sapremo se le firme raccolte saranno considerate valide), vengono dati tutti insieme all’1,9%.

Alla luce di questo risultato, sempre secondo questo risultato, i partiti in lizza eleggerebbero nel collegio plurinominale proporzionale di Caserta e Benevento i 5 deputati che la legge elettorale attribuisce alla quota proporzionale delle appena citate province, sarebbero così ripartiti. Un seggio a Fratelli d’Italia che dunque eleggerebbe il capolista alla camera, o in caso di pluricandidature anche in altri collegi, (il secondo o il terzo comunque uno solo dei candidati in lizza), seggio anche per Forza Italia che in partenza andrebbe ad Antonio Tajani ma che potrebbe arridere anche alla sessana Amelia Forte, numero 4 in lista (CLIKKA E LEGGI). E questi sarebbero i seggi del centrodestra, cioè due su 5 visto che la Lega non lo prenderebbe, possiamo dirlo già ad occhio e croce proprio per effetto dell’ottimo risultato che Noto ha previsto per la lista Azione-Italia Viva che invece il seggio lo prenderebbe, anche qui con gli stessi ragionamenti che abbiamo appena svolto per Forza Italia.

Per quanto riguarda il centrosinistra, l’unico partito che conquisterebbe un seggio a Montecitorio è il Pd. Naturalmente, in questo 18,8% vanno valutate le pesanti defezioni e le condizioni molto diverse rispetto a quelle che connotarono lo scenario elettorale delle regionali del 2020. Oddio, ad occhio e croce, se Stefano Graziano non esce di casa e costringe a non uscire anche i vari Alfonso Golia, sindaco di Aversa, Marco Villano, super assessore e vicesindaco di Aversa e Carlo Marino, sindaco di Caserta, ce la potrebbe pure fare.

Se invece, gli elettori si renderanno conto che i riferimenti, orami esclusivi, di questo partito in provincia di Caserta, sono questi qua, il rischio che il teverolese possa rimanere deluso, è ancora incubato nell’incertezza del riscontro delle stime di Antonio Noto.

L’ultimo seggio andrebbe a 5 Stelle e come abbiamo largamente previsto in questi giorni (CLIKKA E LEGGI) lo prenderebbe Agostino Santillo di Casapulla che a quel punto sarebbe l’unico sopravvissuto dei 9 eletti casertani, i quali, incredibilmente nel 2018, segnarono un record non più eguagliabile.

Per quanto riguarda il Senato, invece, Noto non ha compiuto trasposizioni di queste percentuali che, soprattutto ora, quando al voto andranno anche i 18enni, essendo stata soppressa da una legge costituzionale del 2021 la regola dei 25 anni, saranno quasi speculari, similissime, se non uguali.

Per cui, al limite già da domani formuleremo un calcolo di ripartizione, mettendo insieme le percentuali di Campania 1, che esprime anche un plurinominale per Palazzo Madama comprendente l’intera provincia di Napoli e per Campania 2 che esprime il più volte citato collegio interprovinciale di Caserta, Avellino, Benevento e Salerno fino ad arrivare agli 11 seggi da attribuire, di cui 6 al collegio di Napoli, 5 al collegio che raggruppa le altre 4 province.