Impianti pubblicitari. Iavarazzo e Aprile non sono gli unici criminali: ECCO L’ELENCO DEI COMUNI che li hanno illegalmente ospitati

2 Ottobre 2019 - 11:05

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Nella puntata precedente del nostrolungo focus che, partendo dall’ordinanza relativa agli arresti del ras del clan dei casalesi Mario Iavarazzo e dell’imprenditore Armando Aprile e di altri soggetti, ha l’obiettivo di mettere a fuoco il pieno controllo, da parte del clan dei casalesi, di larga parte del sistema delle mega affissioni stradali, abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle dichiarazioni di Gaetano Manno, uno degli imprenditori maggiormente operativi nel settore di quello che potremmo definire con un gioco di parole, “dell’impianto degli impianti”.

Manno, dunque è un testimone importantissimo perchè è colui il quale riceve le commesse da Iavarazzo e da Armando Aprile, riservandosi anche qualche sfizio suo, come quei 5 tabelloni 6 per 3 che non solo ha impiantato, ma di cui è anche proprietario a Frignano e se non ricordiamo male, anche a Casaluce.

Manno formula un’affermazione netta e precisa: le strutture che ho impiantato nei comuni della provincia di Caserta, dichiara in sede di interrogatorio sono tutti abusivi perchè mancanti dell’autorizzazione comunale (LEGGI QUI IL NOSTRO PRECEDENTE ARTICOLO).

Noi, il buon Manno sfonda una porta aperta, perchè CasertaCe, a partire dall’estate 2018, denunciava queste cose facendo preoccupare non poco lo stesso Manno, Iavarazzo e lo stesso Armando Aprile che cercavano di capire se il sosttoscritto potesse essere avvicinato da qualcuno (CLICCA QUI PER LEGGERE).

Peccato che a preoccuparsi fossero solamente questi due e non chi avrebbe potuto, dalla parte dello Stato, porsi il problema di realizzare un controllo preciso su tutto il territorio della provincia, sulla regolarità delle strutture di affissione impiantate lungo le varie arterie del territorio.

Ora, scorrendo ulteriormente le pagine dell’ordinanza, possiamo far quadrare il cerchio perchè gli inquirenti elencano uno per uno i comuni dove la premiata ditta Mario Iavarazzo, dunque clan dei casalesi, e Armando Aprile, avevano i loro impianti. E siccome questi li avevi montati per la maggior parte Manno, e Manno afferma che fossero illegali, diventa fin troppo evidente che oltre al dato camorristico, c’è quello che a noi di CasertaCe non stupisce affatto, del folle lassismo che a volte diventa collateralismo para-criminale, degli uffici dei comuni di questa provincia.

Qui sotto leggerete il nome di alcuni di loro, cioè di quelli interessati all’attività dei citati Mario Iavarazzo e Armando Aprile. Ma tutti gli altri, la maggior parte degli altri, a partire da Caserta e soprattutto da Maddaloni, sono nella medesima condizione di illegalità. Poi, si sa, a Caserta e in Campania come vanno le cose quando si tratta di confrontare le azioni umane con le prescrizioni normative.

Ci stanno, esistono, sono scritte nei codici, ma giusto così, per far vedere, superate nella realtà da ben più solide e avvertite consuetudini che creano un ordinamento parallelo, non scritto ma materialmente applicato, fatto di sistemiche forme di corruzione, di spintarelle, raccomandazioni, elusioni e chi più ne ha più ne metta.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

Da ultimo si richiamano  gli approfondimenti sulla documentazione cartacea ed informatica sequestrata descritti nel paragrafo n 12 della richiesta alla pag 181, evidenziando in particolare che  gli inquirenti hanno accertato che Aprile Armando aveva il proprio ufficio in una stanza concessa in locazione dalla AGR Immobiliare (di cui Aprile è socio unico ed amministratore) alla SPM S.r.l.;  che la documentazione riguardante l’attività di affissione di manifesti pubblicitari da parte della SPM S.r.l. (richieste ai Comuni, e.mail tra SPM ed altre società ecc.), nonché elenchi e foto di impianti pubblicitari, sono risultati poi essere gestiti da Iavarazzo Mario; le foto degli impianti sono le stesse trovate nel corso della perquisizione nei locali di Ferraro Domenico, ma nella disponibilità di Esposito Gennaro e Iavarazzo Mario.

Le operazioni di perquisizione  documentava poi i consolidati e risalenti rapporti tra la BLUINK e la impresa  PUBBLIONE di Solipago Lucia, tra la BLUINK e la PUBLIONE S.r.l. e tra la BLUINK e la CIS MERIDIONALE, nonché quelli attestanti i rapporti commerciali tra la NIKOL S.r.l. e la CIS MERIDIONALE S.r.l. e la NIKOL S.r.l. e la ADV Comunication S.r.l.

Veniva acquisita documentazione in una postazione adibita ad ufficio afferente l’intera attività pubblicitaria gestita da Iavarazzo Mario qualil’elenco degli impianti dislocati nei vari comuni dell’agro aversano (Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casapesenna, Cesa, Castelvolturno, Frignano, Gricignano d’Aversa, Lusciano, Orta di Atella, San Cipriano D’aversa, San Marcellino, Succivo, Teverola, Villa Literno, Casaluce e Marcianise) con relative riproduzioni fotografiche; queste ultime venivano ritrovate in copia anche presso gli uffici di APRILE Armando.