LA FOTO. Che intreccio tra lottizzazioni milionarie, Asi e altro ancora. Ecco come nelle ultime due notti Stefano Graziano e Biagio Lusini si sono alleati per far perdere Dario Di Matteo

17 Luglio 2019 - 18:26

TEVEROLA (g.g.) – Quanto hanno contato e quanto hanno inciso nella testa di Biagio Lusini i 20 mila mq di terreno edificabile in località Schiavone, che lui, legittimamente, vuole mettere a valore costruendo, o facendo costruire, appartamenti da vendere poi allo scopo di ricavarne un adeguato valore aggiunto?

Fino a 3 o 4 giorni prima della chiusura della campagna elettorale, hanno contato poco o niente. Nel senso che Biagio Lusini, uno abituato a vincere le elezioni a Teverola era convinto che il lunedì successivo avrebbe indossato di nuovo quella fascia che è stata sua per anni, durante i tempi perigliosi in cui Teverola era zeppa, ma proprio zeppa, di camorristi.

Tra il mercoledì e il venerdì, giorno di chiusura della campagna elettorale, le sue certezze sono diventate meno granitiche. Anzi, a guardar bene le piazze durante i comizi con gli occhi di uno come lui a cui non fa certo difetto l’esperienza sulla politica locale, ha ritenuto che si stesse configurando, per lui, la prospettiva più pericolosa, meno gradita, più indigesta: la vittoria di Dario Di Matteo, fatto cadere l’anno scorso da una congiura interna alla sua maggioranza, capitanata da Gennaro Caserta che s’ andò a saldare proprio con la minoranza di Lusini, in nome dello stesso obiettivo, il cui raggiungimento fu sancito nello studio di un notaio.

Ragionando su una vittoria possibile di Di Matteo, quei 20 mila metri quadrati in località Schiavone hanno cominciato a rodere i pensieri dell’ex sindaco, a trapanargli letteralmente la testa. La vittoria di Dario Di Matteo avrebbe sicuramente reso complicatissima l’idea che Lusini culla da tempo di ottenere una lottizzazione per quella che, invece, essendo una zona B, dovrebbe essere sottoposta ad un regime normativo tale da rendere possibili gli insediamenti residenziali dopo la concessione di adeguati permessi a costruire.

Cosa è successo tra il giovedì, tra il venerdì e la domenica pomeriggio a Teverola lo sanno in molti, ma tutto sommato nessuno s’indigna più di tanto, perché certe cose sono sempre successe e soprattutto da quelle parti sono considerate perfettamente normali, fattori e variabili, seppur non casuali di ogni campagna elettorale. Qualcosa hanno registrato anche i carabinieri, ma questa è un’altra storia che, semmai, comincerà a determinare conseguenze non immediatamente, ma tra qualche tempo.

In molti, soprattutto tra i supporters di Dario Di Matteo, sono convinti che, avendo capito l’andazzo, i diversi mestieranti della politica locale, a partire dalla strana ma saldissima coppia di alleati formata da Stefano Graziano e da Gennaro Caserta, si siano organizzati in modo tale da iniettare nuovi voti nelle vene di uno che di iniezioni se ne intende, cioè l’infermiere, nonché neo-sindaco, Tommaso Barbato.

Si narra pure che, da politico pragmatico qual è, Biagio Lusini, avendo capito di non poterle vincere quelle elezioni, abbia realizzato che il male minore si chiamasse proprio Barbato e che comunque l’obiettivo di riserva, il piano B, non poteva che finalizzarsi nella sconfitta dell’odiato Di Matteo. E così, tre persone, tutte e tre motivatissime a contrastare Di Matteo, a partire da Graziano che ha fatto e sta facendo di tutto per farlo fuori dal comitato direttivo dell’Asi, si sono coalizzate.

Gente come Lusini, Graziano, Caserta può litigare anche cento volte. Ma possiede un’attitudine innata, o costruita già dall’infanzia, a far pace perché, similes cum similibus, parlano tutto sommato la stessa lingua, soprattutto quando c’è da contare i voti e da lottizzare il potere. Insomma, tra leggenda e realtà, fatto sta che Di Matteo ha perso le lezioni per una manciata di voti, mentre Lusini è arrivato terzo e molto staccato.

Pochi giorni dopo, l’ex sindaco è stato immortalato mentre parlava amabilmente al tavolino con Renato Cocchiaro, già caputiano, un suo sostenitore del passato che lo ha anche appoggiato in maggioranza nelle consiliature d’oro del grande amico di Gennaro Pitocchi e della famiglia Canciello. Questo incontro si è svolto negli impianti d’accoglienza all’interno del distributore di carburante di Stefano Graziano, cugino diretto e omonimo dell’altro Stefano Graziano, quello del patto di sangue stretto con Gennaro Caserta. Una coincidenza suggestiva che mette insieme, in una sorta di paradigma metaforico, due dei tre schieramenti che hanno partecipato alle elezioni comunali. La presenza a quel tavolo di Cocchiaro non può essere banalizzata, visto che dopo essere stato un supporter di Lusini, il Renato Cocchiaro ha candidato sua moglie con Tommaso Barbato che, subito dopo la vittoria, l’ha nominata assessore.

Di cosa avranno parlato i due grandi amici che nell’ultima campagna elettorale si sono divisi, per poi forse ritrovarsi, negli ultimi giorni della stessa? Anche del destino dei 20 mila metri quadrati di località Schiavone? Chissà. Sicuro, invece, che se ne stia parlando all’interno delle stanze dei bottoni del comune, dove impera indovinate chi? “E’ lui o non è lui, certo che luì!Lello De Rosa, divenuto una sorta di figura mitologica negli uffici tecnici dell’agro aversano, oltre ad essere il fratello ed ispiratore di Marcello De Rosa, sindaco di Casapesenna e ormai grane elettore di Stefano Graziano.

Al caso della “lottizzazione sì/no, permesso a costruire sì/no” di contrada Schiavone sta lavorando proprio il De Rosa, che l’ingegnere capo a Teverola l’ha fatto anche ai tempi di Lusini. Ci sarebbe una mezza idea di chiedere un parere, ovviamente a pagamento, all’avvocatessa Zampella di Carinaro. Ma è solo un’idea, ancora non concretizzata. Vedremo se succederà, e se succederà, avremo sicuramente da raccontarne altre, anzi molte altre. Perché ricordate bene, le connessioni tra i tre comuni del triangolo industriale, Teverola, Carinaro e Gricignano, e tutte quelle che sono le dinamiche interne o contigue al Consorzio Asi, rappresentano una realtà effettuale, dunque concreta e dunque facilmente dimostrabile con adeguata documentazione.

Alla prossima.