LA FOTO. Armando “polpettina” Cesaro a tavola con Massimo Grimaldi, Stefano Caldoro e Giorgio Magliocca. ECCO LA NUOVA FORZA ITALIA dal basso e dei meritocratici annunciata da Berlusconi
13 Giugno 2018 - 13:41
CASERTA – (Gianluigi Guarino) Solo la Lega può riesumare, seppur in versione rigorosamente zombie, quelli che oggi tengono in mano le redini di Forza Italia in Campania.
Ma andiamo per ordine, prima di arrivare alla Lega, partendo da Giorgio Magliocca. Che noi abbiamo un pensiero difforme dal suo, sulle scelte di affiliazione assoluta, fatte con la famiglia Cesaro, cioè con Giggino la polpetta e il figlio Armando, dal presidente della provincia Giorgio Magliocca, è un dato largamente acclarato. Lo abbiamo scritto e dentro a cortesi e civilissimi confronti personali, gliel’abbiamo detto anche direttamente.
Ognuno rimane della sua opinione, chi vivrà, vedrà. Però vedere questo gruppo che si raccoglie a tavola già in previsione delle prossime scadenze elettorali, proponendo se stesso quale determinatore di comando di quei 4 voti sopravvissuti in Campania per il vessillo di Forza Italia, beh, pensare a una cosa diversa dal sunset boulevard, dal viale del tramonto di un movimento nato con Berlusconi e che con Berlusconi morirà, significa essere tonti o far finta di non capire.
Questi 4 seduti a tavola sono portatori, ognuno di loro, di un disegno individuale, una roba tipo “si salvi chi può“, finalizzato ad ottenere una comoda poltrona che ne finanzi la vita e che soprattutto renda la stessa comodissima nell’esplicazione che, in linea di massima hanno sempre dato al loro agire: l’ignavia.
Ora possiamo tornare al discorso della Lega. Solo il partito di Salvini, come scrivevamo all’inizio, può riesumare questi morti. Lo farà nel momento in cui imbarcherà tutti i riciclati di Forza Italia, (si parla addirittura di Angelo Di Costanzo, oltre che di Paolo Romano), e nel momento in cui ripeterà operazioni, come quella compiuta con Pina Castiello, nominata sottosegretario e protesi politica del suo concittadino afragolese Enzo Nespoli, uomo abile soprattutto nell’elaborazione delle leggi dei sistemi elettorali, ma che ha sul groppone una condanna a 6 anni di reclusione per reati non certo lievi.