LA NOTA. Gli episodi di via Ferrarecce, S. FELICE e S.TAMMARO ennesima prova del disastro della sanità dell’Emergenza casertana. Un breve punto di vista su Michele Tari e Roberto Mannella

27 Giugno 2021 - 19:33

Ma sarebbe stato così difficile dotare la struttura posta al servizio dell’emergenza covid, di tre o quattro ambulanze con annessi equipaggi sanitari, diverse, autonome da quelle del 118 che nonostante la situazione disastrosa in cui versa, è stata costretta anche venerdì scorso a rispondere signor sì a Michele Tari per il nuovo hub vaccinale attiguo al centro commerciale Campania

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Ci sono 100mila, forse anche 150mila ragioni per cui non nutriamo alcuna stima professionale nei confronti del dirigente Asl Michele Tari. Tutti questi 150mila motivi sono stati declinati, spiegati, argomentati, documentati nel corso di 10, forse, addirittura, 12 anni e in migliaia di articoli, sì, avete letto bene, migliaia di articoli.

Durante tutto questo periodo, lungo, lunghissimo, non abbiamo mai avuto, pur auspicandolo pubblicamente più volte, la possibilità di ospitare un punto di vista di Tari, di integrazione o meglio ancora sarebbe stato di confutazione dei nostri articoli e delle centinaia e centinaia di atti amministrativi che ne hanno rappresentato sempre solida struttura di riscontro, premessa e causa unica delle ragioni da noi esposte.

Tari, invece, ha preferito fare quello che hanno fatto tanti altri mandarini come lui: ha presentato querele avendo l’obiettivo di zittirci e non certo quello di aprire un fronte dialettico sugli importanti temi della sanità territoriale, pensando contestualmente che gente come noi, che vive per testimoniare i valori in cui crede, potesse spaventarsi di fronte allo spauracchio delle spese legali e della superficialità di qualche giudice che, quando CasertaCe non era ancora conosciuta come lo è oggi, tirava fuori sentenze cervellotiche, dimostrando nelle tre o quattro righe dedicate alle motivazioni, di non essere stato nemmeno sfiorato dall’idea di leggere nella loro interezza, dall’inizio alla fine, l’articolo o gli articoli contestati. Vabbè, acqua passata.

Ora quegli stessi magistrati, bontà loro, li leggono eccome i nostri articoli e certo non più per procedere ai nostri danni, ma utilizzandoli come strumento per le indagini, così com’è accaduto per tutto quello che abbiamo scritto negli anni, sul porcile del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta, rispetto al quale abbiamo dovuto svolgere un ruolo di supplenza di fronte al nulla totale espresso da Michele Tari che da responsabile anticorruzione dell’Asl, non si era, anzi, non si sarebbe accorto mai di nulla, di tutti quelli che rubavano, che truccavano le gare d’appalto, che facevano le orge, che si ammucchiavano e potremo continuare le ore.

Oggi  abbiamo dato notizia di due gravi episodi che (CLIKKA QUI PER LEGGERE

) si aggiungono ad un altro, verificatosi giovedì (CLIKKA QUI PER LEGGERE) che hanno di nuovo sottolineato impietosamente il disastro in cui versa il servizio di emergenza e di soccorso 118.

A Michele Tari, responsabile di tutto l’ambaradan del covid in provincia di Caserta, poniamo una domanda facile facile: sarebbe stato così difficile, di fronte ad un avvenimento sanitario mondiale senza alcun precedente nella storia, davanti ad un’emergenza epocale, che la struttura guidata da Michele Tari, si organizzasse in modo da avere a disposizione tre o quattro ambulanze con i rispettivi equipaggi, dedicate solo e solamente alle questioni riguardanti l’attività di soccorso e anche di supporto vaccinale in ambito covid,senza andare ad intaccare la già disastratissima e insufficiente flotta dei mezzi utilizzati per il soccorso 118?

E invece, le ambulanze sono state attinte sempre dall’emergenza. E’ successo di nuovo qualche giorno fa, quando Tari ha scritto al direttore della unità operativa semplice di dipartimento 118 Roberto Mannella chiedendo (si fa per dire, diciamola tutta), che questi mettesse a disposizione un’ambulanza, sottratta naturalmente dal cruciale servizio di emergenza e soccorso, e posta a supporto dell’apertura di un punto vaccinale nell’area prospiciente al Centro commerciale Campania.

Sarebbe riduttivo, però, ritenere che l’origine e il motivo di tutti i guai attraversati dal servizio 118 in questi ultimi mesi, siano dovuti alla totale assenza di visione strategica nella programmazione del lavoro e dei servizi, non armonizzati tra esigenze covid ed altre necessità dell’emergenza, da parte di Michele Tari. Al riguardo, non possiamo autocensurarci, mancando di ribadire ancora una volta che purtroppo anche le scelte del dirigente dell’emergenza e del soccorso Roberto Mannella sono state pessime.

Non può e non potrà mai funzionare un servizio pubblico se le ragioni che conducono alle nomine dei titolari delle funzioni di coordinamento rispondono, così com’è successo nel 118 di Caserta e così come noi abbiamo scritto facendo nomi e cognomi in almeno tre articoli, in base a logiche sindacatocratiche, per di più premiali nei confronti di una sigla in particolare, la Fials, che ancora oggi evita di affrontare il problema di fare piazza pulita al suo interno, che ancora oggi è nel pieno controllo di Salvatore Stabile, padre di quell’Antonio Stabile, ridotto per mesi e mesi agli arresti domiciliari, per l’ordinanza DSM.

E’ chiaro che la logica, la filosofia professionale, ma voglio aggiungere la filosofia di vita di un Salvatore Stabile, di una Fials che abbiamo appreso in molti suoi dettagli nell’ordinanza del tribunale di Aversa, non potrà mai iniettare autentica preparazione, processi meritocratici, qualità nel sistema che individua le strutture responsabili dei servizi.

L’abbiamo scritto un sacco di volte. Roberto Mannella, intriso evidentemente, altrimenti non si può spiegare il segno di certe sue reazioni, di una cultura da prima repubblica, ma proprio quella cantata da Checco Zalone nella colonna sonora del film “Quo vado?“, non ha capito, limitandosi a ripetere, come una campana stonata, che le ricostruzioni di CasertaCe non erano esatte, negando in pratica l’evidenza ed esprimendo dunque il retaggio dell’apparenza che vale molto più della realtà. Insomma, roba di 30 o 40 anni fa. Solo che quando si scherza con la vita della gente, quando queste tare, tare non Tari, condizionano l’espressione dell’esercizio di governo e di potestà in aree delicatissime come queste, si rischia di fare veramente dei disastri.