LE INTERCETTAZIONI SCANDALO. Appello ai nostri lettori: ma stiamo sognando oppure il sindaco Pirozzi si sta mettendo d’accordo su un affidamento milionario per i lavori al cimitero? Ditecelo voi, perché questo qui è ancora in carica, roba da manicomio
28 Novembre 2023 - 18:28
Abbiamo scelto un po’ di pagine relative alla prosecuzione dell’incontro di cui abbiamo già iniziato a scrivere sabato scorso avvenuto al bar Osuarg di Maddaloni, tra il primo cittadino (si far per dire), l’assessore ( si fa per dire) Marcantonio Ferrara, il citato Pascarella, per altro già arrestato nel primo filone di questa indagine, il suo avvocato Mauro Di Monaco e Antonio De Matteo, fratello del criminale della famiglia dei sett‘ ‘
SANTA MARIA A VICO – (g.g.) Nella giornata di sabato CLIKKA E LEGGI abbiamo iniziato un capitolo della vicenda dell’appalto al cimitero in cui l’imprenditore Giuseppe Pascarella aveva messo nero su bianco la sua disponibilità ad impegnarsi tantissimo, probabilmente anche da un punto di vista economico, durante la campagna elettorale delle elezioni comunali, previste a Santa Maria a Vico, nell’anno 2021 in cambio dell’attribuzione di questo pesantissimo e lucrosissimo affidamento, consistente nella costruzione, attraverso un allargamento del perimetro cimiteriale, di 192 nuovi loculi.
A quella conversazione avvenuta presso il bar Osuarg di Maddaloni, avevano partecipato oltre all’immancabile sindaco Andrea Pirozzi e all’ugualmente immancabile assessore Marcantonio Ferrara, anche Giuseppe Pascarella, il suo avvocato Mauro Di Monaco e come quinto uomo Antonio De Matteo, fratello di un noto pregiudicato della famiglia dei sett’
Nelle 10 pagine successive, diventa centrale protagonista Giuseppe Pascarella il quale a un certo punto lamenta il fatto che mentre con De Matteo il sindaco ha chiuso in pratica il pacchetto definendo l’operazione, a nostro avviso tecnicamente criminale, con la quale ha garantito a De Matteo, previo il pagamento dei canoni arretrati, il ri- affidamento con la conseguente trasformazione in una vera e propria barzelletta di tutta la procedura amministrativa prevista con lui, cioè con Pascarella, questi impegni sono un po’ più sfumati, non blindati nonostante il fatto che l’imprenditore abbia affermato che alle prossime elezioni comunali lui sarà disponibile “a usare tutte le parole” perché Andrea Pirozzi sia confermato e perché Marcantonio Ferrara possa significativamente veder crescere i propri voti di preferenza.
Alla fine diventa una sorta di tormentone l’esortazione di Giuseppe Pascarella che non si accontenta delle parole di Marcantonio Ferrara, probabilmente ben conoscendo i suoi polli, ben conoscendo soprattutto gli usi e costumi del sindaco Andrea Pirozzi. E’ da lui, infatti, che intende ascoltare parole chiare. Ma leggendo bene queste intercettazioni il sindaco le garanzie gliele da tutte affermando solamente che occorrerà riprendere il filo di una procedura a partire dallo studio di fattibilità, che, a dire il vero, come sottolinea Marcantonio Ferrara era stato già realizzato in passato per poi essere abbandonato, chiuso in un cassetto. Tutto il tenore delle parole utilizzate da Andrea Pirozzi è costituito d auna piena disponibilità, da una comprensione e da un farsi carico delle richieste di Giuseppe Pascarella.
Ora, non per dire, caro sindaco Pirozzi, la sa qual è la differenza tra lei e chi sta scrivendo questo articolo? Tra lei e lo spirito di CasertaCe? Che se il sottoscritto avesse fatto il sindaco di Santa Maria a Vico non avrebbe mai incontrato gli imprenditori intenzionati a concorrere per le aggiudicazione di lavori pubblici. Ciò probabilmente avrebbe comportato che il sottoscritto il sindaco, in un posto del genere, non lo avrebbe ami fato ,a ma può darsi anche che avrei avuto la possibilità di ricorrere a qualche contenuto in grado di non dovere stipulare decine di rapporti che sostanzialmente si chiamo voto di scambio.
Questo è. Per cui, quando lei parla di CasertaCe, porti rispetto. Noi non stiamo deducendo nulla. Ci stiamo solamente limitando a riportare, a commentare, testualmente quello che lei afferma in maniera forte e chiara in queste intercettazioni. Se il sottoscritto, in un momento di pazzia avesse costruito, aspirando ad assumere un ruolo pubblico, relazioni di questo genere, cioè del genere che si coglie dalle intercettazioni, mi sarei dimesso un secondo dopo la loro pubblicazione. Lei, invece, dopo tre settimane o forse anche di più è ancora al suo posto a negare l’evidenza. E questo la definisce molto di più di una qualsiasi valutazione discrezionale. Ciò perché, nella lettura e nella pubblicazione di queste intercettazioni di discrezionale non c’è proprio nulla, in quanto non ci serve neppure l’analisi del testo, ma il testo è sufficiente solamente pubblicarlo.
Come si suol dire, parla da se.