LA NOTA. CASERTA città senza politica. Opposizione quasi inesistente. I casi di Stefano Mariano e Nicola Garofalo

17 Maggio 2018 - 18:34

CASERTA(g.g.) Uno degli errori di analisi e di valutazione, compiuti, a Caserta, da chi ritiene di essere all’altezza di valutare i fatti della politica, è stato costituito da una iper concentrazione di questa analisi sul tema dell’amministrazione attiva della città.

Nel senso che si è consolidata come vera e propria vulgata l’idea che tutti i guai di Caserta siano dipesi dalla incapacità degli amministratori comunali avvicendatisi dagli anni 90 in poi.

Per carità, questa valutazione non è erronea e si poggia su solide fondamenta, è anche vero che diventa fallace nel momento in cui si costituisce un’esclusiva della responsabilità del disastro casertano.

Perché, colpevoli ugualmente o addirittura maggiormente colpevoli, sono tutti quanti quei soggetti che, eletti volta per volta per rappresentare la minoranza democratica, l’opposizione, hanno sistematicamente tradito il mandato popolare, costituendo subito un rapporto consociativo con chi aveva in mano i fili del potere.

Sicuramente è questa la tara più grave che rende debole, se non addirittura inesistente, la politica a Caserta. Ci si candida per entrare in consiglio e per entrare in un circuito clientelare. Il partito, il movimento per il quale si corre, rappresentano solo uno strumento che, all’indomani delle elezioni, va velocemente dismesso.

Forse in questa consiliatura stiamo assistendo alla peggiore manifestazione di questo disastro consociativo. Passi per Ventre, che magari ha altri impegni e certo non ha l’età per mettersi a fare il leone durante le sedute del consiglio. Ma, onestamente, lo spettacolo che offrono soprattutto Nicola Garofalo e Stefano Mariano, è, da un lato desolante, dall’altro lato paradigmatico di quello che abbiamo scritto fino ad oggi. Non si ricorda un intervento polemico; non si ricorda una sola iniziativa reale e consistente di denuncia politica dell’azione di questo sindaco e dei suoi assessori.

Tutto ciò crea una voragine enorme in cui la buona volontà di CasertaCe finisce per mettere a disposizione se stessa e la propria identità per svolgere, in supplenza, l’azione di controllo. Qualche volta ci provano quelli di Speranza per Caserta. Ma certamente un’opposizione alla Cobianchi non si intravede neppure usando il microscopio più preciso.

Forza Italia e Fratelli d’Italia dovrebbero compiere una riflessione seria sul modo con cui sono rappresentate in consiglio comunale. Se non lo faranno, vuol dire che alle dirigenze politiche di questi partiti sta bene l’inciucio, il consociativismo, il ricottificio che umilia la città, proiettandola in uno stato di arretratezza tipico di quelle società in cui non esiste dialettica e confronto politico sulle cose che appartengono alla vita quotidiana dei cittadini. E sta bene anche il definitivo affossamento del centrodestra.