L’ASL, PANZAROTTO E CARTA DA ZUCCHERO. Vi spieghiamo perchè il modesto Della Ventura è diventato un potentissimo. Gli interessi economici della famiglia Stabile in centri privati convenzionati

10 Aprile 2021 - 12:30

Completiamo oggi la carrellata dei 5 indagati, tutti ai domiciliari e tutti oggetto di una richiesta di arresto in carcere da parte della procura, da noi ritenuti il fulcro dell’intero sistema corruttivo scoperchiato dall’indagine del pm Giovanni Corona e dei Nas dei carabinieri

 

AVERSA(g.g.) Continuiamo la carrellata con la quale stiamo ricostruendo, negli ultimi giorni, il filo delle valutazioni, operate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Aversa Maria Gabriella Iagulli, nell’atto di motivare le misure cautelari restrittive della libertà personale di decine e decine di indagati, la maggior parte dei quali dirigenti, funzionari e impiegati dell’Asl di Caserta, con il corredo di alcuni imprenditori corruttori, tra cui spicca soprattutto il nome del re delle residenze socio sanitarie Michele Schiavone.

Oggi ci occupiamo delle posizioni di Francesco Della Ventura e di Antonio Stabile, ritenendo entrambi gli ultimi due fondamentali anelli di una catena criminale imperniata sulla figura di Luigi Carizzone, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale, su quella del già citato Schiavone e ancora su quella di Cuono Puzone, patron della sedicente associazione di volontariato La Misericordia.

Nei prossimi giorni andremo poi a valutare, sempre dalla lettura attenta di ogni passo di questa ordinanza, a nostro avviso, tra le più importanti nella storia recente della provincia di Caserta, se varrà la pena soffermarsi ancora sulle motivazioni relative ad altre posizioni, soprattutto quelle dei professionisti, dei medici, provando a capire se e quando il gip ha applicato misure o ha deciso di non applicare alcuna misura, diversamente da quanto richiesto dalla procura della repubblica di Aversa-Napoli nord.

Dicevamo di Della Ventura. Sulla carta, questo qui non doveva stare nel gruppo della creme criminale. Tutto sommato, come nota il gip Iagulli, si tratta di un semplice assistente amministrativo. Con tutto il rispetto, strappa anche un sorriso la sua vena trash che si valorizza con lo straordinario vestitino carta da zucchero che impazza su CasertaCe e che ormai i nostri lettori hanno imparato a riconoscere, dopo che il protagonismo di Della Ventura lo ha fatto diventare “ospite fisso” degli articoli di questo giornale.

Lui è un assistente amministrativo, ma è in grado di orientare, truccare appalti fondamentali per milioni e milioni di euro. Ora, aggiungendo qualcosa di nostro a ciò che il gip scrive, questo dimostra che il potere reale all’interno dell’Asl di Caserta, ma anche all’interno di tanti altri uffici pubblici di questa terra, risiede in chi è disposto a rischiare direttamente per aggiustare gli appalti e gli affidamenti. Anzi, più fesso appari, più improbabile sei come postura, e meno dai nell’occhio.

Ciò perchè il problema dei dirigenti, dei funzionari, cioè delle strutture burocratiche apicali, non è costituito dal dubbio sul fatto che sia giusto o meno giusto rubare, sull’argomento non c’è dubbio (per loro rubare è bello, normale), ma riguarda il timore di poter essere scoperti. E allora, uno come Della Ventura, col suo vestitino carta da zucchero, è proprio quello che ci serve. Anche perchè, chi è disposto a oliare la ruota della corruzione, non è mai un capitano d’industria, un fine interprete della propria funzione imprenditoriale, ma è uno alla Cuono Puzone e, tutto sommato, alla Michele Schiavone, i quali riescono tranquillamente, agevolmente e utilmente per i propri obiettivi criminali, a rapportarsi con uno come Della Ventura, riconoscendolo rispetto ad una cultura che appartiene anche a loro e che gli riconoscono il ruolo di mediatore.

Discorso diverso, invece, per Antonio Stabile. Qui il giudice Maria Gabriella Iagulli, è stata sobria ed elegante, pur avendo fatto capire che lui, da semplice co.co.co., pianificava stando sullo stesso piano di Luigi Carizzone, le grandi operazioni di gestione del Dipartimento di Salute Mentale. E siccome non era uno scienziato, ma al massimo simpatico al punto che i suoi concittadini lo conoscono con il grazioso appellativo di “panzarotto”, questa sua potenza che lo portava a stare dentro a certe partite le quali, osserva testialmente il gip, riguardavano “alcune strutture, che gestiva in maniera occulta, convenzionate con il DSM“.

E allora, l’aiutiamo un attimo noi la gip Iagulli. Antonio Stabile contava in questa maniera grazie al suo cognome. I potenti dell’Asl, sia quelli che operavano a Caserta, sia quelli che operavano a Caserta, ma anche tutti gli altri, riconoscevano in Salvatore Stabile, padre di Antonio, un interlocutore temibilissimo, in grado di destabilizzare le strutture sanitarie, attraverso il sindacato Fials, utilizzato, come abbiamo scritto negli ultimi 10 anni in 300, 400 articoli, in maniera a dir poco impropria e con uno schema che il grande Marco Pannella avrebbe chiamato sindacatocratico, ma che in realtà era un qualcosa che andava pure al di la del meccanismo spartitorio e lottizzatorio, avvicinando, seppur in senso lato, il modello Fials, a quello di certi sindacati americani, soprattutto i sindacati degli autotrasportatori, che negli anni 50 e 60, come ci insegna la biografia del loro leader Jimmy Hoffa, andarono ad occupare una sorta di zona grigia su cui i fratelli Kennedy, soprattutto Robert, ministro della giustizia, indagarono creandosi anche, diciamo così, delle inimicizie al di la della zona grigia che non è escluso abbiano avuto a che vedere con la morte violenta di entrambi.

Benintenso, noi non vogliamo dire che la Fials sia come il sindacato degli autotrasportatori. Abbiamo usato questo esempio, per chiarire un modello di pseudo sindacalismo che coltiva in realtà interessi estranei alla funzione che costituzionalmente viene attribuita e garantita a quelli che dovrebbero essere bastioni della democrazia.

Per entrambi, cioè per Della Ventura e per Stabile, la procura aveva chiesto l’arresto in carcere, per entrambi, più magnanimamente, la gip ha deciso per gli arresti domiciliari, peraltro confermati, il che non è un fatto irrilevante, tutt’altro, dopo il vaglio, generalmente garantista, soprattutto con gli incensurati, del tribunale del Riesame di Napoli.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA