LE VIE DEL CALCESTRUZZO SONO INFINITE. Prima Adr, poi l’ex azienda dei fratelli Minutolo, ora l’impianto di Giuseppe Fontana da Casapesenna. Le cose che non tornano

16 Giugno 2020 - 17:43

Nell’estate scorsa ci occupammo molto seriamente degli strani maneggi che si verificavano in un’area Asi al confine tra Marcianise e San Marco. Puntualmente, fu sequestrata. Ora, il baricentro si è spostato nel capoluogo, lungo la statale Appia

CASERTA (g.g.) – Le vie del calcestruzzo sono infinite. L’anno scorso, o meglio, poco meno di un anno fa (correva il luglio 2019), pubblicammo uno dei nostri articoli d’inchiesta nel quale raccontavamo tutto ciò che si era consumato per qualche anno, mettiamoci pure impunemente, all’interno di un’area Asi (e siamo sempre lì), al confine tra Marcianise e San Marco Evangelista, dove un tempo, cioè più di 10 anni fa, un’impresa, pare si chiamasse A.F., aveva chiesto e ottenuto tutte le autorizzazioni, compreso dunque l’affidamento da parte dell’Asi, per mettere in piedi un capannone destinato, stando all’oggetto dell’autorizzazione alla costruzione di blocchetti di cemento. In realtà, come scrivemmo 11 mesi fa, da quel capannone non è mai uscito un solo blocchetto, mentre da quell’area è stato un continuo viavai di camion e altri mezzi pesanti che hanno mosso, chissà con quale destinazione, decine di migliaia di tonnellate di calcestruzzo. C’era un’azienda che si chiamava Adr (e che forse si chiama ancora così), governata da due geometri, uno di Macerata Campania e l’altro di Portico,

che lì era entrata con la scusa di produrre calcestruzzo unicamente finalizzato alla costruzione del capannone. Da quel momento in poi, senza che l’Asi abbia mai fiatato, benché meno abbia riacquisito il terreno alla scadenza (il termine è di 3, massimo 4 anni) della concessione, in considerazione del fatto che il progetto del capannone di blocchetti di cemento non fosse stato mai realizzato (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DELL’ANNO SCORSO)
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Fortunatamente, qualche volta, quando CasertaCe si muove, qualcosa succede. Successe, infatti, che i carabinieri del reparto Forestale si misero a dare un’occhiata e di fronte a quel viavai di camion pieno di calcestruzzo, servito probabilmente anche per quel cantiere di Briano di Caserta, finito male con il crollo di un solaio nel dicembre 2018 (CLICCA QUI PER LE FOTO), erano intervenuti e avevano posto i sigilli.

Fine di Adr? Questo non si può mai dire. Soprattutto quando si parla di soggetti abituati a muoversi nell’ombra, dietro le quinte, senza dare nell’occhio. I due geometri, poi, sono proprio appassionati di calcestruzzo e pare abbiano trovato nell’imprenditore di San Marco Evangelista, Francesco Ciaramella, un interlocutore privilegiato. Ciaramella, a quanto si dice, grazie anche ad un benefattore che ha creduto lui, ha comprato sul fallimento la Edil Ca., altra impresa che produce calcestruzzo e fa movimento terra, appartenuta (prima del crack) a due esponenti della cronaca nera e giudiziaria di questo territorio, cioè ai fratelli Minutolo di San Nicola La Strada, da anni in carcere e legati, anzi legatissimi, al clan Belforte, a cui segnalavano il nome delle ditte da sottoporre a estorsione. Evidentemente, una buona stella non segue le sorti dei due geometri. Passa un po’ di tempo e nell’Edil Ca. piombano i carabinieri, questa volta quelli dei Noe. E avendo ravvisato una serie di irregolarità nelle autorizzazioni, nei sistemi di sicurezza etc., chiudono l’impianto.

Ma siccome, come scritto in precedenza, le vie del calcestruzzo sono infinite e questo mondo pratica realmente il principio della solidarietà, i due geometri, insieme a Ciaramella hanno trovato una spalla su cui appoggiarsi: quella di Giuseppe Fontana da Casapesenna, titolare di un altro impianto intestato alla società De. Focal e ubicato nel territorio del comune di Caserta, lungo la statale Appia che collega Maddaloni a San Nicola. De. Focal somiglia molto a Focal, cioè di una società titolare precedentemente dello stesso impianto e che pare sia passata a miglior vita per seri problemi di bilancio. Evidentemente Fonatana era affezionato a quel nome che, d’altronde, contiene le iniziali del suo cognome e della parola “calcestruzzo”. Dobbiamo solo capire quel De  dietro cosa significhi ma, nel caos, ce ne faremo una ragione.

Nelle more del crack di Focal, l’impianto dell’Appia è rimasto chiuso. Da non molto riattivato. Ora, occorre capire, come occorreva un anno fa, quando le stesse domande ce le siamo poste su Adr, se tutti i requisiti previsti dalla legge siano rispettati e dunque se l’impianto di Giuseppe Fontana, assistito “spiritualmente” dai due geometri e da Francesco Ciaramella sia in regola.

Se sarà così, gliene daremo atto, dando la massima diffusione all’articolo che sicuramente andremo a scrivere.

Però, prima di dire che è così, occorrerà che qualcuno vada a controllare le strutture interne e anche il vivacissimo traffico di camion e betoniere, sperando che queste trasportino un calcestruzzo migliore rispetto a quello che arrivava dalla zona Asi di Marcianise, dal comparto Adr. Non vorremmo, infatti, commentare il crollo di altri solai e notizie di incidente che hanno leso l’incolumità di una o più persone.