LA LETTERA. “118, CasertaCe accusa ingiustamente De Santis, la Lomascolo e la Fials”. “No, rispettiamo la sua opinione, ma replichiamo punto per punto”

24 Marzo 2023 - 17:16

Ringraziamo questa persona, della cui identità non siamo affatto certi (ma tutto sommato questo conta poco), che ci dà la possibilità di confrontarci e spiegare in maniera dettagliata il segno delle nostre posizioni sullo stato dei servizi di emergenza territoriale dell’Asl di Caserta, chiarendo nel contempo la relazione tra queste nostre posizioni e le funzioni di potestà del dirigente pro tempore Roberto Mannella e dei due facenti funzione

Riceviamo e pubblichiamo:

Gent.ma redazione a tutt’oggi non ho avuto riscontro in merito alla mail di ieri.

In merito all’ articolo occorre sottolineare che non si può e non si deve giudicare qualcuno o qualcosa per la mera appartenenza ad una sigla sindacale.

Gestire un 118 con personale che a volte se la dà alla “macchia “( malattie, legge 104, permessi, cambi di turno decisi all’ultimo) è cosa probante con soli 20 mezzi e poche risorse.

Se è vero come è vero che da 25 anni il sig De Santis ha gestito il 118 bene ne va dato atto,e quindi ci si chiede perchè ora perchè adesso ci sono altri interessi in gioco?! (per non parlare poi di pupille n.b Rosa Lomascolo che lavora ai turni montando e smontando in base alle esigenze degli operatori garantendo sempre un adeguato servizio). Le nomine di Direttore Generale spettano al Presidente della Regione, non possono essere fatte da un giornalista (Guarino) che ai sensi dell art 21 Cost. può esprimere il proprio parere dissenso, ma non indicare .chi sia idoneo o meno a ricoprire ruoli.

a tal proposito concludo che l’articolo, a parere dello scrivente, è un mero attacco strumentale di sigle non allineate o forse vicine a qualche testata o politico??

Si resta in attesa di un cortese riscontro.

Cordialità

dott. Davide Delle Donne

LA REPLICA DI CASERTACE – di Gianluigi Guarino

Gentilissimo dottor Davide Delle Donne,
ci piacerebbe affermare che i suoi siano un nome ed un cognome effettivamente esistenti. Non lo possiamo escludere, ma non lo possiamo nemmeno certificare, visto che di questo nome e di questo cognome non c’è alcuna traccia nel mondo della sanità casertana, campana e italiana.

Per cui, possiamo dichiarare con tranquillità solo che lei è un supporter di Generoso De Santis, che in questi giorni ha sicuramente bisogno di essere sostenuto da un punto di vista morale, dopo la grave vicissitudine giudiziaria che ha il colpito il suo omonimo e cugino diretto, il finanziere Generoso De Santis, in servizio a Napoli e arrestato in carcere con l’accusa di corruzione.

Per altro, non riusciamo a comprendere il motivo per cui ci si nasconde dietro ad uno pseudonimo o dietro ad un account fake. Noi, infatti, non abbiamo mai ritenuto di avere ragione a prescindere e se ci siamo permessi qualche volta di alzare il tono della nostra prosa sull’infermiere De Santis è perché siamo stati costretti ad adegurarci ad una sua forma espressiva, ad un suo linguaggio, da noi assimilato con sconcerto nell’ormai celebro audio pieno di minacce, parolacce e contumelie assortite, inflitte a qualche operatore della sede di Aversa del 118, tra l’altro accusato ingiustamente di aver passato notizie a CasertaCe (ASCOLTA QUI L’AUDIO).

Per comodità espositiva, asseconderemo la scelta onomastica fatta da chi ci scrive e lo chiameremo signor, anzi, dottor Davide Delle Donne, così come si firma.

Abbiamo scelto di rispondere perché, al di là delle argomentazioni, a nostro avviso piuttosto malferme esposte dal Delle Donne, noi auspichiamo sempre una promozione reale di un confronto delle idee. Il dottor Delle Donne ha tutto il diritto di non pensarla come noi sul valore del lavoro svolto da Generoso De Santis e dalla sua strettissima collaboratrice, l’infermiere Rosa Lomascolo, nell’esplicazione della funzione di coordinatore territoriale del servizio emergenza 118 e di coordinatrice della sala operativa di questo servizio cruciale, fondamentalmente per la vita (e anche per la morte) dell’utenza casertana.

Partiamo dalla prima affermazione formulata da Delle Donne.

Non si può e non si deve giudicare qualcuno o qualcosa per la mera appartenenza ad una sigla sindacale“.

Sono e siamo perfettamente d’accordo con lei. Tanto d’accordo da non averlo mai fatto in vita nostra. Se lei si riferisce alle dinamiche espositive di CasertaCe in merito all’attività del sindacato Fials, allora le dico e le diciamo che è successo esattamente il contrario di quello che lei sostiene.

