L’ASL DEI MARIUOLI. I 53 nomi degli indagati, Carizzone “arrestato 53 volte” e i motivi della reclusione al re delle Rsa Michele Schiavone

8 Aprile 2021 - 13:34

L’elenco che pubblichiamo integralmente in calce, va riproposto con una chiave di lettura diversa ed importante: stabilendo chi oggi è ancora nell’organico dell’Asl di Caserta e chi invece non lo è più, si potrà ragionare meglio sui motivi per cui a talune persone sono state applicate misure cautelari più gravi, a partire dall’arresto, mentre ad altre, no. Il giudice “sdogana” del dirigente nella catena degli affetti che renderebbe impossibile la sua fuga

 

AVERSA(g.g.) Nel quotidiano appuntamento con il focus sulle ruberie diffuse all’interno dell’Asl di Caserta, partiamo con la nota di colore, più che altro una battuta: il giudice per le indagini preliminari Maria Gabriella Iagulli che ha firmato l’ordinanza che ha portato all’arresto di decine e decine di persone tra dirigenti apicali, impiegati, collaboratori dell’Asl e imprenditori che attraverso la corruzione si aggiudicavano appalti e affidamenti, scrive testualmente nella prima parte del suo ragionamento con cui motiva l’applicazione degli arresti domiciliari, misura più mite rispetto all’arresto in carcere chiesto dalla procura per Luigi Carizzone, dirigente del mega Dipartimento della salute Mentale dell’Asl di Caserta “Carizzone risulta stabilmente radicato nel territorio a cui è legato da motivi familiari (ha moglie, figli e amanti) e patrimoniali. Non ci sono motivi per ritenere che si darebbe alla fuga.”

Il giudice dunque pone come uno dei motivi per i quali il carcere non rappresenterebbe una misura proporzionata all’inquadramento complessivo della figura di Carizzone quello dei rapporti affettivi. Siccome la presenza di questa indagine di Patrizia Rampone, anch’essa raggiunta da un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari, poi revocato dallo stesso gip, ad epilogo di una crisi di nervi che necessitò delle cure del reparto di Salute Mentale dell’ospedale di Sessa Aurunca, non può non inserire nella catena affettiva del dirigente anche la figura dell’amante, definendola precisamente come tale.

L’amante affianca nel meccanismo degli equilibri affettivi di Carizzone, la moglie e i figli. In poche parole, aggiungiamo noi, è l’esistenza di questa sorta di famiglia allargata che diventa motivo per escludere categoricamente la possibilità che il dirigente del DSM possa darsi alla fuga. Una possibilità che, com’è noto, attiva la ragione forse principale per la quale viene applicata la custodia in carcere e non quella ai domiciliari.

Viene da dire che sarebbe molto interessante sviluppare ulteriormente il ragionamento per stabilire quale fosse la posizione di questa materiale scala affettiva che diventa oggetto di un ragionamento concreto, attinente direttamente al discrimine sui titoli cautelari, della moglie, dei figli e dell’amante. In sostanza, Patrizia Rampone quanto contava nella vita sentimentale di Carizzone? Non avremo mai questa risposta, ma il fatto che la gip abbia utilizzato l’argomento per fini giudiziari, ha solleticato in qualche modo i nostri estri.

Ritornando alla sintesi di quello che pubblichiamo oggi, vi riproponiamo l’elenco di 53 indagati. Non siamo in grado di dirvi ora, perchè occorrerebbe ritornare a sviluppare un approfondimento delicato delle prime pagine di un’ordinanza che ne conta più di mille, se si tratta di tutte le persone, raggiunte a vario titolo da una misura cautelare, che non necessariamente deve essere annoverata tra quelle reclusive.

Però, il fatto che il giudice abbia preceduto la sua trattazione sulla qualità delle misure cautelari adottate in base alle richieste del pubblico ministero, lascia pensare che si tratti di persone attinte da qualche misura più o meno afflittiva. E d’altronde ha senso riassumere in un solo documento lo status professionale di questi indagati. Perchè non è irrilevante, rispetto all’applicazione di una misura cautelare di limitazione della libertà personale, il fatto che una persona sia ancora dipendente dell’Asl, come la maggior parte di quelle contenute nell’elenco, o se al contrario, dagli organici dell’Asl è uscita per pensionamento o altro.

Il discrimine è di facile deduzione: se uno è ancora dipendente, ha molta più possibilità di inquinare le prove, di reiterare il reato, approfittando dello status di indagato a piede libero. Se uno non è più un dipendente, questa capacità si riduce, anche se non si annulla completamente, visto e considerato che per Carizzone, ad esempio, i domiciliari vengono considerati appropriati, perchè, pur essendo andato in pensione il 4 gennaio 2020, la rete di relazioni, i suoi addentellati, la conoscenza approfondita di tutti i meccanismi relativi alle procedure amministrative, la capacità che il gip definisce addirittura “ineguagliabile” di realizzare imbrogli, reati dentro a queste procedure, rappresenta uno dei motivi per cui non può stare a piede libero, visto che riuscirebbe sicuramente ad inquinare le prove pur non accedendo agli uffici del DSM, in cui ha dominato per decenni.

Significativo è anche l’elenco dei capi di imputazione provvisori per i quali va applicata la misura degli arresti domiciliari: sono ben 53 e valutate che alcune delle richieste formulate dal pm, ad esempio quelle relative all’associazione a delinquere o ad una particolare applicazione del reato di peculato, sono state rigettate, altrimenti Carizzone avrebbe varcato sicuramente quota 60. Ma anche i 53 capi rappresentano un record.

Occhio, nel titolo noi abbiamo scritto che Carizzone è stato arrestato 53 volte. E’ chiaro che si tratta di una forzatura in termini strettamente giuridici. Ma non lo è in termini logici e perchè no, anche empirici. Nel momento in cui la gip ri-elenca tutti i capi di imputazione e i sotto capi per i quali lei firma l’arresto, crea la seguente condizione: Carizzone viene arrestato solo una volta, non 53 volte. Però, se su questi 53 capi, uno fosse caduto, rimanevano altri 52 motivi per arrestarlo; e ne fossero caduti due, altri 51 e, attenzione, se ne fossero caduti 52, il dirigente del DSM sarebbe stato arrestato lo stesso per la sopravvivenza di un unico capo per il quale il gip avesse stabilito l’esistenza di motivi cautelari.

Poi c’è la posizione della Rampone che pubblichiamo nello stralcio, pur avendovi già informato, come facemmo al tempo della sua liberazione dai domiciliari. Infine, Michele Schiavone, altro personaggio di grande spicco visto che dimentichiamo troppo in fretta, che si tratta di un imprenditore, considerato uno dei leader dell’assistenza socio sanitaria in questa provincia. Tanto forte, da lanciare il figlio in politica fino alla carica di presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca e fino ad un a candidatura tra le più controverse, tormentate e complicate che la storia delle elezioni regionali a Caserta, dal 1970 ad oggi, comprenda e ricordi. Michele Schiavone è un corruttore. Per la gip è sicuramente così. E anche su di lui viene inserito l’elenco dei capi di imputazione provvisori per i quali, al netto delle associazioni a delinquere, che sono cadute, così come abbiamo scritto l’altro giorno, merita l’arresto ai domiciliari, per 6 motivi e anche per Michele Schiavone vale lo stesso ragionamento fatto testè in proposito, per Luigi Carizzone.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELLL’ORDINANZA