La denuncia di un parrucchiere: “Di questo passo falliremo, urge la riapertura delle nostre attività”

1 Maggio 2020 - 10:27

Curti (Giuseppe Baia) – Tempi di crisi per piccoli commercianti come barbieri e titolari di saloni estetici che, in ossequio alle disposizioni dell’ultimo dpcm varato dal governo, potranno alzare la serranda soltanto a partire dal prossimo primo giugno.

Di seguito riportiamo l’appello di Fabio Vastano, titolare di un salone di bellezza che auspica un’anticipazione delle riaperture e fa un appello al Premier Conte:

“Abbiamo accolto con sconforto e delusione la decisione del governo di posticipare al 1° giugno la riapertura del settore bellezza (parrucchiere/estetica).
In questi due mesi (come tutta Italia del resto) siamo stati impossibilitati nel proseguire con l’apertura della nostra attività. Capiamo pienamente la situazione in cui versa il paese, e fino ad oggi abbiamo rispettato rigorosamente tutte le norme inerenti il Covid-19.
A distanza di circa 60 giorni ci sentiamo però di dire che i parametri usati dal governo circa le aperture delle varie attività sono delle vere e proprio turpitudine, poiché è inimmaginabile che alcune attività siano penalizzate rispetto ad altre.
È questo un settore che, forse più di tutti, ha pagato un caro prezzo in questa epidemia del Covid-19. Strano e incredibile sapere che il Governo non abbia pensato che dietro a tutti i nostri negozi chiusi ci siano delle famiglie con dei minori a carico. Famiglie che vivono di quel lavoro che ormai manca da circa due mesi. Famiglie che hanno rispettato diversi decreti che si sono susseguiti, ma che ora vogliono prender parte alla ripartenza che sicuramente facile non sarà.

/> Noi siamo in grado di ripartire rispettando tutte le norme del decreto: distanza di sicurezza, rapporto uno ad uno, sanificazione degli ambienti, consci che questa limitazione peserà ulteriormente sulle nostre entrate.
Diversamente, il governo dovrà assumersi tutte le responsabilità del fallimento di tante attività che non apriranno più per le modalità restrittive imposte. In quanto anche le spese di gestione non coprono i costi cui dobbiamo far fronte per sopravvivere.”