LA NOTA MARCIANISE. Per la vicesindaca Angela Letizia nomina nell’Agenzia dei Beni Confiscati. La necessaria fenomenologia di Antonello Velardi

30 Maggio 2019 - 12:44

MARCIANISE – Angela Letizia, vicesindaco di Marcianise, ha avuto un incarico, non sappiamo ancora di quale genere, all’interno dell’agenzia che coordina l’assegnazione e la gestione dei beni confiscati alle mafie.

La notizia, di per sé, potrebbe anche lasciare indifferenti, perché il rilievo legato alle competenze specifiche che dovrebbero essere sempre le ispiratrici di ogni nomina all’interno di un ente pubblico – in questo caso di un’agenzia dello Stato che dipende direttamente dal Ministero degli Interni – può essere agilmente superato al grido mozartiano “Così fan tutti”, questa è l’Italia.

Se sono diventati ministri alla Pubblica Istruzione e all’Università persone senza laurea, che magari una università non l’hanno vista manco di striscio, per quale motivo Angela Letizia non può partecipare alla esplicazione quotidiana del disvalore dell’immeritocrazia che da decenni tarpa le ali a questo paese?

Ma il problema non è questo: quando Antonello Velardi dava il meglio di sé, non dovendo esporre le sue vere qualità, le sue caratteristiche culturali, ma giocando le sue partite nella dialettica spicciola collegata alle categorie della scaltrezza, del relativismo etico, della disinvoltura valoriale;
quando Antonello Velardi ha fatto fortuna, interpretando magistralmente lo spartito che conta, dimostrando di sapere bene come si arrivi in cima nell’Italietta, emblema vivente di quello che l’attore comico Zalone avrebbe poi meravigliosamente sintetizzato in un suo film (“Studi?” – “Sì”- “Sappi che in Italia non conta un cazzo”);
quando Velardi ha fatto tutte queste cose, è venuto a contatto con altre entità ispirate fondamentalmente dalle sue stesse qualità: spioni dei Servizi, prefetti, alti ufficiali della Guardia di Finanza, papaveri di ogni altezza o bassezza.
Insomma, Ugo Fantozzi avrebbe detto “tutti i gran farabutti italiani”.

Dunque, il problema non è rappresentato dalla nomina, da parte del prefetto Frattasi, in passato massimo rappresentante del governo a Latina, poi dirigente del Viminale, abbia dato questo incarico alla vicesindaca Angela Letizia. Ripetiamo, qui fa il ministro chiunque.
Ha fatto il senatore anche Antonio Razzi, per quale motivo la Letizia, che di Razzi è meglio, non può avere un incarico nell’agenzia dei beni confiscati?

Il problema è che mentre il Velardi vero, perdendo totalmente la percezione di sè, smarrita nella vertigine del potere, fa quello che non ha mai fatto in passato, cioè si mostra al naturale e pubblicamente lasciando tutti quelli che, pensando di avere a che fare con uno importante de “Il Mattino” ritenevano, chissà perché, che questi possedesse delle qualità o quantomeno una presentabilità dialettica, politica, etico-morale.
Noi che invece sapevamo scrivevamo esattamente articoli come questo già allo spirare del 2015, quando il nome di Velardi cominciava ad affacciarsi come diktat renziano in prospettiva delle elezioni comunali di Marcianise.

Dunque, la nomina della Letizia è utile per capire, per spiegare bene questo cortocircuito identitario.
Qui però non siamo di fronte a un classico caso alla dottor Jeckill e Mister Hyde. Non siamo di fronte nemmeno a una doppia personalità.

Esiste un solo Velardi ed è quello che non lascia “Il Mattino” (mettendo però il suo stipendio a carico dei marcianisani) perché gli garantisce ancora la possibilità di interloquire con certi poteri e la sopravvivenza di quel magma relazionale da cui gemma la nomina di Angela Letizia.

Ma questo è il medesimo Velardi manifestato, rivelato, come sindaco di Marcianise. E il medesimo Velardi che costituirebbe materia interessante per antropologi e psicologi, se questi si mettessero a leggere un attimo quello “che si è fidato” si scrivere su quello che chiama il suo Diario in tre anni di amministrazione comunale.

La conseguenza del ragionamento è la seguente: non è la nomina di Angela Letizia ad essere scandalosa, ma è la sua ragion d’essere.

Perché questa nomina è figlia di un unico padre, le cui caratteristiche umane erano sconosciute fino a tre anni fa. La nomina di Angela Letizia è figlia del combinato, altamente tossico, tra il Velardi degli spioni, del generale Spaziante, della peggiore Italia (quella che ha prodotto tantissime trame occulte e una loggia massonica che a un certo punto si pose il fondato obiettivo di governare il Paese) e il Velardi disarmantemente cazzaro per quanto si mostra banale, ignorante, comicamente tronfio, che dà spettacolo di sé ogni giorno da sindaco di Marcianise.