L’EDITORIALE. Il milione di euro di lavori aum aum nella casa del pupillo di De Luca e la frittura di pesce sono la stessa cosa: Campania ladra ieri, oggi e domani
1 Giugno 2020 - 10:26
GUARDA IL VIDEO. Ieri sera l’ennesima puntata di Report. Vi diciamo solo una cosa: questo tipo qui comanda tutto per volontà del governatore, anche la ridicola e inefficiente unità di crisi coronavirus
di Gianluigi Guarino
Quando pianteremo veramente le radici di NapoliCe e questo nostro sito diventerà, nell’Area Metropolitana partenopea, l’omologo autentico di CasertaCe, non bisognerà aspettare ogni volta che arrivino quelli di Report o Le Iene per raccontare verità che ben si conoscono e che la politica campana continua a tenere di lato, anche da parte di quella porzione di essa che dovrebbe svolgere l’alta funzione democratica dell’opposizione e che invece, a parte qualche sortita della Ciarambino e di 5 Stelle, osserva una sorta di codice d’onore del silenzio e dell’omertà. Perchè, così fan tutti: oggi lo fai tu, come ieri lo facevo io e domani vedremo chi lo farà.
Per cui, uno Stefano Caldoro non potrà mai dire a De Luca che il sistema attuale della sanità, quella basata su un plenipotenziario unico, il certo, non da ora, chiacchierato Ciro Verdoliva, rappresenti il segno di una mentalità che al di la degli aspetti giudiziari delle varie vicende, certifica la conservazione e il consolidamento di un modo di vivere la funzione pubblica con un cervello corrotto. Non lo potrà denunciare perchè ci sarà qualcuno che gli ricorderà i suoi Verdoliva e le tante porcherie che anche noi a Caserta abbiamo incrociato, consumatesi durante il suo quinquennio che ricordiamo è quello di Angelo Polverino, di Angelo Grillo, di Francesco Bottino e, avrebbe detto Peppino a totò, “Ho
Avere il cervello corrotto non significa che sei un corrotto per il codice penale. Chi l’ha detto, infatti, che un reo per la legge, è una persona che diventa specchiata e al di sopra di ogni sospetto quale portatrice di un’etica pubblica, anzi dell’etica pubblica basata su quella che dovrebbe essere la seguente puttanata scontata: i soldi pubblici, essendo tali, non sono privati, avrebbe detto il famoso Catalano, con una delle battute rimaste memorabili nel registro comico del non sense all’italiana di “Quelli della notte”. Per cui, se un’azienda partecipa ad una gara d’appalto per svariate decine di milioni di euro, non te la puoi ritrovare, direttamente o indirettamente, con un personale ad essa riconducibile, a fare i lavori nella casa della persona che De Luca, ancora in questi giorni, difende a spada tratta e considera una delle espressioni migliori del suo governo.
Se Verdoliva dimostrerà alla procura della repubblica di Napoli di avere regolarmente pagato quei lavori, ciò gli potrà risolvere il problema legato al rischio di una condanna, ma non lo potrà certo assolvere come punto di riferimento, come custode e dunque come attuale espressione dell’enorme bene pubblico, qual è senza ombra di dubbio, la sanità della Campania.
Perchè, caro Verdoliva, se tu ti “devi fare” il sottotetto, devi utilizzare personale mille miglia lontano dall’impresa che si è aggiudicata il lucrosissimo appalto delle pulizie dell’ospedale Cardarelli, uno dei tanti luoghi in cui Verdoliva ha dettato legge.
E per noi il discorso si chiude qui. Si chiude il discorso di un processo con prove evidenti, schiaccianti, relativo, al di la ripetiamo delle possibili ma non scontate responsabilità penali, al comportamento (come lo vogliamo chiamare, disinvolto?) di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica in nome del bene comune e che invece lo fa in nome del bene privato di pochi. Questa, ripetiamo, è una valutazione politica sorretta da prove indiscutibili e incontestabili.
Perchè questa roba trasmessa da Report ieri sera non è assolutamente estranea, disconnessa alla cultura della frittura di pesce. E’, al contrario, esattamente, la stessa cosa. La mentalità che emerge da quella frase per noi rivelatoria, pronunciata dal governatore De Luca in occasione di una riunione privata, significa infatti che noi politici intelligenti, furbi, scaltri, che la sanno lunga, comandiamo e facciamo i nostri comodi, arricchendoci e arricchendo tutti i nostri parenti, congiunti, diretti e laterali, commarelle e comparielli compresi; voi che siete il popolo, pardon, che siete popolo solo se siete il “nostro” popolo, non contate, lo diciamo citando per l’ennesima volta il prete del Marchese del Grillo, un benemerito cazzo, fateci lavorare e venite a votare, dopo che, da straccioni quali siete, avete partecipato ad una cena a base di frittura di pesce, che io, De Luca, vi pagherò attraverso un mio giannizzero territoriale.
E così capita che mentre Verdoliva, sulla cui serietà, ripetiamo, De Luca è pronto a giurare, utilizza, poco meno o poco più, dato che c’è, la stessa impresa che si è aggiudicata l’appalto delle pulizie nell’azienda ospedaliera in cui lui dettava legge da direttore.
Non sono dunque cose diverse la frittura di pesce e i lavori da un milione di euro nella “modesta dimora” Verdoliva. Perchè nel caso di Agropoli, un popolo che non vuol diventare tale e che si consegna giorno per giorno alla pigrizia di una sudditanza che massacra l’esistenza e le prospettive di vita dei propri figli, si accontenta di una frittura di pesce per andare poi a votare chi e cosa gli dirà di votare il sindaco, il ben noto Franco Alfieri, non a caso non a caso, ribattezzato “Franco ‘a frittura”, mentre nel caso di Verdoliva al popolo, invece che la frittura di pesce, viene offerto un lungo, stucchevole cabaret di battute, di affermazioni roboanti, di lanciafiamme, cavalli di Frisia e bombardamenti.
Il popolo è scemo. Irreversibilmente scemo. Perchè questi qua con la frittura di pesce e con gli spettacolini del fratacchione, lo tengono in pugno, in modo da poterlo depredare giorno per giorno. Si dà il caso, infatti, che gli appalti al comune di Agropoli muovono quattrini cento volte superiori alle portate di frittura di pesce di due o tre cene organizzate da Alfieri e gli appalti gestiti dalla coppia De Luca-Verdoliva sono cento volte più grandi di quelli di Agropoli.
Tutti questi quattrini provengono dalle tasche di chi, fermandosi a far benzina, paga un prezzo mostruoso per ogni litro di carburante perchè dentro a quel prezzo c’è anche e soprattutto l’accisa, cioè la tassa che finisce nelle casse della Regione Campania che poi ci finanzia gli appalti e, a cascata, le fritture di pesce di Agropoli e i lavori da un milione di euro nella casa di Verdoliva.
Un popolo così merita di essere governato da un fratacchione.
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