LA NOTA MARCIANISE. Presidente Angela Letizia, se lei chiede cose come quelle che ha chiesto ieri sera ai consiglieri, poi non si lamenti se diventa oggetto di gossip e ingiuste malevolenze

1 Aprile 2021 - 13:05

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – Viene da chiedersi, dopo la sua sortita di ieri sera, se la presidente del consiglio comunale Angela Letizia sia la garante dell’intero organismo di rappresentanza, che nella sua essenza normativa è il luogo in cui abitano e si sintetizzano i voleri, le visioni, i consensi e i dissensi dell’intera città di Marcianise.
Dunque, sia di quelli che oggi sono rappresentati dalla maggioranza politica che sostiene, con piena legittimità, l’amministrazione in carica, sia di quelli che si riconoscono nelle posizioni di chi svolge la funzione della opposizione democratica; oppure, se la Letizia sia la balia più o meno asciutta della funzione esecutiva, impersonata, nella sua massima espressione, dal sindaco Antonello Velardi.

Ieri sera, durante la seduta del consiglio, la presidente si è espressa e largamente esposta con una richiesta, formulata al civico consesso, sintomatica di un condizionamento emotivo, risoltosi in una vera e propria mozione degli affetti: ha chiesto a tutti i consiglieri di esprimere solidarietà al primo cittadino per gli attacchi ricevuti via social all’indomani dei suoi provvedimenti (peraltro, come abbiamo scritto e dimostrato, largamente illegali), che hanno disegnato uno schema originale, una vera e propria variante virale della zona rossa così come questa è stata definita dal governo e dalla Regione Campania.

Il consiglio comunale è il luogo delle mozioni d’ordine o di contenuto, non delle mozioni degli affetti.
Ciò non vuol dire che l’istituzione non viva dei momenti che esulano da una fredda e razionale applicazione dei suoi poteri, così come questi sono regolati dalla norma.
In consiglio, infatti, si litiga, spesso si alza la voce, ci si emoziona, ci si può addirittura sentire male.

Ma in consiglio, però, non può succedere che chi lo rappresenta nella sua interezza, dunque attraverso una esposizione istituzionale e non politica della sua funzione, spacci, così come ha fatto la presidente Letizia ieri sera, una situazione di conflitto politico, peraltro innescato dalle provocatorie e farneticanti misure restrittive con cui Velardi ha colpito i commercianti e tante attività provate dalla pandemia.

Per cui, ci scusi l’ardire, presidente Letizia, ma come le viene in mente che tutta la bagarre social, peraltro mitigata dal fatto che tanti marcianisani hanno capito che si è trattato di una trappola finalizzata proprio a farsi attaccare (in modo da aprire di nuovo la vertenza scorta), debba essere interpretata dentro ad un compartimento stagno in cui l’evidenza dispone che sul tema specifico non ci si possa dividere tra maggioranza e opposizione e che inoltre – parafrasando le sue parole – “sui valori fondamentali bisogna procedere uniti, fermo restando le ragioni del conflitto politico, che rimangono fuori”.
Dunque, qualche “vaffa”, qualche rimbrotto postato in Facebook da commercianti che oggi, 1 aprile 2021, sono già arrivati a perdere l’80% del loro fatturato, rappresenterebbe, secondo la Letizia, un fatto da condannare a prescindere, mentre non è in discussione la modalità meramente monocratica, autoritaria e sprezzante rispetto alle prerogative di un consiglio comunale, che andava quantomeno interpellato per produrre un atto di indirizzo alla funzione esecutiva, con cui Velardi ha ordinato le nuove restrizioni.

Tutti, presidente Letizia, ognuno dei 13 componenti della maggioranza, anzi 12 escludendo lei dal computo, sanno bene una cosa: le misure adottate dal sindaco Velardi sono un fatto meramente politico. E se l’essere un consigliere comunale di maggioranza, di una maggioranza come questa, può portare ognuno dei 12 a ritenere le misure adottate giuste, se non addirittura doverose, con l’assunzione di una posizione di autentica truppa cammellata, nessuno, ripetiamo, neppure il più scalmanato supporter di Antonello Velardi, può appiccicare alle presunte misure anticovid l’etichetta della istituzionalità, di quella evidenza oggettiva si cui nessuno può discutere.

Quella roba lì, infatti, è mossa dal fatto che dentro al pensiero umano, tra le sue tante incertezze, debolezze, divisioni, tra le tante teste individuali portatrici di interessi spesso egoistici, c’è una piccola porzione di certezze, ad esempio l’aritmetica dove 1+1=2 e non ci sono santi che tengano.
Ma lei, presidente Letizia, crede veramente che quello che ha deciso Velardi appartenga a quella porzione di certezze e possa affiancarsi all’evidenza dell’1+1=2, davanti alla quale non ci si può dividere?

Pur non avendo risparmiato, negli incisi di questo nostro articolo, di ribadire la nostra posizione sulle misure citate, ci siamo sforzati di entrare nella testa del rispettabile e legittimo presidente del consiglio comunale di Marcianise per capire se, attraverso un ragionamento liberato da ogni scoria partigiana, si potesse rinvenire anche una minima ragione in grado di giustificare ciò che la presidente Letizia ha chiesto ai consiglieri, scontrandosi con la prevedibile reazione durissima della minoranza, davanti alla quale il sindaco ha abbandonato l’aula per farvi ritorno dopo la conclusione della fase delle interrogazioni, innescando l’ulteriore reazione dei consiglieri di opposizione, che a quel punto hanno abbandonato definitivamente la seduta.

Abbiamo cercato, dunque, le ragioni per cui tutto questo è successo, per cui si è innescato questo meccanismo di dura contrapposizione attivato dalla richiesta formulata dalla presidente del consiglio comunale.

Con rispetto parlando, questa ragione, seppur minima, seppur residuale, non l’abbiamo trovata. Magari, se Angela Letizia vuole spiegarcela, noi saremo lieti di aprire un dibattito con lei partendo dalla pubblicazione integrale di un suo scritto.
Per cui non si lamenti se a Marcianise fanno le battute e il gossip. La ragione delle parole della Letizia, non potendo essere trovata tra i numeri razionali, nel significato della somma 1+1=2, è altrove.

Ora, se uno non è interessato al gossip, alle malevolenze, se non è attratto dalle dinamiche da “Grande Fratello”, può fermarsi qua.
Ma siccome la carne è debole e noi umani abbiamo l’attitudine a spiare dal buco della serratura, a non farci i fatti nostri, va da sé che il gossip fiorisca e diventi ingiustamente fatto politico a sua volta.

Ma questo accade – nel fatto specifico di Marcianise riguardante la dinamica dei rapporti tra lei e il sindaco Velardi – non solo perché, parliamoci chiaro, se vediamo due ragazzi del “Grande Fratello” che litigano e si accapigliano per gelosia sentimentale o altre ragioni simili puoi essere anche un intellettuale con tre cattedre alla Sorbona, l’occhio glielo lanci proprio perché sei umano, ma si verifica soprattutto perché è lei, presidente Letizia, che lo fa accadere, è lei, presidente Letizia che presta il fianco esponendo delle ragioni che, a voler fare i signori, non possono non essere reperite in sfere diverse da quelle i cui confini tracciano le competenze e i poteri della funzione che lei esercita.