Da ormai un paio di lustri, e forse anche di più, pensiamo tutto il male del mondo sul modo di operare di certi dirigenti sindacali, a partire da Salvatore Stabile da Aversa, vero e proprio dominatore – questo lei non può negarlo – in ambito provinciale, ma in parte anche regionale. Mai e poi mai questo è successo attraverso un’enunciazione secca, scarna, apodittica, cioè basata su una verità a priori.

Riflettendoci un attimo sopra, riteniamo che da 2010 ad oggi, questo giornale avrà pubblicato almeno 200/250 documenti ufficiali, delibere, determine, atti giudiziari, comunicati sindacali, che hanno costituito l’unica base di valutazione dell’operato di persone che, né il sottoscritto, né alcuna componente di questo giornale hanno mai conosciuto di persona e hanno mai incrociato in qualche comunicazione telefonica o social-digitale.

Tutto quello che abbiamo pubblicato è stato frutto di un lavoro durissimo, intenso e assolutamente garantista. Le nostre inchieste giornalistiche, a partire da quella sul modo con cui gli Stabile ponevano la loro ipoteca sull’attività del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta, è stata compiuta in scienza e coscienza, al punto che la procura di Aversa-Napoli Nord, passando per i carabinieri del Ros, fino ad arrivare al giudice per le indagini preliminare, ne abbia validato i contenuti in un’ordinanza che, tra gli altri, ha portato all’arresto del figlio di Salvatore Stabile, ma anche dell’immissione nel registro degli indagati di diversi iscritti Fials, da Ferrandino in poi.

Quell’ordinanza, a cui evidentemente l’inchiesta giornalistica di CasertaCe ha contribuito, è stata trasfusa in un processo penale ancora in atto, a cui si è arrivati per effetto di un rinvio a giudizio, scaturito da un giudice diverso dal gip che aveva ordinato gli arresti. Un magistrato deliberante che ha operato in questa circostanza nella sua versione di giudice per l’udienza preliminare.

Abbiamo utilizzato solo l’esempio di questa vicenda del Dipartimento Salute Mentale che vale per tutte le altre, visto e considerato che sull’attività dei vari Stabile, Ferrandino, Mona e compagnia potremmo scrivere un libro di mille pagine, tanto lungo, dottor Delle Donne, proprio perché corredato da documenti incontestabili e ineccepibili, che abbiamo trovato e ricavato in centinaia e centinaia di ore di durissimo lavoro.

E allora è proprio il contrario di quello che lei sostiene: CasertaCe si è scontrata con dei comportamenti inquietanti e ha dovuto necessariamente collegarli a nomi e cognomi. Se Salvatore Stabile si fosse chiamato Mario Brambilla, sarebbe stata la stessissima cosa. Dopo aver collegato i fatti a delle carte di identità, abbiamo dovuto necessariamente – come del resto hanno fatto i magistrati della procura di Aversa all’interno dell’ordinanza – connettere questi ad un’organizzazione formalmente riconosciuta, attraverso cui questa attività fosse resa possibile.

E solo a quel punto si è arrivati alla sigla Fials che, in quanto tale, per noi non significa un tubo. Perché sarebbe stata esattamente la stessa cosa e ci saremmo comportati alla stessa maniera se, invece che Fials, si fosse chiamata Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up o qualsiasi altro modo.

Perché se una persona si comporta male, il fatto che rappresenti formalmente l’associazione delle Orsoline o dei Carmelitani Scalzi, non gli garantisce una sorta di moratoria o un’amnistia costantemente applicata.

Lei sostiene che dietro ai nostri articoli ci sia la simpatia per un altro sindacato: lei per buona parte ha torto, ma c’è anche una porzione di ragione in questa sua osservazione.

CasertaCe esamina i fatti, gli argomenti, i documenti che gli sono sottoposti da chiunque lo voglia fare e se ritiene che abbiano un valore giornalistico, se ne occuperà, perché ritiene anche di avere spalle larghissime per valutare solo i contenuti di una questione, anche se questa gli è stata presentata da Lucifero, Jack lo Squartatore o Francesco Schiavone Sandokan.

La piccola parte di ragione lei ce l’ha in quanto a noi questo Nursing Up ci è stato sempre simpatico. E sa perché? Essendo lei dottore, probabilmente ha letto I Promessi Sposi e, quindi, conosce anche la metafora del vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro.

L’idea che c’è un sindacato che è riuscito per anni e anni a resistere alle potente amministrazioni delle cosiddette grandi sigle, l’idea che ci possa essere un sindacato capace di fare proseliti e divenire il più rappresentato all’ospedale di Caserta, nonostante non abbia mezzi ed entrature, anche politicamente parlando, di una Cgil, una Cisl, una Uil; e pur non avendo alcuna attitudine e nessuna volontà di applicare certi metodi, quelli marcati Fials, riesce comunque ad essere credibile agli occhi di tanti infermieri, di tanti lavoratori del cosiddetto comparto.

