Interdittiva antimafia per Mondo Nuovo. Arriva la conferma dei giudici
30 Giugno 2025 - 11:41

Una società collegata è sotto indagine
NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20
TEANO – Il Tar della Campania ha respinto il ricorso presentato dal Consorzio di cooperative sociali Mondo
Nuovo contro la Prefettura di Caserta per l’annullamento dell’informativa antimafia interdittiva emanata il 30 maggio 2022.
Secondo i giudici, dagli atti dell’interdittiva emergono “i legami, le frequentazioni e i rapporti commerciali” fra il commercialista casertano Maurizio Pontillo, presidente del Consiglio di amministrazione della società, e Pasquale
Capriglione, indagato, insieme ad altri imprenditori, in due procedimenti penali per associazione a delinquere di
stampo mafioso.
“Significative e stabili frequentazioni” emerse da un decreto di perquisizione, tra Pontillo e Capriglione, comprovate dai legami tra Agape Consorzio di Cooperative Sociali ed Agape Service” S.r.l., al cui interno i due hanno rivestito ruoli strategici: Pontillo risulta essere stato revisore unico della prima e liquidatore della seconda società. Le due “Agape”, destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia, avrebbero utilizzato, secondo la tesi della Procura, la società ricorrente proprio per eludere la normativa antimafia.
Secondo quanto indicato nel decreto, Capriglione avrebbe attribuito fittiziamente a Pontillo la titolarità della società
pur mantenendone la gestione occulta.
La “Services & Advice” S.p.A., si legge nell’interdittiva, è stata coinvolta nell’ambito di una turbativa d’asta
nel Comune di Teano, organizzata per favorire Nestore Consorzio di Cooperative Sociali, pure colpita da in- formazione interdittiva antimafia della Prefettura di Caserta. Il presidente del cda di Nestore, all’epoca dell’istruttoria, era Simona Angela Luberto, ritenuta prestanome di Pasquale Capriglione, mentre il ruolo di revisore dei conti era assegnato ad Addolorata Canzano, moglie di Pontillo.
Nonostante le indagini penali citate nell’interdittiva non hanno coinvolto i soci e l’amministratore della società – scrivono i giudici del tribunale amministrativo – ciò non basta a escludere il rischio di condizionamenti.