Infermiera colpita alla Pineta Grande. La tesi della famiglia del paziente

11 Gennaio 2024 - 11:31

Ci scrive una congiunta dell’uomo che l’altra notte ha provocato un trauma distorsivo al polso dell’operatrice sanitaria. L’ammissione dell’incontrollabilità dell’uomo in picco di ammonio che gli ha tolto completamente la lucidità. “Ma è la persona più gentile e amorevole del mondo”

CASTEL VOLTURNO – Raccogliamo e pubblichiamo il racconto di una congiunta dell’uomo che l’altra notte ha provocato un trauma distorsivo al polso dell’operatrice sanitaria della clinica Pineta Grande, ovvero la vicenda di cui abbiamo scritto IN QUESTO ARTICOLO:

Non tutti i pazienti o parenti sono dei pazzi e partono senza ragionare. È vero, ci sono persone maleducate e irrispettose che escono fuori da ogni umanità e principio di civiltà, ma questo è da entrambe le parti, cioè pazienti e sanitari, non facciamo ogni volta di tutta un’erba un fascio.

Detto ciò, non è il caso delle persone di cui parlate nell’articolo, il signore in questione (persona a modo, gentile, amorevole e molto paziente). Fu portato al Pronto Soccorso dal genero con i propri fratelli, dalla moglie e figlie a seguito perché non era lucido, faceva e diceva cose che non erano da lui, aveva l’ammonio molto alto. Chiamarono l’ambulanza da casa, che andò, ma gli fecero solo una flebo dicendo che il paziente doveva essere mandato direttamente in reparto, ma bisognava rintracciare il medico che l’ha operato qualche mese fa (ha subito sempre a Pineta Grande un delicato intervento al fegato che gli stava causando tutto ciò). Il medico era irreperibile, l’ambulanza se ne andò e lui si strappò la flebo ribellandosi a moglie e figlie.

Notando che la situazione si stava aggravando, prima che sfuggisse dal controllo, lo portarono al Pronto Soccorso con la forza (ci sono voluti quattro aitanti uomini per obbligarlo a salire in macchina), perché non voleva andare in ospedale (e stiamo parlando sempre di una persona tra le più buone e gentili del mondo).

Arrivati al pronto soccorso, i sanitari non volevano fare entrare nessuno con lui, anche sotto richiesta dei parenti (che sapevano quello che avevano affrontato per mantenerlo). Fecero entrare solo la figlia che potrà pesare meno di 50kg, come poteva gestire la cosa? Il paziente non poteva nemmeno essere sedato altrimenti sarebbe finito male, dovevano solo fare in modo che l’ammonio scendesse e tutto si sarebbe tranquillizzato perché avrebbe riacquistato la lucidità, ma nel frattempo dovevano entrare almeno i ragazzi per cercare di tenerlo tranquillo o almeno doveva essere in grado il personale sanitario a gestire la situazione.

È vero che il paziente prese il braccio dell’infermiera per farla indietreggiare ed allontanarla, perché lui voleva andarsene, ma di lì a dire che ha avuto un trauma distorsivo contusivo ce ne vuole…a meno che non è fatta di cristallo.

Solo alla fine di tutto ciò hanno fatto entrare il genero e hanno preso la cosa seriamente, infatti anche i familiari li hanno richiamati, perché sono stati leggeri e per niente empatici con la situazione del paziente e al disagio della famiglia.