L’ENDORSEMENT DI PEPPE MESSINA. “Chi è veramente di sinistra non può votare PD. Ecco le due uniche possibilità e vi spiego perché”

23 Settembre 2022 - 17:19

L’ex assessore all’Ambiente del comune di Caserta e storica figura della sinistra ambientalista del capoluogo compie una sua analisi, esplorando anche le due possibili evoluzioni in caso di vittoria della destra

CASERTA (peppe messina) – Verso le elezioni. Se vince la destra il quadro politico complessivo sembra che si sia abbastanza delineato.

Se vincerà la destra, attraverso il governo, gli italiani finalmente potranno fare i conti con il proprio passato: il fascismo e scoprire se la maggior parte del popolo italiano aderisce (consapevolmente o no) a quella ideologia o si sarà concretamente affrancato e accettare fino in fondo il gioco democratico.

Come?
Se la carta costituzionale nella sua essenza di diritti (declinati oggi nella difesa dell’ambiente, nell’aborto, nel lavoro, nella cultura, nella non violenza in tutte le sue manifestazioni, nella pace, eguaglianza, democrazia, immigrati, ecc.), nell’Ue come casa comune e di doveri, sarà rispettata, prenderemo atto che si vuole costruire una destra liberale ed europea, in cui il fascismo, nelle sue molteplici declinazioni, è stato effettivamente archiviato.
Se, al contrario, il governo si ispirerà ai Vox spagnoli, e/o al governo ungherese e/o a quello polacco sapremo, se tale direzione sarà accettata dal popolo italiano e che quindi la risposta alla domanda iniziale sarà che gli italiani (nella stragrande maggioranza) erano fascisti e lo sono ancora.

Questa prospettiva toglierebbe ogni velo di ipocrisia e legittimerebbe gli italiani alla esplicita difesa (con tutti i mezzi) delle istituzioni democratiche; all’archiviazione definitiva di partiti e politicanti fasulli e opportunisti; alla creazione di nuove aggregazioni politiche e sociali avviando un autentico rinnovamento democratico con nuovi partiti politici realmente intenzionati a realizzare la Costituzione in tutte le sue varie espressioni e obiettivi.

Come voterò

Per decidere chi votare domenica prossima, occorre innanzitutto guardare, come si dice, ai fondamentali e capire cosa si intende per Destra e Sinistra.

“Il criterio più frequentemente adottato per distinguere la destra dalla sinistra è il diverso atteggiamento che gli uomini viventi in società assumono di fronte all’ideale dell’eguaglianza” (Bobbio).

La sinistra, sostiene Bobbio, mira a ridurre le diseguaglianze e a perseguire e conseguire l’eguaglianza, mentre la destra prende atto dell’esistenza di diseguaglianze e può giungere a valutarle positivamente come premessa e come esito della competizione sociale ed economica.

La piattaforma della destra italiana, FdI in modo particolare, si ispira a una visione spirituale della vita e ai valori della tradizione nazionale: Patria, Famiglia e Religione, di fascista memoria: Dio, Patria e Famiglia. Non ha alcun interesse a costruire una destra liberale europea che anzi combatte. Nessuna sensibilità verso l’ambiente e i bisogni degli ultimi (Chiara Saraceno: “Le tre aliquote di Fratelli d’Italia tolgono ai poveri per dare ai ricchi”. È più interessata a identificarsi con partiti (leggi Vox spagnoli) o governi (vedi Ungheria e Polonia) chiaramente autocrati e quindi avversari della democrazia verso una destra estrema.

La sinistra, soprattutto nella sua espressione maggiore, ovvero il PD, ha da tempo perso la sua connotazione di sinistra interessata all’eguaglianza. È diventato il partito della stabilità del potere per il potere, ha abbracciato una linea neoliberista, ha totalmente abbandonato qualunque forma di partecipazione democratica interna e persa ogni capacità di ascolto. Verticismo e gestione personale lo caratterizzano in modo particolare, facendo venire meno i caratteri identitari di un partito popolare e di massa che guarda ai bisogni delle persone e costruisce occasioni affinché tutti abbiano le stesse possibilità. L’aver poi rinunciato a una dignitosa e onorevole presenza nelle alleanze, denuncia una inetta sottomissione che di fatto impedisce l’attuazione di una politica che vada in direzione della pace e di un futuro ambientalmente sostenibile, così come dettato dalla nostra Costituzione.

Chi votare allora?

Vedo del nuovo nel quadro politico italiano: da una parte il M5S così (parzialmente) rinnovato con Conte e la nuova dirigenza verso un’idea progressista e ambientalista e l’Unione Popolare di De Magistris (l’uomo schiacciato tra uno Stato che lo vuole distruggere e una mafia che lo vuole morto).

Entrambi gli schieramenti, ai miei occhi, appaiono come l’unica possibilità di rinnovamento e di salvezza nazionale.
Dovrei dire di più e lo farò in seguito. Adesso mi vengono in mente le parole di Josè Saramago, scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore portoghese: “Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”