In morte della legalità al Comune di CASERTA. In tre punti vi riassumiamo perché il Bilancio di Carlo Marino è fuori legge, con la complicità dei Revisori
8 Giugno 2022 - 17:58
Si tratta di questioni già note ai nostri lettori, ma che abbiamo voluto riunire per sintetizzare il lavoro da noi svolto negli ultimi due mesi e soprattutto per stare a posto con la coscienza, nonostante il fatto che le istituzioni deputate non si curano nemmeno di controllare se queste cose che noi sosteniamo siano fondate o siano della autentiche baggianate, come nessuno ha mai potuto affermare da quando esiste Casertace e da quando questo giornale si occupa delle scelleratissime finanze del Comune capoluogo
L’assessora Gerardina Martino?
Bella donna.
CASERTA – Scontiamo definitivamente l’impegno assunto con i nostri lettori di analizzare quello che riteniamo, come d’altronde abbiamo già altre volte, un bilancio totalmente illegale.
Detta così, a qualcuno potrebbe venire in testa di domandarci: ma voi di Casertace scrivere sempre che tutto è illegale, e come mai non succede nulla a chi queste illegalità compie?
Fregati. Effettivamente non sappiamo rispondere. L’unica cosa che possiamo fare è quella di creare una sorta di catena di Sant’Antonio, attivando la trasmissione di questa domanda nella speranza che arrivi a qualcuno in grado di rispondere.
No, non lo sappiamo perché per tutto quello che hanno combinato nel Comune di Caserta ci siano state solamente un paio di indagini, entrambe Dda, una per la gestione del parcheggio di via San Carlo, su cui si appuntavano gli interessi di Michele Zagaria e del clan dei Casalesi, l’altra più recente che pochi giorni fa ha prodotto una richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco Carlo Marino, per l’ex dirigente Marcello Iovine, per l’attuale posizione organizzativa Pippo D’Auria senza che, però, il livello politico abbia subito limitazioni della sua libertà personale rispetto a reati contestati che, in occasione di altre inchieste, hanno portato all’emissione di titoli cautelari.
La premessa l’abbiamo fatta perché ci rendiamo conto che definendo continuamente nei nostri articoli gli atti del Comune come illegittimi e spesso anche illegali, si crea una sorta di routine, di assuefazione, che viene poi facilmente utilizzata dai vari impostori che occupano quelle stanze e che, sfruttando anche la superficialità dei casertani, possono dire che Casertace ha un pregiudizio personale nei loro confronti.
Torniamo dunque al Bilancio.
Il 25 maggio abbiamo pubblicato un lungo articolo (toh, che novità) dimostrando attraverso la pubblicazione di un articolato parere della Sezione di Reggio Calabria della Corte dei Conti, l’illegalità indiscutibile e incontestabile del gioco di prestigio attraverso cui Carlo Marino ha truccato i conti del Comune, facendo scomparire da un lato circa 17 milioni di euro di debiti accumulati negli ultimissimi esercizi, comunque dopo la dichiarazione del secondo dissesto, dall’altro ha fatto scomparire allo stesso modo dalle passività del Bilancio il debito che, grazie ad una delle leggi d’urgenza su cui il governo ha spinto per sostenere le imprese e per fare in modo che queste fossero pagate in tempi civili dagli enti locali, è stato incredibilmente appioppato alla contabilità dell’organismo di liquidazione, curatore di un dissesto che non ha nulla a che vedere con quei debiti pagati dal Comune con un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti.
Naturalmente, siccome Carlo Marino sa che nel 99% dei casi i nostri articoli non creano una dialettica, una riflessione, anche solo una riflessione, perché già basterebbe, da parte di un’autorità giudiziaria da tanti anni non troppo attiva sulle vicende che si consumano negli uffici comunali, se n’è fregato, e con lui se n’è fregato Giuseppe Fattopace il quale, quando aveva ancora la speranza di tornare a fare di nuovo il sindaco di Capodrise, si dissociava, erogava pareri negativi anche in contrasto con gli altri due componenti del Collegio dei Revisori, i quali invece sono stati sempre totalmente proni rispetto alle necessità dell’amministrazione di Carlo Marino.
