LA LETTERA. I medici specializzandi casertani: “Noi discriminati ed esclusi perché l’Asl deve favorire i soliti noti e i raccomandati”

8 Maggio 2021 - 19:01

Qui sotto l’accorata presa di posizione, affidata a Casertace. Subito dopo una nostra riflessione, rispetto alla quale noi manifestiamo tutto il rincrescimento dei nostri dejavu, dei nostri “già detto”, dei nostri “sfondate una porta aperta”

 

Gentile Redazione,
vi inviamo questa nota in merito agli ultimi accadimenti che sono stati “sponsorizzati” su varie testate giornalistiche ed anche al TGR Campania, delle “vittorie” dell’ASL Caserta nella lotta alla pandemia di COVID19 che oramai ci assedia da più di un anno. Ci presentiamo: siamo un gruppo di medici specializzandi, che abbiamo risposto subito, senza indugi, ad un bando di arruolamento d’urgenza bandito dalla Regione Campania per fare la propria parte per la vaccinazione della popolazione, precisamente  “Procedura d’urgenza per l’acquisizione di disponibilità al conferimento di incarichi di lavoro autonomo a medici specializzandi per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti SARS-COV2 presso le Aziende Sanitarie della Regione Campania”, indetta con disposizione prot. n. 252 del 24/03/2021 dell’Unità di Crisi della Regione Campania. I medici che hanno dato la loro adesione a questo bando sono stati prima inseriti in una graduatoria regionale unica (visionabile sul sito https://personalessr.regione.campania.it/pages/bandipssr/bandipssr.index.php) e poi “arbitrariamente” suddivisi dalla Regione Campania in base ad un criterio non noto e non specificato nel bando, forse la residenza/domicilio, in ulteriori  graduatorie, una per ASL, composte da egual numero di medici, che sono state poi inviate alle diverse ASL della Regione, ognuna con circa 250-300 medici. Tutte le ASL della Campania hanno convocato TUTTI i medici disponibili nella graduatoria e li ha arruolati, naturalmente eccezion fatta per l’ASL di Caserta, che ne ha attualmente convocati solo i primi 60 di una graduatoria di ben 288 medici, a cui tra l’altro non tutti hanno aderito. Ci sono altri 228 medici disponibili a prestare la loro opera fermi, che non sono stati convocati. La risposta della ASL Caserta alle domande rivolte sul perché questo, è stata che “non servono”. Ció ci lascia letteralmente basiti, dato l’importanza della vaccinazione in questa fase della lotta al virus,  e dalla numerosità della popolazione assistita dell’ASL di Caserta di oltre 1 milione di abitanti, maggiore di quella di altre ASL che invece hanno arruolato tutti i medici disponibili. Ci si interroga addirittura sui farmacisti vaccinatori!! Dunque, perché? Noi ci abbiamo pensato ed una risposta ce la siamo data. Non conviene vaccinare tutta la popolazione quanto prima possibile, o meglio, non conviene ai “pochi” che ci stanno lavorando e stanno guadagnando bene, facendo straordinari su straordinari retribuiti  40 euro l’ora, arrivando a superare di gran lunga le 48 ore di lavoro  settimaninali previste dal D. Lgs. n. 66/08.04.2003 “Riforma della disciplina in materia di orario di lavoro in attuazione delle direttive 93/104/Ce e 2000/34/Ce”, non rispettando nemmeno le 11 ore di riposo forzato.  Meglio abbondare e far riempire le tasche quanto più possibile ai pochi eletti, arrivando a stipendi lordi a 5 cifre!! Dunque meglio non dispiegare la “potenza di fuoco” di  228 medici sul campo, perchè altrimenti ci sarebbe meno lavoro per i pochi favoriti, e forse la campagna vaccinale finirebbe pure troppo presto. Tra l’altro per le vaccinazioni, l’ASL di Caserta sta utilizzando impropriamente i medici USCA, medici “pescati” da una famosa graduatoria il cui bando fu pubblicato a dicembre 2020 molto “in sordina” sull’albo pretorio, personale che dovrebbe invece esser adoperato per l’assistenza domiciliare dei pazienti COVID19 positivi e non usato per le vaccinazioni, per cui è stato bandito apposito bando. Ma poi questi medici USCA rispettano le 24 ore settimanali previsti dal contratto, o anche loro lavorano a più non posso macinando ore su ore settimanali obbligandoli anche a non dormire la notte per raggiungere un prelibato monte ore mensile di lavoro di oltre 250-300 ore? Da tutto ciò  sembra che questa campagna vaccinale sia un qualcosa che faccia più piacere ai pochi “favoriti” che ci stanno lavorando e che stanno guadagnando stipendi di capogiro, che come servizio utile alla popolazione stessa. Si potrebbe fare molto di più da subito,  aumentando le somministrazioni giornaliere riportate dal TGR, organizzando più giornate  tanto pubblicizzate di vaccinazioni open con turni più forzati avendo le forze “fresche” a disposizione da mettere in campo, ma non lo si fa. Senza nemmeno dover scomodare i farmacisti, personale non medico a cui non può esser chiesto un atto. Forse non conviene, ma la domanda è… “a chi”?
Grazie per l’attenzione.

