LA SENTENZA. Tre anni di reclusione al “famigerato” ingegnere Maurizio Francesco Malena. Assolto Giacco, ma potrebbe incombere la prescrizione

8 Febbraio 2022 - 17:43

Stamattina la sentenza dei giudici della prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Oltre alla condanna reclusiva, è stata aggiunta anche la pena accessoria…

 

GRAZZANISE Un bel po’ di tempo fa ci siamo occupati dell’indagine, attivata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. su alcuni interventi edilizi al cimitero di Grazzanise. Il fatto che ce ne siamo occupati in periodi significativamente datati, non depone bene sulla tenuta della sentenza di condanna, incassata stamattina dall’ingegnere calabro-grazzanisano Maurizio Francesco Malena, per tanto tempo dominus del controverso Ufficio tecnico del Comune di Grazzanise, un vero e proprio ottovolante dagli anni del variopinto e inquietante sindaco Parente in poi.

Depone male perché se oggi è arrivata una sentenza di primo grado, occorrerà tempo perché la Corte d’appello si pronunci in quella di secondo grado. Non ne parliamo poi di eventuali  ricorsi in Cassazione. Ora, è vero che Malena è stato condannato a tre anni di reclusione a cui si aggiunge la pena accessoria di sospensione di 5 anni dai pubblici uffici per i reati di falso materiale e per quello, ancor più grave, di falso in atto pubblico, ma si sa che la prescrizione, poi, quando trascorre un numero cospicuo di anni è sempre dietro l’angolo. Di questo Malena abbiamo sempre scritto in termini tutt’altro che elogiativi. I racconti che incameravamo raccontavano di un dirigente molto disinvolto, anzi, più che disinvolto. Da oggi anche il tribunale di Santa Maria Capua Vetere , prima sezione penale collegio C, condivide la medesima opinione. Per Malena il pubblico ministero aveva chiesto 3 anni e sei mesi. I 6 mesi in meno sono sicuramente legati all’attenuazione delle attenuanti generiche.

Diverso è stato il destino per l’ingegnere Gioacchino Francesco Giacco, il quale invece è stato assolto perché il fatto a lui ascritto non sussiste, nel senso che i comportamenti di Giacco non configurano, secondo il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la commissione di alcun reato in concorso con quelli compiuti da Malena.

Anche il cognome Giacco non è estraneo alla storia della vagonata di cose di cui si è occupato Casertace nei suoi anni. Se non è quello che scappò a gambe levate dal Comune di Marcianise, dove il sindaco Antonello Velardi lo aveva assunto ai sensi dell’art. 1101 del Tuel, magari è un parente. Di Gioacchino Francesco Giacco si conoscono gli incarichi avuti in Comuni importanti a partire da quello di Casoria. Del collegio difensivo hanno fatto parte gli avvocati Emilio Maddaluna, Giuseppe Caccavalle, Raffaele Cocchiaro e Claudia Cocchiaro.