La storia di Ciccio ‘e Brezza. Un “pioniere” di Michele Zagaria, il primo omicidio che non si scorda mai, gli 800 appartamenti di S.PRISCO e l’odio di Zio Michele per l’evraiuolo
20 Febbraio 2020 - 19:16
CAPUA – (g.g.) A distanza di un mese esatto, l’udienza che ha ospitato, davanti ai giudici della corte di assise presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’interrogatorio di Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, merita un ulteriore approfondimento che vada al di la dei fatti peculiari, di cui tutti si sono un pò occupati, relativi al rapporto tra questo camorrista reo confesso e la politica capuana, coinvolta in questo processo parimenti a Francesco Zagaria imputato al pari dell’ex sindaco ed ex consigliere provinciale Carmine Antropoli, dell’ex assessore comunale Marco Ricci e dell’altro ex assessore Taglialatela.
La prima parte dell’interrogatorio è, diciamo così, molto sofferta. Il pubblico ministero della dda Maurizio Giordano, che insieme al collega Alessandro D’Alessio ha compiuto le indagini che hanno portato poi all’emissione di diversi provvedimenti di custodia cautelare in carcere, deve far quadrare la necessità di valorizzare ciò che Francesco Zagaria può dire e può offrire come neo collaboratore di giustizia alle ragioni dell’accusa all’interno del dibattimento, con la necessità di mantenere il segreto su alcune situazioni che in questo processo sono rivelabili solo in parte, visto che sono strumento, ugualmente prezioso, di ulteriori indagini compiute dalla dda e che potrebbero condurre all’emissione di nuove ordinanze di custodia cautelare.
Da qui le domande che potremo definire “parzializzate” dal pm Giordano. Questi, in un paio di occasioni, chiede a Francesco Zagaria di spiegare in generale alcuni fatti senza entrare in alcuni particolari importanti. A un certo punto, la cosa si fa un pò complicata e rispetto al primo omicidio, evidentemente già confessato da Ciccio ‘e Brezza negli interrogatori riservati a cui si è sottoposto davanti ai magistrati della dda, gli scappa un “2002” che indica l’anno in cui Zagaria partecipò al primo suo omicidio.
Un dettaglio temporale che il pm gli aveva chiesto di non svelare. Il segreto invece rimane tutelato in merito all’identità della vittima di questo delitto di camorra che segnò il salto di qualità di Francesco Zagaria che da esponente importante, ma non fondamentale del gruppo Zagaria del clan dei casalesi, diventò quello che nella mafia siciliana si definisce un uomo d’onore.
Insomma, questa prima parte dell’interrogatorio il cui stralcio integrale pubblichiamo in calce, ci fornisce un’idea precisa: Francesco Zagaria è stato un camorrista a tutto tondo, a 360°. Uno della prima ora che si è relazionato a Michele Zagaria sin dai primi anni 90 e anticipatamente rispetto ad altri uomini che hanno segnato la storia di questa fazione del clan dei casalesi, come ad esempio Massimiliano Caterino o mastrone e Michele Fontana o sceriffo.
Ciccio ‘e Brezza racconta di essere diventato un collaboratore criminale del clan sin dai tempi del duplice omicidio di altri due “pionieri”: Gennaro Licenza e Giovanni Sagliano, uccisi contemporaneamente da Sebastiano Caterino il quale gli sparò mentre questi andavano a soccorrere proprio Michele Zagaria che si era ribaltato con l’auto, nel corso di un inseguimento al citato Sebastiano Caterino, l’evraiuolo, un boss bardelliniano, un killer spietato con cui il clan dei casalesi avrebbe saldato definitivamente il conto il 31 ottobre del 2005 nel famoso e più volte citato agguato di via dei Romani a Santa Maria Capua Vetere in cui svolse un ruolo anche lo stesso Francesco Zagaria Ciccio e Brezza, il quale, imputato anche per questo reato, ha fatto sì che l’intero processo, anche per quanto riguarda le parti relative a capi di imputazione diverse dall’omicidio, cioè quelli riguardanti Antropoli, Ricci e Taglialatela, si svolgesse al cospetto del solenne collegio di giudici togati e popolari della corte di assise.
Francesco Zagaria cita più volte Salvatore Nobis detto scintilla e Nicola Del Villano. sono dei suoi contemporanei. Nel senso che condividono con lui i primi anni dell’ascesa di Michele Zagaria, quelli immediatamente successivi al 1990. Nicola Del Villano è stato l’autista personale di Michele Zagaria durante la prima latitanza dello stesso. Ed è stato colui con il quale Francesco Zagaria ha collaborato per le estorsioni anche all’indomani del suo trasferimento, per matrimonio, a Capua. Ed era Del Villano ad accompagnarlo al cospetto del boss nel periodo della seconda ed ultima latitanza di questi.
Un altro momento complicato è quello riguardante il racconto su una delle attività economiche messe in piedi da Francesco Zagaria: il deposito di materiale edile in quel di San Prisco. C’era andato perchè Salvatore Nobis e Pasquale Zagaria, fratello di Michele Zagaria e che Ciccio ‘e Brezza definisce “un grande imprenditore del movimento terra“, gli avevano confidato e garantito che a San Prisco, di li a poco sarebbero stati costruiti 800 appartamenti. Con quel deposito di materiale edile Ciccio e Brezza si proponeva quale fornitore, più o meno unico, degli imprenditori che quelle case avrebbero dovuto costruire.
Qui il pm gli chiede di mantenere la riservatezza sui nomi delle persone a cui Francesco Zagaria ha fatto gestire quel deposito. Si tratta di identità che il pentito ha già rivelato alla dda e che i magistrati dell’antimafia stanno utilizzando per un’indagine specifica. Però una cosa la dice Zagaria: il nome della sua società titolare di questa attività era Andromeda srl.
Dire Zagaria a Casapesenna è come nominare il signor Rossi a Milano. E’ il cognome ampiamente più diffuso per cui è importante incastrare il personaggio della criminalità di cui ci stiamo occupando nel filone familiare giusto: Ciccio ‘e Brezza non è imparentato con Michele Zagaria bensì con un altro Francesco Zagaria, precisamente con quello definito come Francuccio la benzina, marito di Elvira Zagaria e vero “ministro dell’economia” del clan, quello per intenderci che ai tempi della direzione generale di Luigi Annunziata aveva un suo ufficio nell’ospedale civile di Caserta e che morì prematuramente di tumore, diventando protagonista di un funerale a cui partecipò anche qualche politico di grido, molto conosciuto, oggi parlamentare.
Ultimo passaggio sulla parentela: la nonna di Ciccio ‘e Brezza era la sorella della mamma di Nicola Del Villano. Insomma, prozia, zio e nipote in un garbuglio veramente complicato da dipanare di relazioni parentali che hanno dato corpo, poi, a tante relazioni criminali.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI FRANCESCO ZAGARIA