LATTE E CAMORRA. Nel processo ai fratelli Capaldo arriva la testimonianza del prefetto. TUTTI I NOMI

17 Marzo 2023 - 16:11

CASAPESENNA – È stata ascoltata dai giudici, dalla procura e dagli avvocati del collegio difensivo Maria Rosaria Laganà, attualmente prefetto per il territorio provinciale di Brescia, nel processo che si sta celebrando alla Prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, scaturito dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sulla presunta gestione e sul controllo della criminalità organizzata relativamente alla distribuzione del latte in Campania, in questo caso nelle mani dei nipoti di Michele Zagaria, il superboss del clan dei Casalesi.

La prefetto è stata ascoltata in qualità di ex dirigente della Direzione beni confiscati all’interno dell’Agenzia nazionale dedicata proprio alla destinazione d’uso di ciò che viene tolto dalle disponibilità immobiliari della criminalità organizzata.

Laganà non ha ricordato molto di quella questione, della storia della Euromilk dei fratelli Filippo e Nicola Capaldo, società che aveva con la Parmalat contratti per la distribuzione del latte in Campania.

Il giudice presidente del collegio Caparco, la procura e il collegio difensivo composto dall’avvocato Giuseppe Sparaco e dai colleghi Giuseppe Stellato, Nello Sgambato, Angelo Raucci, Ferdinando Letizia, Pasqualino De Lucia, Giuseppe Sparaco, Ettore Stravino e Vincenzo Maiello, si sono dati appuntamento alla prossima udienza per la fine di aprile per ascoltare gli ultimi testimoni presenti nella lista inoltrata proprio dagli avvocati della difesa.

Euromilk, secondo l’inchiesta della Procura antimafia, avrebbe continuato ad avere il controllo della distribuzione del latte Parmalat grazie a dei funzionari della multinazionale, Antonio Santoro, originario di Casagiove, e Lorenzo Vanore, originario di Caserta, ma anche attraverso il supporto dell’imprenditore di Castellammare di Stabia Adolfo Greco.

I contratti tra Euromilk e Parmalat, dopo che la società dei Capaldo venne sequestrata e sottoposta ad amministrazione giudiziaria per una interdittiva antimafia, sarebbero continuati attraverso un’altra impresa riconducibile ai fratelli, la Santa Maria srl.

Ciò fu possibile anche grazie all’attività di Adolfo Greco, che avrebbe concesso ai nipoti del boss latte da distribuire a un prezzo stracciato per diversi mesi, creando un potere economico alla neonata impresa.