ELEZIONI 5 Stelle, i CANDIDATI ufficiali. Tutto come previsto: le Parlamentarie dei “tengo famiglia” regalano ad Agostino Santillo il seggio sicuro. Del Monaco, con uno come Conte, non aveva chances ed è stato anche umiliato con la beffa del “supplente”

19 Agosto 2022 - 11:32

In calce all’articolo, l’elenco di tutte le liste dei plurinominali proporzionali di Camera e Senato

CASERTA (g.g.)– Rispetto alle cosiddette Parlamentarie dei Cinquestelle, ci sarebbero da scrivere tantissime cose, riservando loro un ampio spazio d’analisi. Ma – come si dice – le stringenti necessità del racconto cronistico delle ore finali che separano dai due giorni cruciali – lunedì e martedì prossimi – in cui partiti e coalizioni dovranno depositare i nomi dei loro candidati nelle cancellerie delle diverse Corti d’Appello, non ci permettono di riflettere e di ragionare più di tanto alla maniera di Casertace.

Solo una cosa va, comunque, detta: queste parlamentarie sono una roba totalmente diversa dalle parlamentarie passate, da quelle attuate sulla piattaforma Rousseau. Il movimento ha gettato la maschera e ha dimostrato di essere totalmente assimilato, integrato a quel “sistema”, la cui disarticolazione rappresentò (a chiacchiere) l’oggetto sociale della sua costituzione.

Giusto per dire, cos’altro si può pensare rispetto all’eseprienza del presente del movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Calasaleggio, cosa si può pensare di un Conte che, dopo avere selezionato un gruppo di “amici suoi”, una sorta di ottimati più uguali degli uguali, garantendogli l’elezione sicura extra parlamentarie, ha consentito che mogli, sorelle e congiunti assortiti si presentassero a questa consultazione digitale al posto dei mariti, dei fratelli e delle sorelle non più candidabili causa limite dei due mandati, divenuto, in tal modo, solo un ridicolo strumento di propaganda? È evidente che, con queste premesse, le cosiddette Parlamentarie si siano sviluppate come se fossero gestite da collaudati mestieranti della politica del magna magna, tipo uno Stefano Graziano, giusto per fare un esempio tra tanti altri possibili.

Ed è dunque perfettamente logico che, dopo aver attivato il giochino delle accettazioni al buio dei candidati, ai quali non è stato svelato l’esito di un risultato già noto a Giuseppe Conte allo scopo di prevenire le recriminazioni del dopo, ciò che, nottetempo, è stato pubblicato negli elenchi dei prescelti, rappresenti una conseguenza di tutto questo. Mai e poi mai, una persona seria, rotonda, che ha veramente creduto nei valori del movimento, qual è, senza ombra di dubbio, il generale dell’esercito Antonio Del Monaco uomo onestissimo, avrebbe potuto avere una sola chance, con questo tipo di Parlamentarie, con questa gestione furbastra dei loro esiti, nei confronti del casapullese Agostino Santillo, uno, che, al contrario di Del Monaco, che faceva il suo lavoro in caserma, l’epoca pre-grillina l’ha vissuta da integrato, felice e contento, in quel sistema, stando lì, pronto, comunque, a prendere la palla al balzo, quando, nel 2017, i 5 Stelle potevano contare su più slot di eletti sicuri che su un numero sufficiente di candidati per riempire tutti i collegi confortevoli dell’elezione sicura e su una retorica di gran lunga soverchiante la discriminante costituita dall’identità delle persone scelte, in una condizione che ha consentito a centinaia di imboscati di spacciarsi per “cittadini uguali”, per apostoli del cambiamento.

Dunque, l’esito delle Parlamentarie, per come è stato annunciato, ufficializzato stanotte, non suscita, almeno ai nostri occhi, alcuna sorpresa.

