LA CONTESSA DELLA CAMORRA. Due poliziotti dell’Anticrimine di Napoli avrebbero fatto pressioni sull’ufficio tecnico per sbloccare il LIDL della coppia Domenico Concilio e Nicola Panaro

21 Febbraio 2020 - 12:07

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Fu complicata la ricerca di una soluzione al problema incontrato dall’imprenditore Domenico Concilio, a detta di Carmine Schiavone di Eliseo, protetto dal clan dei casalesi e precisamente da Nicola Panaro Camardone, fratello di Sebastiano Panaro, e cugino dell’altro Nicola Panaro il pentito, per aprire il suo cantiere finalizzato alla costruzione, in quel di Villaricca, comune attaccato a quello di Giugliano, di un supermercato Lidl.

Naturalmente anche questa partita fu chiusa come spiegato nel dettaglio nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce e che contiene anche l’intercettazione tra il citato carmine Schiavone e Pasquale Arrichiello, in un ufficio del ristorante “La Contessa”, vera e propria centrale di organizzazione camorristica, nella quale, secondo i magistrati della dda e gli inquirenti del nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta, si realizzavano a volte le complesse saldature, tra gli interessi del clan Mallardo, da una vita egemone in quella zona, e le necessità economiche del clan dei casalesi.

Anche in questo caso, Salvatore Sestile, titolare de “La Contessa”, la quale continua a stare beatamente aperta come se nulla fosse successo, svolse la funzione di trait d’union. Lui nasceva ed era vissuto attorno al clan Mallardo, ma sua figlia aveva sposato Antonio Schiavone, fratello di Francesco Schiavone Sandokan e dunque fratello del capo e fondatore del clan dei casalesi. Questa particolare condizione, unita alla forza della sua consistenza economica, trasformava Sestile in una sorta di giudice di pace.

Ma come capita spesso, ci può essere sempre un furbetto che rompe le uova nel paniere. Un furbetto coraggioso perchè a sua volta portava il nome degli Schiavone. E siccome in prima battuta a Luigi Schiavone era stato dato il compito di trattare con Sestile e dunque con i Mallardo affinchè potesse partire il cantiere del Lidl, alla fine della partita, quando solo l’intervento di Nicola Panaro riuscì a superare lo scoglio, Luigi Schiavone, facendo arrabbiare di brutto salvatore Sestile, si tenne 5mila euro della tangente da 50mila, suddivida in due tranches da 20mila e 30mila che, sempre secondo ciò che racconta Carmine Schiavone a Pasquale Arrichiello, riferendo confidenze ricevute da Nicola Panaro, l’imprenditore concilio avrebbe versato al clan Mallardo per chiudere la partita.

Importante in questo stralcio, è anche il chiarimento di una vicenda di cui già si era parlato nella precedente puntata di questo focus dedicato a quella che ci piace un pò scherzosamente battezzare “La Contessa della camorra“. Carmine Schiavone spiega come Nicola Panaro era riuscito a sbloccare, al comune di Villaricca, il permesso a costruire o concessione che dir si voglia per i lavori del Lidl: ci aveva mandato, ripetiamo, a detta di Carmine Schiavone, due poliziotti dell’anticrimine di Napoli, i quali, in pratica, avrebbero intimato a quelli dell’ufficio tecnico del comune di Villaricca, di rilasciare quella concessione bloccata da mesi, minacciando in caso contrario l’apertura di un fascicolo di indagine sulle attività di quella struttura della burocrazia comunale.

L’episodio è citato da Carmine Schiavone per ribadire il fatto che Nicola Panaro fosse ammanigliatissimo anche con alcune strutture corrotte o corruttibili dello stato. Corrotte a prezzi modici dato che per il loro intervento a favore di un progetto milionario, i due dell’anticrimine avrebbero ricevuto dal Panaro, mille euro a testa.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA LA CONTESSA