LA CASSAZIONE: Sequestro definitivo dell’immobile da 84mila euro della Nuova Italia srl di Alfonso Di Vico

17 Luglio 2019 - 16:51

SANTA MARIA A VICO – Nell’agosto scorso, a pochi giorni dallo scoccare del Ferragosto, la guardia di finanza ha messo sotto sequestro preventivo beni immobili, terreni, disponibilità finanziarie e quote societarie per un valore complessivo di oltre 862mila euro ai danni di una società d’imballaggi industriali di Santa Maria A Vico. L’ordine fu emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, perché Alfonso Di Vico, ritenuto amministratore di fatto della società Nuova Italia srl e già stato amministratore unico fino al 13 settembre 2017, è finito sotto indagine per omessa dichiarazione delle imposte sui redditi.

Il Tribunale del Riesame sammaritano ha respinto l’istanza contro il decreto di sequestro presentato da Di Vico nel gennaio scorso. L’imprenditore nato a Maddaloni ha utilizzato il suo diritto di ricorrere in Cassazione contro quest’ultima decisione.

Di Vico si è dimesso nel settembre 2017, per fare spazio ad Angelo Di Donna, temporalmente poco prima della scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazioni dei redditi, omessa alla scadenza, nel gennaio 2018, momento nel quale la carica formale era in capo al nuovo amministratore.

A suo tempo il Gip affermò, però, che Di Donna era un mero “uomo di paglia

e che la gestione sarebbe da imputare a Di Vico, pur dimessosi poco prima, come confermato dalle dichiarazioni rese da Di Donna, nel corso dell’attività amministrativa della Guardia di Finanza. Proprio sulle parole di Di Donna si basa una delle due motivazioni portate davanti all’ultima istanza dalla difesa dell’amministratore di fatto della Nuova Italia srl, ritenute “inutilizzabili” perché sarebbero state rese senza le garanzie difensive.

I giudici della tera sezione penale della Corte di Cassazione non hanno ritenuto valide queste doglianze, rigettando il ricorso e confermando, quindi, il sequestro dell’immobile dal valore di 84mila euro. 

Non è precisata ulteriormente nelle motivazioni della Corte la relazione che questo immobile ha con il resto dei beni, anch’essi immobili, ma anche mobili, che furono sottoposti a sequestro il 13 agosto scorso e che, compreso l’immobile di cui la decisione della Cassazione tratta, ammontavano precisamente a 862mila euro.

 

 

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