Ad Script

LA NOTA. Vabbe’, scrivono tutti…Nostra signora degli Intimissimi, il cerchio magico del Cav, la rabbia di Marina Berlusconi e il voto a favore del governo Conte

20 Gennaio 2021 - 12:42

C’è chi si stupisce in queste ore della decisione della senatrice. Noi che l’abbiamo raccontata in decine e decine di articoli, non lo siamo affatto. Ripercorriamo rapidamente la sua parabola, per un certo periodo intrecciata a quella di Francesca Pascale, con un Giggino a purpetta sempre pronto a interpretare i pensieri più reconditi del presidente 

 

PIEDIMONTE MATESE  – (Gianluigi Guarino) Qual è stato e come è stato il rapporto tra CasertaCe e Maria Rosaria Rossi? Sereno, gaio, scapricciato. In passato, quando tutti, ma proprio tutti, la chiamavano “la badante di Berlusconi”, con quei Robespierre in prima linea e sempre in servizio permanente ed effettivo de “Il Fatto Quotidiano”, noi non ci siamo fatti risucchiare da quella che poteva essere definita tranquillamente una vulgata. In CasertaCe non si è mai letta questa definizione troppo aggressiva, troppo astiosa per quelli che sono sempre stati gli standards della nostra goliardia. E d’altronde, non è che Maria Rosaria Rossi, originaria di Piedimonte Matese, ma saldamente incardinata nella Capitale, si arrabbiasse per questa cosa della badante.

Giggino a purpetta che è un semi analfabeta, ma non è uno stupido, non lo è mai stato, ha avuto sempre la capaictà di fiutare l’aria che c’era attorno al Cavaliere, che fino a qualche anno fa, significava una sola cosa: a quale femmina o a quali femmine Berlusconi guardava con attenzione e con non infondata bramosia, nel dato momento che l’ottima polpetta era chiamato ad interpretare politicamente in modo da curare i suoi interessi e i suoi obiettivi?

In principio, o meglio “nel mezzo del cammin di (sua) vita…politica” fu Francesca Pascale. In una visita del Cav a Napoli, gli si avvicinò, come d’altronde avevano fatto anche Nunzia De Girolamo e sua sorella, con i risultati che pure di lì a poco diventarono evidenti. Fulminato dalla sua bellezza ed evidentemente anche da altre qualità più profane, Berlusconi strinse subito un rapporto con quella ragazza e Cesaro, lesto lesto, la nominò assessore provinciale al tempo in cui lui era presidente.

Quando Maria Rosaria Rossi era in auge, noi di CasertaCe ci occupavamo di certi movimenti imprenditoriali, realizzati da propri familiari, anche sull’asse Gori e di quel mondo di mezzo collegato a tutto il sistema dell’acqua regionale, al tempo nelle mani di Stefano Caldoro. Certo, saremmo ipocriti, farisei e perbenisti, e non è così, com’è evidente a chi ci segue da anni, se negassimo il seguente dato di fatto materializzatosi davanti ai nostri occhi una volta appurato che tra le qualità precipue di Maria Rosaria Rossi non c’erano quelle della dialettica, dell’eloquio, di una preparazione culturale fortemente evoluta, e quando, soprattutto in conseguenza di ciò, il nostro occhio è finito sul suo maestoso davanzale.

Però, l’abbiamo risolta a modo nostro. Con una battuta, con la lingua tranquillamente riparata all’interno della bocca, ridendoci sopra e senza dispensare schizzi di livore che, invece, trasudavano a litri dal foglio di Robespierre detto il Travaglio. Per cui, mutuando un notissimo spot pubblicitario, ribattezzammo l’ottima matesina “Nostra signora degli Intimissimi”, ritenendo che questa fosse una parafrasi carina, satirica, ma non certo offensiva. Non sappiamo se si incazzò o meno. Sicuramente si incazzò molto di più, quando scrivemmo di alcune interessenze di qualche suo parente matesino in alcune società.

