La retata degli agenti della Penitenziaria. Del Monaco (M5s): “Trattati come delinquenti, in quel carcere situazione esplosiva da anni”

29 Giugno 2021 - 16:20

SANTA MARIA CAPUA VETERE – La bomba a orologeria è esplosa. Da aprile 2020 a oggi, il carcere di Santa Maria Capua Vetere, fortemente sotto pressione, con un personale penitenziario in grave carenza numerica rispetto ai detenuti, ha subito un altro duro colpo.
Arrestati per presunti abusi e maltrattamenti numerosi agenti di guardia, fatto a dir poco increscioso.
Perché? Perché messi alla gogna mediatica, sottoposti a stress emotivo mai come prima e, fino a prova contraria, ad ingiusta reclusione, prelevati in piena notte nelle loro cose come i peggiori dei criminali.
Poteva essere evitato? Credo di sì.
Ho visitato personalmente il carcere, parlato con gli agenti e fatto visita alla celle in cui, alcuni degli arrestati, risiedono al momento.

Ciò che da mesi, anzi, da più di un anno, sta accadendo nella casa circondariale è assurdo.
Non voglio difendere alla cieca o a spada tratta. Non voglio accusare senza prove, tantomeno inneggiare ad una meritata (e ipotetica) mattanza da parte della polizia penitenziaria.
Sono però membro della Commissione Difesa, psicologo e generale in ausiliaria: voglio si faccia luce sui numerosi casi, sui molteplici interventi, sulle modalità di gestione, sulle reali condizioni di lavoro di questi uomini dello Stato.

Ho lavorato in carcere, ne ho visitati tanti, conosco le dinamiche, le difficili situazioni che possono crearsi, soprattutto in periodi di fortissima tensione.
Ma il lavoro dell’agente di polizia penitenziaria va tutelato, va tenuto maggiormente in considerazione…non sono poliziotti di serie B!
Sono uomini e donne, come ho ribadito più volte, che quotidianamente convivono con detenuti, persone con trascorsi difficili, realtà psichiche non di semplice gestione e tutela.
Non facciamo di tutta l’erba un fascio: tantissimi sono i detenuti che provano a redimersi, che non hanno colpe in merito alle risse di facinorosi e violenti… ma ciò deve valere per entrambe le parti.
Se ci sono agenti che hanno abusato del loro potere (se di potere si può parlare) è giusto che paghino, perché nessuno ha il diritto di fare del male al prossimo, soprattutto se il prossimo sta già pagando e scontando una pena. Infierire è un gesto impietoso e vergognoso.

Se, però, la polizia penitenziaria, nell’impossibilità di svolgere il proprio lavoro, nell’impossibilità di agire davanti ad una situazione di emergenza, di pericolo o di violenza, è costretta a subire attacchi fisici dai detenuti, la giustizia dov’è?

È bene stabilire chiaramente i ruoli, non solo i limiti; è necessario rivedere tutta una serie di procedure ed eventuali provvedimenti, non osannare comportamenti indegni, e soprattutto, non permettere il ribaltamento delle situazioni/condizioni: arrestare con una sorta di blitz degli agenti di polizia, spiattellare in prima pagina le loro foto in divisa, ancora prima di appurare colpe e confermare arresti, ancora prima dei leciti dubbi su quanto avvenuto, è davvero fuorviante, un modus operandi scellerato.

Come altrettanto vergognose sono le affermazioni pubbliche del garante regionale dei detenuti.
È necessario, per il bene di tutti, mantenere la calma e la lucidità per permettere che si facciano le dovute indagini in piena trasparenza.
Sparare fuochi di artificio fuori al carcere, alla notizia degli arresti degli agenti, è un paradosso che va stigmatizzato, non acclamato.

Scriverò pertanto una lettera indirizzata al Capo dello Stato, al Ministro della Giustizia, al Vice Presidente del CSM e al Capo del Dap, affinché si faccia luce sul caso Santa Maria Capua Vetere e che, una volta per tutte, la posizione della polizia penitenziaria, a livello nazionale, trovi una più giusta considerazione.

On. Antonio DEL MONACO