L’INTERVENTO. Di fronte al carcere c’è il bar “L’angolo della Libertà”. Quando l’inventiva strappa un bel sorriso

17 Ottobre 2024 - 18:00

Ne scrive con la sua penna fluente l’avvocato Franco Piccirillo

Dove si poteva situare L’Angolo della Libertà se non di fronte al carcere? E’ unico nel suo genere. Non è un Caffè come gli altri. Il nome “propiziatore” scelto dal gestore rappresenta autentica espressione della cultura ed inventiva napoletana, che riesce sempre a trovare il modo per fare “esercizio di ottimismo”, su ogni sventura della vita. Si, perché in certi ambienti è risaputo che in carcere ci si entra solo per mera sfortuna, non per altro; e cioè per un dannato accidente o per colpa di qualche “iettatore”, oppure per qualche “infamone”.
In

questo Bar l’argomento è sempre lo stesso: ruota attorno all’entrata o uscita dal carcere. Qui la libertà si mette anche nel caffè al posto dello zucchero, per renderlo più dolce.
Si trova giusto di rimpetto all’entrata principale del carcere di Poggioreale (detto confidenzialmente anche Poggi Poggi, dai conoscenti più “stretti”). Il nome, augurale e “stemperante”, serve a regalare la speranza di una ” Presta Libertà ” (così i compagni di sventura si scambiano l’augurio per un’imminente riacquisto della libertà) e fa da richiamo alle mogli, madri e figli dei carcerati. Qui prendono il caffè, si scambiano chiacchiere e gli auguri immancabili della “ presta libertà ” con le altre mogli, madri e figli di altri carcerati.
E’ la sosta obbligata in attesa del turno per entrare a fare il colloquio con il familiare “ristretto” e per fare il cambio settimanale della biancheria
.”

Avv. Franco Piccirillo