L’OPINIONE DI CASERTACE – Da un lato ci fa piacere, dall’altro ci rincresce, che un gruppo di persone, sicuramente importante – per quello che possono dare alla causa dei fondamentali servizi alla persona – trovi in Casertace l’unico luogo in cui possono dar concretezza al loro diritto, e che diritto, di esprimere un punto di vista che poi non è altro che una denuncia.

Ci rincresce perché Casertace può fare qualcosa, ma non tantissimo, visto che la sua voce continua ad essere solitaria nella difesa dei diritti intesi come luogo materiale e immateriale dove ci si manifesta e ci si esprime in applicazione solenne dei principi generali, quelli contenuti nelle costituzioni degli stati di democrazia liberale, tutte ispirate ai grandi dettami incardinati dei diritti dell’uomo.

Troppo impegnativo, troppo roboante, troppo retorico, questo discorso?

Se non stessimo a Caserta, lo sarebbe senz’altro.

Ma se noi non operassimo a Caserta, figuriamoci se andremmo mai a scomodare la dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo per applicarla a una storia dell’Asl di Caserta, a una vicenda che coinvolge il Dg casoriano Ferdinando Russo.

Era giusto per significare agli amici che ci hanno scritto oggi quello che diciamo ogni giorno, e cioè che tutte le nefandezze, tutto il luridume che emerge nel rapporto tra persone in carne ed ossa e settore pubblico, non si può valutare caso per caso. Perché se si fa così, si imbocca un sentiero che non porta da nessuna parte e sicuramente non porta alla comprensione di quanto sia profondo, immarcescibile, impunito e inattaccabile un sistema, anzi IL sistema, che al di fuori di ogni codice, di ogni legge, di ogni norma e finanche di una cosa enorme, quasi escatologica, come la dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, si è istituito attraverso l’anti-legge.

Insomma, l’errore più grande è quello di banalizzare.

Perché sicuramente, di fronte a quello che leggiamo nelle ultime ordinanze giudiziarie sull’Asl di Caserta, non si può circoscrivere l’analisi e la valutazione.

Queste appartengono ad una mentalità fondata su disvalori: relativismo etico, immeritocrazia, eccetera, che sopravvivono, anzi si rafforzano, anche per colpa delle agenzie dell’informazione che, deliberatamente, tacciono, anzi sono pienamente arruolati nella guardia armata dei controllori del sistema a cui, evidentemente, partecipano a pieno titolo.

Spiegato il motivo del nostro duplice sentimento, cosa volete che vi diciamo, ragazzi? Voi siete un esempio di scuola, il paradigma di quanto faccia schifo la classe dirigente di questo territorio.

Se siete specializzandi, vuol dire che siete medici di 26, 27, 30 anni. Insomma appartenete a quella categoria dei cosiddetti “giovani” di cui tutti i politici si riempiono la bocca, salvo poi agire, operare, in modo da tagliarvi costantemente le gambe, facendovi capire come funziona l’andazzo: o vi piegate al politicante di turno, che vi raccomanda al dirigente dell’Asl, oppure ve la prendete “in saccoccia”.

Il nostro è un territorio contro i giovani, in cui i padri e le madri di mezza età, perfettamente integrati nel sistema, vi incitano ad andarvi a scappellare dal potente di turno, perché tanto, se non lo fate, vi succede che pur avendo il diritto di prestare la vostra opera professionale, contribuendo alla vaccinazione di massa, i potenti vi diranno: ragazzi belli, state a casa, perché noi dobbiamo tenere sempre piena la mangiatoia di quelli che poi portano i voti ai nostri padrini politici.

Sono proprio coloro che registrando sulla carta turni di lavoro lunghissimi, si “pappano” i soldi dello straordinario.

Perché a questi cinquantenni, sessantenni, non basta la posizione economica che si sono costruiti, il più delle volte, senza merito, ma sono così voraci, così cattivi, da strapparvi anche quella piccola cifretta che per voi sarebbe gratificante, non tanto da un punto di vista materiale, ma perché rappresenterebbe il momento in cui, emozionalmente, si ha la percezione – grazie a quei 40 o 50 euro guadagnati – di aver dato un senso ai propri sacrifici, agli sforzi realizzati per arrivare alla laure e ora per conquistare una specializzazione.

Vi rendete conto, dunque, al di là del fatto specifico, di quale sia l’estensione di disvalore, di cattiva società e di cattiva moralità, che si rappresentano nella vicenda che voi avete denunciato?

Forse voi ve ne rendete conto. Il problema è che noi pochi che crediamo nel diritto delle genti, siamo ancora totalmente isolati dall’affermazione di quella logica che, sull’onda della rassegnazione, di un fatalismo espresso sempre attraverso la solita frase “E cioè che così vanno le cose, così sono sempre andate e bisogna adattarsi”, determina i soprusi che voi denunciate e che sono frutto di un modo di amministrare la sanità a Caserta che noi denunciamo ogni minuto e che si manifesta attraverso atteggiamenti, anzi chiamiamoli col loro nome, autentiche porcate, come quelle messe in atti nel Dipartimento della Salute Mentale da altissimi dirigenti aziendali.