Per cui, il Bilancio approvato è patentemente falso, perché, in contrasto netto ed evidente con ciò che la Corte dei Conti ha sancito, è stato depurato di 17 milioni di euro che, attenzione, il Comune continua a corrispondere a rate alla Cassa Deposito e Prestiti, confermando che questa porcheria è finalizzata solamente a manipolare i risultati di Bilancio e conseguentemente le possibilità di spendere quattrini per le clientele dello stesso primo cittadino e dei suoi alleati, cioè Bosco, Zannini, Caputo e compagnia.
Riscossione delle entrate comunali da parte dei Concessionari – E questo è un altro nostro cavallo di battaglia. Un’altra questione in cui il problema non è tanto quello di voler imporre la nostra ragione, ma sicuramente quello che a 6 anni di distanza dall’entrata in vigore di una legge dello Stato che al Comune di Cserta viene patentemente violata, non c’è stata una sola persona, una sola autorità, che ci abbia detto che noi ci sbagliavamo e che ancora oggi ci sbagliamo, associando a questa affermazione anche la descrizione del perché.
Lo scriviamo per la millesima volta. Dal 1.7.2017, per effetto di una norma contenuta all’interno della Legge di Bilancio, un tempo legge finanziaria, approvata dal Parlamento, non è più consentito ai concessionari riscuotere i tributi sui propri conti correnti; i pagamenti dovrebbero affluire direttamente sul conto del Tesoriere.
A Caserta i concessionari continuano a riscuotere le tasse e i tributi e poi, nel caso, a riversare le somme dovute all’Ente con l’unica eccezione della TMP, concessionaria dei parcheggi a pagamento, la quale si comporta bene rispettando pienamente questa legge.
Ci rendiamo conto di averlo scritto tantissime volte, ma siccome a questo punto noi riteniamo una missione inevitabile a prescindere da quelli che possono essere eventuali interventi dell’autorità giudiziari, quella di denunciare, denunciare e denunciare ancora, dobbiamo ritornare a parlare del parcheggio della caserma Pollio.
Per anni il concessionario ha incassato senza mai riversare un solo centesimo di euro, affrancato da ogni pur minimo controllo da parte del dirigente preposto nemmeno sull’assolvimento degli obblighi contributivi. In poche parole, oggi noi non sappiamo se i Dresia abbiano o meno versato i contributi ai loro dipendenti.
Stessa cosa è avvenuta da parte di Publiservizi. Tutti i soldi, cioè somme ingentissime, affluiscono sul conto corrente dell’azienda di Nino ed Elena Natale e solo successivamente, quando questi stanno comodi, vengono riversati alla Tesoreria del Comune, al netto degli aggi tra cui quello fantasmagorico che Publiservizi incassa per la riscossione ordinaria. Questo finisce per alterare anche i tempi medi di pagamento visto che le fatture seguono la riscossione ed il principio della par condicio creditorum, in considerazione del fatto che l’Ente in dissesto per due volte consecutivamente non ha mai visto, neppure per sbaglio, tali concessionari tra i propri creditori e dunque tra gli ospiti in quota parte delle masse creditorie stabilite dagli organismi di liquidazione.
Dunque a Caserta questa norma risulta violata ininterrottamente dal 2017 ad oggi. Stranamente nelle trimestrali di cassa e nella relazione dei revisori questa palese illegittimità non è stata rilevata, vero Fattopace?
Con questo articolo terminiamo la nostra consueta sessione di analisi dei conti del Comune di Caserta. Il riferimento, tutto sommato civilmente provocatorio, all’assessora al ramo Gerardina Martino, l’abbiamo spostato, in questa occasione, dalla parte finale dell’articolo a quella iniziale, dandole il posto che di solito gli scrittori danno alle dediche di introduzione ai propri romanzi e saggi.