L’imprenditore Raffaele Pezzella becca l’interdittiva antimafia. Ed è la seconda nell’opaco appalto dei lavori di via Roma a TEVEROLA

10 Agosto 2020 - 18:39

TEVEROLA (g.g.) – Sull’appalto aggiudicato all’impresa Freccia Rossa srl di Parete abbiamo scritto tantissimo. L’ultima volta, a maggio, quando demmo notizia dell’interdittiva antimafia che aveva colpito un’impresa su cui, già al momento dell’aggiudicazione dei lavori su via Roma a Teverola da 2 milioni di euro, avevamo espresso una serie di rilievi, denunciando anche un ordito di relazioni a dir poco sospette tra uffici tecnici e i soliti ben noti personaggi. Dalla determina che pubblichiamo in calce, il dirigente del comune di Teverola, Ulderico Di Bello, che ha sostituito ai Lavori Pubblici Raffaele Lello De Rosa, coinvolto in diversi articoli e riparatosi all’Urbanistica, vengono dette e fatte due cose. Si accoglie quella che viene definita la rinuncia provvisoria della seconda ati partecipante dell’impresa CMP, la quale a sua volta è stata colpita da un’interdittiva antimafia, non dalla Prefettura di Caserta ovviamente (e quando lo vedi), ma da quella di Perugia. Il tutto ha fatto scivolare l’aggiudicazione alla terza impresa, Scalzone, con sede in via Santella a Santa Maria Capua Vetere ma con solide radici a Casal Di Principe.

Vabbé, che ci mettiamo a dire di nuovo come funzionino le cose nel comune in cui ha dominato e in parte continua a dominare Biagio Lusini, ben interpretato dall’assessore ai Lavori Pubblici Pasquale Buonpane.

E neanche possiamo di nuovo scrivere che la coppia Lusini-Gennaro Pitocchi, storico ed indimenticabile dirigente dell’Utc, ha creato un meccanismo di gestione della cosa pubblica che, molto eufemisticamente, definiamo discutibile. L’unica cosa che va sottolineata è che l’ultima consonante dell’acronimo societario CMP sta per Pezzella, Raffaele Pezzella. Imprenditore di Casal Di Principe con saldissime radici in quel di Teverola, legatissimo all’intera stagione di Lusini e di Pitocchi, ultimamente indagato in un’inchiesta della Dda, che in verità poteva esser fatta molto meglio, sugli appalti all’amministrazione provinciale di Caserta, dove Pezzella è stato in pratica un monopolista facendo, come si suol dire, i denari con la pala.

Probabilmente, la prefettura di Caserta avrebbe avuto la possibilità di emettere l’interdittiva. Ma l’ha fatto Perugia. Ed ai nostri occhi, agli occhi di chi ha raccontato tante vicende relative ai rapporti impropri tra burocrazie comunali, imprenditori e la fraternità dei vice-prefetti, chiamati spessissimo a fare i commissari in questi comuni, torna perfettamente.