LA NOTA. REGGIA DI CASERTA, Gerry Calà alla cena-spettacolo. E menomale che nella sala del Trono c’era il “cacatone”, altrimenti arrivava pure Er Piotta

17 Maggio 2018 - 10:31

Caserta (Pas. Man.) – Il successo della Reggia di Caserta nella ristorazione con la formula della cena spettacolo è un crescendo. Il museo, sceso oramai nel campo dell’intrattenimento tout court, senza soverchi patemi per il decoro ed il prestigio del luogo, ridotto al rango di un pubblico esercizio commerciale e con buona pace dei ristoratori professionali, i cui locali, per quanto eleganti e funzionali, non potranno mai competere con quelli del Palazzo Reale, è lanciato a più non posso.

Sabato sera si sono tenuti ben due ricevimenti. Uno, quello di festeggiamento per i 50 anni del Rotaract, per il quale sono stati imbanditi tavoli (nella foto, uno di essi) per cinquecento posti a sedere nella sala Romanelli della ex scuola superiore della pubblica amministrazione, con l’allestimento persino di un palco con imponente strumentazione acustica per uno spettacolo di Gerry Calà. Gli ospiti si sono trattenuti sino alle tre di notte dopo aver gustato un menù più che squisito (in foto, la lista dei piatti serviti).

Invece nella sala degli Alabardieri, negli appartamenti storici veri e propri, si è tenuta, dalle ore 19.30, una cena-buffet di un’associazione di magistrati, nell’ambito di un convegno tenuto a Napoli e conclusosi a Caserta con una visita speciale alla Reggia; tale momento conviviale è stato curato dalla ditta Donatella

Cagnazzo.

E viene da chiedersi se l’esclusione all’uopo della sala del trono non sia da mettere in relazione, per un istintivo e comprensibile disgusto, con le feci umane trovatevi solo qualche giorno prima.

Naturalmente non abbiamo niente da recriminare o obiettare nei confronti dei promotori di iniziative del genere, considerato che si avvalgono di una possibilità consentita dalla direzione del monumento per una scelta gestionale, per noi scellerata, ma legittima.

Anche se, mentre capiamo le dinamiche psicologiche implicate da un matrimonio alla Ammaturo, ci piacerebbe che le classi dirigenti del paese come queste sapessero affrancarsi dalla lusinga di considerare conveniente per il proprio prestigio ed il proprio ruolo solo ambienti esclusivi per retaggio aristocratico, storico, artistico. E sapessero, per autentico rispetto al nostro patrimonio culturale, orientarsi diversamente in tali scelte, posto che i comuni locali pubblici del segmento del lusso, se proprio si è propensi ad esso, si sprecano.

La nostra denuncia, invece, è per questo uso commerciale, elitario, spesso cafonal, e contrario alla funzione di un museo, che sempre più viene fatto del Palazzo Reale.

Che peraltro non è senza conseguenze sul piano della tutela materiale del compendio monumentale, se si considerano alcuni aspetti.

In primo luogo, la incapacità di idonea vigilanza su questo tipo di eventi, conclamata in decine di episodi, espone gli elementi architettonici, le decorazoni e le opere d’arte della Reggia ad ogni sorta di rischio.

In secondo luogo, per allestire gli ambienti, per gli intrattenimenti e per il catering, occorre movimentare tavoli, sedie, ponteggi, pesanti attrezzature, con danni certi, inevitabili per la legge dei grandi numeri, a causa di cadute, sfregamenti, sbrecciature, urti e quant’altro.

E’ credere alla befana se si immagina che tutte le operazioni possano avvenire senza guasti. Operazioni di non poco impatto, le quali, nel migliore dei casi, consistono nel trasportare, attraverso i finestroni e per mezzo di una scala elevatrice, tutti i materiali da uno dei cortili interni al vestibolo dai delicati marmi. Poi da qui trasferirli dove servono e metterli al loro posto per l’uso dei tecnici e degli ospiti, sperando che siano assennati e che non struscino le cose, non facciano cadere posate e bicchieri, che non versino a terra vino e liquori, o fumino abbandonando le cicche come viene e potremmo continuare, ovviamente.

C’è una ragione credibile per tutto questo e per quello che dovrebbe essere un presidio di alta cultura?