Giggino la polpetta che ci vedeva bene, anzi che ci ha sempre visto bene nella testa del Cavaliere, nominò la Rossi commissario di Forza Italia per la provincia di Caserta. Memorabili sono rimaste le sue audizioni in stile quirinalizio, nella sala di rappresentanza dell’Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista, quando, davanti alla sua porta, “si faceva la folla”, tra i vari Affinito, Romano, Magliocca e chi più ne ha più ne metta.

Poi successe un fatto che i lettori più attenti di CasertaCe sicuramente ricorderanno perchè lo riportammo in Italia solo noi: Berlusconi, durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2015, accusò un serio malore mentre si trovava in provincia di Caserta, in un forsennato tour, organizzatogli proprio dalla coppia Pascale-Rossi che non lo abbandonava praticamente mai, mentre le temperature erano già superiori ai 30 gradi all’ombra. Quella mattina era addirittura prevista una sua trasferta ad Aversa.

Quando Marina, la figlia maggiore del Cav, ed è questo il retroscena riportato solo da noi, seppe di questa cosa, andò su tutte le furie ed ordinò perentoriamente alle due dinamiche donzelle, di togliersi dalle scatole, perchè se il padre avesse continuato con quei ritmi, avrebbe sicuramente tirato le cuoia.

Si può dire che da quel momento iniziò la parabola discendente della Pascale ma anche della Rossi. La prima, adeguatamente ristorata con case e quattrini, vive finalmente in libertà la sua legittima e rispettabilissima omosessualità, legandosi anche a persone, tipo la cantante Paola Turci, che di Berlusconi sono stati durissimi avversari, schierati sempre contro di lui.

La Rossi, considerando che si trovava in linea di massima, per una parte, in quelle stesse condizioni della Pascale, al netto del discrimine sessuale, fu ristorata con una ricandidatura al Senato, dove però, in questi tre anni, è stata una semplice soldatessa di plotone.

Chi è stato al centro dell’attenzione come lei, chi ha vissuto l’emozione del lusso scintillante, dei velluti, degli arredamenti preziosi, delle auto più lussuose, delle super tenute lombarde e della Sardegna più bella e radiosa, incontra, di solito, ma il problema non riguarda certo solo la Rossi, molta più difficoltà di una persona che non ha avuto queste possibilità, di rientrare nei ranghi.

L’atto di ieri sera, il voto a favore del governo Conte e dunque del Movimento 5 Stelle, del Pd, cioè di tutti quelli che sono stati i più acerrimi nemici di Berlusconi, di tutti quelli che oggi, coerentemente sono protetti dal “Robespierre…Fattuale”, può stupire chi, maneggiando le agenzie di stampa, inserisce la notizia senza conoscere la storia più o meno recente di Forza Italia. Chi invece come noi la storia la conosce e l’ha anche scritta, considera assolutamente normale il fatto che la Rossi abbia votato la fiducia a Conte, visto e considerato che questa Forza Italia, cioè la Forza Italia che si è auto emendata in relazione all’età ormai veneranda del suo leader, non le interessa più.

Questo partito non può, soprattutto per questioni biologicamente irreversibili, costruire modelli di realizzazione delle carriere politiche, come quelli attuati fino al 2015, cioè fino a quando Berlusconi non si è avvicinato agli 80 anni.

Va da sè che Maria Rosaria Rossi non trovi più gli spunti, gli stimoli giusti per stare in un partito oggi rappresentato in pubblico da un esponente, quell’Antonio Tajani che con tutto il rispetto sembra il nipote del signor Travet, il personaggio dell’omonimo film diretto da Mario Soldati che fu il primo ad essere trasmesso dalla Rai, nel giorno in cui, il 3 gennaio 1954, l’annunciatrice Colombo lanciava i primi programmi ufficialmente trasmetti in etere. Come poteva rimanere, la Rossi, in un partito il cui facente funzioni non conosce nemmeno una sola barzelletta osè e che nel pieno di una festa scatenata in quel di Villa Certosa si addormenterebbe su una poltrona, già alle 9 e mezza?