LAVORO. L’allarme dei sindacati: “Per Caserta non c’è più tempo”

13 Luglio 2021 - 16:15

NAPOLI/MARCIANISE – “Non c’e’ piu’ tempo da perdere per il comparto industriale del Casertano”, oggetto di “un inarrestabile depauperamento” dopo che negli ultimi anni note multinazionali – da Whirlpool a Jabil – hanno acquisito pezzi importanti dell’industria manifatturiera della provincia, senza pero’ rilanciarla. L’allarme, ancora piu’ attuale con lo stop al blocco dei licenziamenti, e’ stato lanciato dalle segreterie provinciali e regionali dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, che hanno organizzato per il 20 luglio davanti alla Regione Campania l’ennesimo presidio dei lavoratori. In una nota congiunta, le segreterie sindacali ricostruiscono le varie vertenze che riguardano il Casertano.

“La multinazionale americana Jabil che aveva acquisito prima il colosso tedesco Siemens e poi quello svedese Ericsson – ricordano i sindacati – ha visto ridurre gli organici in maniera progressiva fino ad arrivare alla recente presentazione di un piano industriale che dovrebbe saturare entro il 2023 solo 250 dipendenti dei 480 attuali. Dalla multinazionale negli anni sono usciti diversi lavoratori ‘accompagnati’ in reindustrializzazioni che ad oggi vivono serie difficolta’ di saturazione e di attuazione dei piani industriali: c’e’ Softlab, azienda in cui sono stati assunti centinaia di addetti ex Jabil, che a distanza di 3 anni non ha raggiunto la piena occupazione dei dipendenti di Caserta e il sito industriale di Maddaloni non occupera’ i 100 lavoratori come promesso inizialmente. C’e’ poi Orefice Generators che sembra intenzionato a rinunciare a realizzare il progetto industriale dopo aver assunto da Jabil 23 lavoratori a cui aveva promesso una solida prospettiva occupazionale”.

Altra multinazionale sotto accusa e’ “la Whirlpool, che con l’acquisizione della Indesit, marchio storico della provincia di Caserta, ha prodotto centinaia di esuberi e la chiusura del sito produttivo con conversione in centro logistico di ricambi ed accessori per il mercato Emea. Attualmente ha un organico di circa 300 lavoratori di cui circa 130 dovrebbero essere ricollocati in un secondo progetto di reindustrializzazione da parte del gruppo Seri, aggiungendosi ai 75 gia’ assorbiti da un primo progetto in cui i lavoratori sono ancora impegnati solo in attivita’ di start-up con circa 3 anni di ritardo sui tempi annunciati all’atto della sottoscrizione degli accordi”.

Ultima l’ex Firema, oggi TFA e di proprieta’ indiana. “Dopo la perdita della commessa Eav – spiegano i sindacati – che garantiva un definitivo rilancio dopo anni difficili di commissariamento, ritorna a vivere una mancanza di prospettiva a medio termine. Il settore Automotive che rappresenta un importante presidio industriale per il territorio di Caserta con la presenza di aziende leader nel comparto, attende con preoccupazione lo sviluppo del piano industriale Italia di Stellantis”. Con un contesto simile, “e’ importante e decisivo – sottolineano i sindacati – che il governo proceda con celerita’ verso l’attuazione del Recovery Plan, puntando con decisione, strumenti e risorse verso lo sviluppo del Mezzogiorno”.