Questo giornale è sempre stato dalla parte die più dei deboli e mai dalla parte di chi è già forte di per sé e fa valere questa forza con protervia ed arroganza.

Siccome noi non abbiamo nulla da nascondere, possiamo affermare, come già abbiamo fatto in passato, che il sindacato Nursing Up ha tutta la nostra stima e altrettanta considerazione.

Terzo punto: vabbè, lei ci permetterà di essere un po’ meno attivi nella risposta. Comprendiamo che la legittima intenzione di difendere Generoso De Santis e Rosa Lomascolo l’abbia indotta a perdere, nell’ultima parte della sua lettera, il senso di una sufficiente trattazione razionale dei fatti.

Intanto, De Santis non è coordinatore facenti funzioni dei servi territoriali 118 da 25 anni, come lei sostiene. Noi ci muoviamo sempre con grande cautela e prima di scrivere ci informiamo. De Santis ha sviluppato una dignitosa carriera professionale, partendo alla decorosissima e preziosissima attività di calzolaio ed entrando poi nel ramo degli infermieri, svolgendo per diversi anni questa sua funzione all’interno dell’ambulatorio-infermeria della casa circondariale di Carinola.

Per un certo periodo, poi, ha operato quale infermiere di ambulanza per il servizio di 118 e solo da pochissimi anni, per volontà diretta del dirigente Roberto Mannella ha assunto l’incarico di coordinamento e lo ha fatto, per l’appunto, come facente funzioni, dunque per effetto di una decisione monocratica e diretta del dirigente. Ciò è avvenuto dopo che il servizio 118 è passato totalmente, anche nella parte materiale, all’Asl di Caserta, che ha messo a disposizione anche una propria sede della sala operativa, per anni ospitata all’interno dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano.

La nomina della signora Lomascolo sta comunque dentro alla stessa vicenda e allo stesso blocco di nomine effettuate da Mannella, visto che i rapporti tra quest’ultimo e De Santis sono strettissimi, al punto da ritenere che il primo abbia potuto controllare direttamente quello che succedeva nel territorio con le ambulanze e, allo stesso tempo, controllare attraverso la Lomascolo tuto ciò che avveniva o non avveniva nella sala operativa.

Se in questo periodo, segnato anche dall’emergenza covid, ne sono capitate di tutti i colori, se i casi di ritardi gravi e potenzialmente letali dell’arrivo delle ambulanze e dei loro equipaggi sono cresciuti a dismisura, se in soccorso a persone vittime di gravi malori o di gravi incidenti sono andate in diversi casi ambulanze senza medico a bordo, mica se la vuole prendere con noi, dottor Delle Donne.

Il nostro compito era quello di verificare la notizia, responsabilizzando i titolari della podestà dei servizi.

Con chi dovevamo prendercela se non con il responsabile facente funzioni del servizio 118, se non con il responsabile territoriale del 118, se non con la responsabile della sala operativa, sempre facenti funzioni?

Se loro si chiamano Lomascolo, De Santis e Mannella e non Pinco Palla non è colpa nostra.

Chi ci conosce sa bene che avremmo scritto le stesse identiche cose anche a responsabili differenti rispetto al Mannella, De Santis e Lomascolo.

Vabbè, sul fatto che Guarino nomini i direttori generali dell’Asl e lo faccia impropriamente, anzi, aggiungo io, lo faccia illegalmente, ci facciamo una bella risata assieme dottor Delle Donne.

Guardi, le dico una cosa. Se, per assurdo, la titolarità di questa scelta fosse stata mia e non del governatore pro tempo Vincenzo De Luca, avremmo ben altra sanità in Campania e in provincia di Caserta. E pur rispettabili persone, tipo De Santis, continuerebbero a lavorare dignitosamente in condizioni conformi rispetto alle loro abitudini e alle loro capacità.

Siccome questo non accade, dottor Delle Donne, è del tutto evidente che non sia io oppure CasertaCe ad occuparmi delle nomine delle strutture della sanità regionale e casertana.

P.S. C’è arrivata anche una presunta mail che reca addirittura la firma della consigliera regionale Pd, Bruna Fiola. Onestamente stentiamo a credere che l’abbia scritta di suo pugno o che l’abbia solo sfiorata, visto che si tratta di un elogio stringatissimo e scritto anche con una prosa discutibile che un consigliere regionale formulerebbe nei confronti di De Santis. Ci metteremmo in contatto con qualcuno dello staff di Fiola, per provare a svelare questa roba decisamente strana.