Che ci fosse un solo posto a disposizione nelle caselle degli eletti sicuri del movimento nei collegi plurinominali di Campania 2, in cui è coinvolta la provincia di Caserta, c’era apparso chiaro, evidente, lapalissiano già da mesi, cioè già dal momento della scissione di Luigi Di Maio.

Come non nutrivano alcun dubbio, ripetiamo, sull’esito del match race, fra Del Monaco e Santillo, disputato con le regole farlocche di cui sopra, in una consultazione digitale che, avendo come protagonista Giuseppe Conte, il quale, noi che la sappiamo lunga, non conosciamo come il bonario premier che ogni sera parlava, propinando vagoni di sciocchezze all’Italia sprovveduta e ulteriormente rimbecillita dagli arresti domiciliari del lockdown, bensì come il candidato del concorso per un posto di titolare di cattedra di diritto privato, svoltosi, qualche anno fa, alla Facoltà di Giurisprudenza di Santa Maria Capua Vetere e vinto da Conte per effetto di un esito deciso da una commissione presieduta, molto italianamente, nella cornice applicativa di quel “sistema” che ora il presunto avvocato del popolo dice di voler combattere, dal professore Guido Alpa nel cui luminescente studio professionale romano Conte, manco a dirlo, aveva sempre lavorato.

Dopo il gioco di prestigio che servirà a Conte per accusare tutti quelli che protesteranno per l’esito di queste Parlamentarie, di pensare solamente alla poltrona (lui, invece, no, non pensa alla poltrona?), quei risultati, già, ribadiamo, conosciuti da chi doveva conoscerli, sono stati pubblicati nottetempo.

Agostino Santillo capolista del plurinominale nel collegio di Caserta e Benevento della Camera dei Deputati, dove traslocherà dal seggio di Palazzo Madama che ha occupato in questi 4 anni e mezzo; Stefano Patuanelli, attuale ministro delle risorse agricole, già titolare del dicastero dello sviluppo economico con il governo giallorosso, ma soprattutto, un fresco paracadutato, esentato dall’incomodo delle parlamentarie, dall’elenco dei 15 più uguali degli uguali, cooptati personalmente da Conte, come un normale, banale, italianianissimo segretario nazionale di un “partito del sistema”, al di là del sigillo confermativo che a questo elenco avrebbero apposto le Parlamentarie, le quali, rispetto a questo particolare questione, si sono sviluppate come quelle elezioni che si svolgevano nei paesi della cortina di ferro o comunque in quelli sotto il tacco delle dittature, in cui, l’unico partito in lizza raccoglieva percentuali variabili tra il 99 e il 99, 9%. Numeri che, non a caso, furono definiti, citando uno dei paesi in cui questo tipo di elezioni per modo di dire, si tenevano, percentuali bulgare.

Del Monaco, peraltro mortificato dall’espediente dei documenti da presentare comunque a scatola chiusa visto che il generale non è uno che si mette a far polemiche sguaiate per non essere stato candidato solo, una presenza beffarda in quella sorta di “colonna infame” definita lista dei supplenti, supplenti di che cosa, poi, non si sa.

Per quanto riguarda i collegi uninominali, questi non sono stati ancora ufficializzati. Ma è chiaro che le uniche partite importanti si giocavano sui plurinominali, nei quali ci sono le caselle dei certissimamente eletti.

Al contrario, negli uninominali, la volta scorsa letteralmente dominati, cannibalizzati dall’en plein dei candidati dei 5 Stelle, tra cui i tanti imboscati nel corteo di popolo che muoveva verso la Bastiglia, correranno dei candidati con scarsissime possibilità di affermazione.

Al Movimento 5 Stelle restano solo i voti dei parassiti del reddito di cittadinanza. Ciò vuol dire che in Campania e anche in provincia di Caserta ne prenderanno ancora un pò. Ma non certo in misura sufficiente per affermarsi in uno solo dei collegi con candidato unico e in cui vince chi prende un voto in più rispetto agli altri competitors.