La banda dei (dis)onesti. Il “maestro” Torromacco becca 10 anni. Altre 7 condanne e 7 assoluzioni. TUTTI I NOMI

23 Luglio 2020 - 11:57

CESA/CARINARO – Il tribunale di Napoli nord, seconda sezione penale (presidente Domenica Miele), ha emesso la sua sentenza a proposito della nota indagine partita dalla scoperta di una stamperia clandestina di soldi falsi a Vitulazio. Diverse poi i laboratori sequestrati che si occupavano di produrre il denaro.

Ecco gli anni e i nomi dei condannati: 10 anni per Mario Torromacco di Carinaro; 2 anni in continuazione con un’altra sentenza per Angelo Torromacco di Cesa (5 anni e 2 mesi complessivi); 2 anni in continuazione con un’altra sentenza (5 anni e 4 mesi complessivi) per Vincenzo Parolisi; 3 anni per Emanuele Lombardi; 3 anni per Salvatore Longobardi; 3 anni per Giuseppina Esposito; 2 anni per Anna Lo Guzzo ed Assunta Orabona, per entrambe è stato concesso il beneficio della pena. Assolti, invece, per non aver commesso il fatto, Salvatore Parolisi, Carmine Lugubre (difeso dall’avvocato Enzo Guida), Filippo Arena, Espedito Mazzocchi, Giovanni Montanino; assolti perchè il fatto non sussiste, Vincenzo e Mauro Puzone.

Figura centrale del processo il 43enne Torromacco, una lunga esperienza da falsario, gia’ condannato per fatti analoghi nel commessi 2009 e tratto in arresto nel 2012 in una stamperia di Vitulazio. Era lui, per l’accusa, a tenere i contatti con i grossisti che poi rivendevano le banconote in tutta Europa, in particolare Francia, Spagna e Germania, e nel resto del Mondo, come in Colombia. Numerosi i canali di vendita e diffusione delle banconote false: dal “deep web”, ovvero il web sommerso in cui e’ possibile acquistare e vendere di tutto, dalla droga, alle armi ai soldi contraffatti, ai tradizionali corrieri che portavano pacchi di 10mila euro, consegnandoli agli acquirenti anche nelle autogrill. Il gruppo falsificava anche le banconote da 100 euro, ma era specializzato soprattutto in quelle da 20 e 50 euro; per quelle riproducenti i 20 euro, il prezzo di vendita, secondo un preciso tariffario, era di 80 centesimi a banconota, per il taglio da 50 era di 3,50 euro a pezzo. Nel corso delle indagini sono state anche individuate e sequestrate due stamperie clandestine, entrambe nel Napoletano, a Frattaminore e Casavatore.