LA DOMENICA DI DON GALEONE. L’AUGURIO PER IL 2023: “Abbiate tutti qualcosa da amare, qualcosa da fare, qualcosa da sperare”

1 Gennaio 2023 - 08:42

Un anno nuovo, con le sue speranze e le sue contraddizioni. La Chiesa offre come modello di vita la figura di Maria, la prima fra i discepoli, colei che ha fatto del tempo donatole un capolavoro.

1° gennaio 2023 ✶ Solennità di Maria, Madre di Dio (A)

Vivere un anno nella pace e nella giustizia

Prima lettura  Invocheranno il mio nome e io li benedirò (Nm 6,22). Seconda lettura  Dio mandò il suo Figlio, nato da donna (Gal 4,4). Terza lettura   I pastori trovarono Maria, Giuseppe e il bambino (Lc 2,16).

Il nuovo anno civile 2023 si apre con la festa di Maria, Madre di Dio. Lei ha detto “sì” alla vita, davanti al mistero si è consegnata nelle mani di Dio. Maria è pronta ad accompagnarci lungo tutto il cammino del nuovo anno. Lei è qualche passo avanti a noi, lei è la primizia di quello che anche noi saremo; lei è assunta in cielo, ma resta profondamente legata a noi pellegrini sulla terra.

Maria: genitrice e madre!   È stato il concilio di Efeso nel 431 a definire il dogma di Maria “madre di Dio”. L’espressione “madre di Dio” è priva di solennità, ma è più familiare. Dalle nostre madri abbiamo imparato a pregare “Santa Maria, madre di Dio”. Sin da piccoli pronunciamo queste parole “madre di Dio”, parole misteriose e contraddittorie se non fossero storiche. Proprio perché storiche, ci chiediamo: perché Dio ha voluto una madre? Le risposte sono tante, una però sembra particolarmente interessante. Maria è stata non solo “genitrice” ma anche “madre”. Le due parole non sono sinonimi: la “genitrice” è colei che genera, che mette alla luce, e questo è comune anche agli animali; una donna che si limita a generare, mette alla luce degli orfani, perché orfano non è colui che manca dei genitori (e come lo potrebbe?), ma di qualcuno che lo faccia crescere nel mondo. Maria non solo ha generato alla vita Gesù, ma lo ha messo al mondo, cioè lo ha accompagnato nella sua educazione e crescita; nella vita pubblica, sotto la croce, Maria è stata accanto a Gesù, e con Lui ha fatto la volontà del Padre. Oggi le urgenze sono tante, ma non va sottovalutata quella di avere madri e padri, che, come Maria, non si accontentino di “mettere alla luce”, ma di “mettere al mondo”. I genitori diventano padri e madri quando non isolano il figlio dal mondo, quando non lo abbandonano al mondo, ma quando lo educano a trovare il suo posto nel mondo. E prendendo spunto da un celebre verso di Dante, un buon padre ed una buona madre raggiungono il massimo quando diventano, come Maria, figli del loro figlio. Può sembrare un assurdo, e invece anche i genitori devono dire grazie ai figli, perché sono nati, perché offrono nuove esperienze ai genitori, perché i figli danno completezza al loro matrimonio, perché i figli, a volte, sono quelli che riportano i genitori alla pratica della fede!

Anno buono … se noi saremo buoni!   Un anno di più rispetto al passato, un anno di meno rispetto al futuro! Mi dà fastidio che non si pensi più all’anno vecchio, e che buttiamo dalla finestra come un piatto rotto, maledetto, carico di tutte le colpe. E pensare che un anno fa lo avevamo accolto e vezzeggiato come il “nuovo anno”, con auguri e champagne! E qualcuno era anche morto, qualche altro finito all’ospedale per colpa dei petardi! Certo, ognuno ha da lamentarsi su ciò che è accaduto nell’anno passato. Ma chi ci potrà garantire che l’anno nuovo sarà tutto “latte e miele”? Il vecchio Leopardi, che aveva fatto della tristezza un canto, metteva sulle labbra di un venditore di almanacchi un augurio per l’anno nuovo. Ma il cliente era troppo esperto della vita per comprare illusioni; era troppo simile al suo autore per dimenticare la stessa scena dell’anno precedente. All’inizio di ogni nuovo anno, noi consultiamo oroscopi per sentirci dire che tutto andrà bene. Lasciamo perdere! Ricordiamoci del proverbio cinese: “Prevedi tutto, tranne il futuro!”. Andrà tutto bene per tutti! Questa è illusione! La speranza è cosa diversa.

Voglio formulare anch’io un paio di auguri agli amici lettori. Anzitutto sforziamoci di vivere la vita, che corre veloce, che è breve. Spingiamoci lontano. Duc in altum! Alla luce del sole! Viviamo, e non lasciamoci vivere! Detto questo, occorre che ci diamo un significato, un interesse, una bandiera, un ideale. Non fermiamoci a guardare i fogli del calendario, le lancette dell’orologio. Occorre dare un senso ai minuti delle ore, alle ore dei giorni, ai giorni dei mesi, ai mesi dell’anno, agli anni della vita. È bello vivere, a patto che abbiamo un motivo per vivere. Cosa ci accadrà nel nuovo anno? Anche senza consultare le stelle, sappiamo che avremo due tipi di avvenimenti: alcuni non dipendono da noi, ma dalle decisioni di altre persone, oltre che da Dio; e tutto resta avvolto nel mistero: ignoramus et ignorabimus. Altri, invece, possiamo programmarli subito; dipendono dalla nostra coerenza e onestà. Quindi non lasciamoci prendere di sorpresa; la raccomandazione del Vangelo “Vigilate” è sempre attuale. Insomma, dobbiamo evitare due errori: quello per cui tutto dipende solo da Dio (il fatalismo e la rassegnazione); l’altro per cui tutto dipende dall’uomo (l’arroganza e l’ateismo). La preghiera di un cristiano per l’anno nuovo non può essere che duplice: che il cammino sia sereno, e che la fine sia nella Casa del Padre. Che ogni nostro lavoro abbia da Dio il suo inizio, e in Dio il suo compimento!

L’olandese Cees Nooteboom ha scritto che “il mondo prende i nostri colori”. Se sei ottimista, il mondo ti sembrerà pieno di luci e colori! Mettiamo via gli oroscopi, gli almanacchi, i tarocchi. Il futuro è nelle nostre mani e di questo futuro dovremo rispondere alla nostra coscienza, alla storia, al Signore della storia. Cosa ci ha dato l’anno vecchio? Cosa ci darà l’anno nuovo? Nulla, né in bene né in male, semplicemente perché il tempo non esiste, è una formula matematica inventata per dividere e misurare la storia della vita. A tutti gli amici faccio l’augurio di Frate Indovino. “Abbiate tutti qualcosa da amare, qualcosa da fare, qualcosa da sperare”. BUONA VITA!