L’impresa di Michele Zagaria stava dappertutto. Prima del blitz, invitata anche dalla Guardia di Finanza per un appalto da quasi 500 mila euro

26 Luglio 2025 - 13:50

Subappalto al comune di Caserta, aggiudicazione tramite il Consorzio Grade, presente anche in questa procedura delle Fiamme Gialle, al Consorzio Agrorinasce. La presenza della Mira Costruzioni è stata rapida ma importante. Ora non è più richiedente di iscrizione nella white list della prefettura di Milano, dove ha sede legale in un ufficio, diciamo, di facciata. Al padre del 20enne intestatario della ditta una condanna lo scorso maggio per possesso di un mitra e due bunker nella casa, di proprietà di Michele Zagaria, in cui vive

CASAPESENNA (l.v.r.) – C’è qualcosa di evidente nella storia della società Mira Costruzioni. È difficile, infatti, non immaginare che questa impresa, con sede legale a Milano, ma sostanzialmente connessa al territorio dell’agro Aversano, non sia in qualche modo legata alla famiglia di Michele Zagaria o a imprenditori connessi al super boss.

Partiamo dall’inizio, questa società fu aggiudicataria di lavori, tramite un consorzio con sede a Torino e Frattamaggiore, il consorzio Grade, banditi dall’unione di comuni che gestisce il beni confiscati alla camorra, parliamo di Agrorinasce. Esce l’articolo di CasertaCe sul caso, soprattutto sulla strana sede milanese e sul fatto che i lavori siano affidati ad una ditta che è guidata da un ragazzo di appena vent’anni. Avevamo iniziato ad indagare, ma non avevamo ancora capito le connessioni con Zagaria.

Il fatto diventa particolarmente complicato alla fine di febbraio, quando il papà di Antonio Falanga, titolare della Mira Costruzioni, cioè Ernesto Adriano Falanga viene arrestato perché, in una casa di proprietà della famiglia del boss Michele Zagaria, viene trovato in possesso di mitra e due bunker, evidentemente o connessi alla latitanza del boss, oppure utili a nascondere qualcosa che non si voleva far trovare.

La circostanza che questa ditta sia stata scelta per una commessa relativa ad un bene confiscato alla camorra è stato, inevitabilmente, argomento di articoli e discussioni. Poi sono emersi ulteriori dettagli sulla Mira Costruzioni.

Prima di finire nelle mani del giovane Antonio Falanga, infatti, la società è stata nelle mani di Maria Amato, moglie di Raffaele Diana, fratello di Peppe ‘O Biondo, all’anagrafe Giuseppe Diana. Condannato in primo grado per associazione mafiosa, si tratta del marito di Raffaella Zagaria, nipote del boss Michele, il quale sarebbe stato aiutato proprio da Giuseppe Diana durante la latitanza e nella gestione economica del clan.

La Mira è entrata, di traverso, anche nella storia del comune di Caserta e quindi nelle discussioni legate allo scioglimento per infiltrazione camorristica dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Carlo Marino. Infatti, la società intestata a Falanga ha lavorato, in subappalto, ma ben prima di ricevere l’autorizzazione dal comune, nel cantiere del campo sportivo di San Clemente, con tanto di foto che dimostravano la presenza in anticipo rispetto alla determina di subappalto (guarda le foto cliccando qui).

Ma la Mira Costruzioni è presente in un altro documento pubblico molto interessante. La società, infatti, è stata invitata insieme ad altri quattro operatori economici dal Reparto tecnico logistico amministrativo della Guardia di finanza della Campania, relativamente all’appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture malibù militari nella nostra regione, un accordo quadro dal valore complessivo di 488.000 euro.

L’invito alla Mira viene sancito dal Reparto con una richiesta di offerta datata 24 ottobre 2024, ovvero quando nulla ancora era emerso su Falanga e sulla Mira Costruzioni. Interessante anche il fatto che, tra le ditte invitate, era presente anche il consorzio stabile Grade, ovvero quello con cui la Mira Costruzioni si è aggiudicata i lavori di Agrorinasce e che, negli anni scorsi, ha gestito l’appalto per i lavori all’asilo dei fiori di San Marcellino.

In questo caso, l’ente guidato dal sindaco Anacleto Colombiano, nonché presidente della provincia, non ha mai reso noto quale è stata l’azienda esecutrice di quei lavori, nominata dal consorzio, evocando dubbi sul pericolo di ingresso di questa ditta anche nei lavori a San Marcellino.

Tornando all’appalto gestito dalla Guardia di finanza, fortunatamente, la Mira Costruzioni non è stata aggiudicataria di questi lavori, non avendo neanche risposto alla richiesta d’offerta che gli era stata proposta dalle fiamme gialle campane. Secondo in graduatoria, però, è arrivato il consorzio Grade che, come detto, a Caserta ha connessioni con la ditta intestata a Falanga.

Per concludere la cronaca di questi lavori, l’appalto è stato ha segnato ad una società con sede a Pomigliano D’Arco, la Sarit Costruzioni Generali, che si è aggiudicata i lavori con un ribasso del 30%. Il titolare di questa impresa si chiama Giuseppe Barone ed è un cinquantaquattrenne.

Al momento, non esistono, rispetto a quanto noi siamo a conoscenza, un’iscrizione nel registro degli indagati di Antonio Falanga o di Ernesto Adriano Falanga, relativamente a un possibile rapporto di intestazione della Mira costruzioni, per volontà di Giuseppe Diana, Raffaele Diana o familiari di Michele Zagaria.

Però, non va neanche dimenticato che, tecnicamente, Ernesto Adriano Falanga è un uomo che lavorava in un caseificio, prima di essere condannato per la questione dei bunker e del mitra, abita in una casa di proprietà di Michele Zagaria e il figlio è un classe 2004 e, riteniamo, che non sia lui la mente dietro alla gestione imprenditoriale di questa società.

Quindi, sono verosimili le ipotesi che connettono il lavoro della Mira Costruzioni alle attività di soggetti vicini al clan Zagaria. Non è necessario avere un atto ufficiale in mano per ipotizzarlo, visto che ci sono ci sono una serie di elementi che fanno immaginare ciò.

Poi non è compito del giornalista denunciare in procura o fare attività di indagine, cosa che dopo la ripetiamo sembra non aver capito il neopresidente della provincia Anacleto Colombiano, il quale ci invita a denunciare in procura eventuali rapporti tra ditte aggiudicatarie di appalti a San Marcellino, così come alla provincia e in altri tempi e imprenditori di camorra o camorristi veri e propri.

Il caso dell’invito alla Mira da parte del reparto tecnico logistico della Guardia di finanza per l’aggiudicazione di lavori è un esempio che possiamo portare all’attenzione dei nostri lettori, ma anche dello stesso Colombiano, rispetto al rischio grave, reale che ditte vicine a imprenditori di camorra, vicine agli interessi del clan dei Casalesi, possano entrare nelle commesse pubbliche, come già avvenuto spesso e volentieri proprio alla Provincia di Caserta, così come gli articoli di CasertaCe e le inchieste giudiziarie hanno svelato.

LA GARA E L’INVITO ALLA MIRA DI FALANGA DA PARTE DELLA GdF