LEGA PARTITO MACCHIETTA. Il coordinatore provinciale Mastroianni cerca i candidati per Magliocca, ormai aggregato al centrosinistra. Grant e Zinzi, così ridicolizzate Salvini

17 Novembre 2021 - 18:36

CASERTA – Daremo ogni tanto qualche informazione rapida sullo stato dell’arte della campagna elettorale delle elezioni provinciali.

Se non leggerete commenti a margine e considerazioni, niente di che, visto che il livello della politica a Caserta e in provincia è sceso a tal punto che, come si suol dire, lavar la testa al ciuccio “di un’opinione pubblica” che non esiste letteralmente, “ci si perde acqua e sapone”.

Ricapitoliamo. Salvatore Mastroianni, che resta una persona amabile per molti aspetti, con il quale abbiamo collaborato quando svolgeva attività di opposizione nel consiglio comunale di S.Maria C.V., è sempre più un rebus.

Noi abbiamo certezza assoluta ed eventualmente potremo svelare le fonti, i nomi e i cognomi, che Mastroianni sta facendo propaganda e sostenendo la rielezione di Giorgio Magliocca a presidente della provincia.

In pratica voterà e cercherà di far votare per movimenti che si autodefiniscono di centro, i cui leader, però, se sono assessori o consiglieri regionali lo devono anche al Pd, alla formula politica del centrosinistra che li tiene al potere.

In poche parole, il percorso di Mastroianni appare identico a quello di Magliocca: non sono più esponenti del centrodestra, ma del centro alleato alla sinistra e alla famiglia De Luca, un esponente della quale, Piero De Luca figlio del governatore, è vicecapogruppo del Pd alla Camera dei Deputati.

Ma esiste una differenza tra la posizione di Magliocca e quella di Mastroianni: piaccia o non piaccia, la si condivida o meno, Magliocca ha dichiarato la sua uscita ufficiale dal centrodestra e l’adesione all’area di Giovanni Zannini, cioè centrosinistra, che governa la Regione Campania.

Abbiamo chiesto lumi in giro apprendendo che Mastroianni è ancora oggi il coordinatore provinciale della Lega di Salvini.

Ora, come si possa conciliare questa carica con l’appoggio al centro alleato alla sinistra di De Luca è scritto nei meccanismi di quella politica locale che dicevamo prima.

Mastroianni, per cinque anni, è stato un consigliere della maggioranza di Antonio Mirra, grazie ad Antonio Mirra ha fatto parte di quella prima commissione consiliare che, caso più unico che raro, garantisce ai suoi componenti 1000 euro al mese.

Ora, con Mirra candidato alla presidenza della Provincia, Mastroianni appoggia il suo competitor Giorgio Magliocca, con cui molto ha parlato ultimamente, concordando anche un percorso politico-professionale, divenuto urgente nel momento in cui non è riuscito a confermare il suo seggio nel consiglio comunale di S.Maria C.V.

Insomma, appoggia il rivale di chi gli ha garantito cinque anni di tranquilla residenza nella generosa gettoneria della I Commissione e contemporaneamente va anche contro a Stefano Giaquinto, candidato del centrodestra, quel centrodestra di cui Mastroianni sulla carta, a questo punto trasparentissima, è uno dei tre leader insieme a Carlo Sarro e Marco Cerreto, anche quest’ultimo significativamente attirato dalle sirene magliocchiane e da un rapporto personale intensissimo che l’ha sempre legato all’attuale presidente della Provincia.

Ora, è anche vero che Mastroianni sta lavorando su una platea non certo consistente. Ma è fuori discussione il fatto che stia avvicinando consiglieri di Comuni di prima fascia perché entrino a far parte della lista costruita da Zannini e da Magliocca.

È una circostanza non smentibile, con ampia possibilità di esporre tutte le prove di questo mondo. Ma qui il problema non è costituito da Mastroianni. Lui si arrabatta un po’, parla di consiglieri comunali di Villa Literno, di Macerata, che sarebbero pronti a votare per il o i candidati che lui cerca di convincere in modo da legarli alla causa di Magliocca e di Zannini.

Il problema è della Lega che, in due anni, dal famoso 30% raccolto alle elezioni europee del 2019, ha fatto in 24 mesi la carriera del gambero; in 24 mesi quello che lo stesso che ci dà vita, cioè il Sole, dovrebbe fare secondo tutte le teorie astronomiche più accreditate, in 4 miliardi di anni: trasformarsi da una gigante rossa a una nana bianca.

Ci rivolgiamo al coordinatore regionale Valentino Grant e al capogruppo in consiglio regionale Gianpiero Zinzi: il vostro problema non è solo quello di essere esposti a un deflusso-riflusso dei consensi legati alla volubilità degli italiani, meridionali soprattutto.

La Lega, in Campania e in provincia di Caserta in particolare, si è trasformata in un partito macchietta.

Perché questo partito può anche valere, oggi, tre volte in meno di quanto valesse due anni fa elettoralmente.

Questo ci sta, fa parte delle dinamiche spesso schizofreniche dei flussi elettorali, fa parte della estrema volatilità del consenso in un tempo in cui veramente si sceglie di votare o non votare in base a motivazioni banalissime e infime, il più delle volte demagogiche e autoassolutorie. Quello che invece non ci sta, e onestamente non sappiamo se Salvini si è informato di questa autentica farsa che si trascina ormai da tempo, che un partito il quale, legittimamente si pone l’obiettivo di governare l’Italia, che governa già piuttosto bene regioni importanti come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia e governa, con maggiore fatica, la regione più importante d’Italia, cioè la Lombardia, debba ridursi a una macchietta come sta succedendo per la Lega in provincia di Caserta.

Lasciamo perdere Mastroianni: abbiamo scritto mille volte che, a suo tempo, Enzo Nespoli gli garantì un ruolo molto più grande di lui e della sua dimensione politica.

Qui il problema si chiama Valentino Grant e, in parte, anche Gianpiero Zinzi, i quali, continuando a far finta di nulla, continuando a fare spallucce, continuando a tollerare, proiettano la Lega e Matteo Salvini, il quale già suda sette camice per far reggere il suo indice di gradimento, in una dimensione ridicola, che attribuisce alla Lega campana un senso di precarietà, di transitorietà, una fragilità di prospettiva, che oggi sembra collocata solo nei programmi e nella ambizioni a breve e medio termine dei suoi esponenti più importanti.