L’INTERVENTO. L’avvocato Pasquale Di Nardo: “Allarme e poca chiarezza sui CASI COVID e su alcune morti del centro di cura L’OASI”

3 Dicembre 2020 - 17:34

Riceviamo e pubblichiamo dal professionista di Castel Campagnano, comune sede di questa struttura. Naturalmente rimaniamo a disposizione qualora la citata Oasi volesse la sua posizione in proposito

Preg. sig. Direttore,

Vi scrivo dalla comunità di Castel Campagnano, paesino di circa 1400 residenti, al confine con la provincia di Benevento, in cui vivo dal marzo di quest’anno.

Ebbene, lungi dal voler fare polemiche sterili, è mia intenzione partecipare la Vs testata giornalistica in ordine ad una questione attinente il maledetto virus che colpisce il mondo intero e che è destinato a produrre i suoi effetti devastanti sotto molteplici profili ancora per lungo tempo. Ma torniamo a noi.

Il fine precipuo della presente nota che rimetto alle Vs valutazioni, non può non prescindere dai dati attuali dei positivi del comune, 19 guarda caso. Ma quello dei numeri sull’argomento covid è un tema che conoscete molto meglio di me; esso è molto inattendibile in quanto pregiudicato dall’incapacità, che coinvolge il sistema sanitario nel fronteggiare la pandemia di cui è vittima il popolo a pregiudizio del diritto alla salute (anche mentale) proclamato dalla nostra amata Carta Costituzionale.

Ebbene, nel territorio di Castel Campagnano insiste una struttura sanitaria di spessore: L’OASI, ovvero un centro riabilitativo alle cui cure ricorrono moltissime persone da ogni parte della regione, ed anche credo di altre regioni. Una popolazione media di circa 130/150 ricoverati di cui si occupa un personale medico, para medico ed addetti di circa 70 unità; molti dipendenti prestano la propria attività lavorativa presso L’OASI e vivono nel comune di Castel Campagnano con le proprie famiglie, altri vi giungono dai paesi limitrofi: Ruviano, Caiazzo, Limatola…

Ebbene, dall’inizio della seconda ondata Covid, non è stato possibile (vigono regole speciali) conoscere il numero dei ricoverati presso il centro Oasi, colpiti dal virus. Eppure ve ne sono stati e verosimilmente ve ne sono ancora oggi e, non da meno, si è parlato anche di alcune unità di decessi Covid in quella struttura che, comunque, sembra abbia istituito aree interne onde limitare la diffusione dei contagi tra le degenze. Ecco, aree interne che non sono state utili ad evitare che il virus uscisse fuori dalle mura OASI diffondendosi tra le popolazioni dei comuni (specie Castel Campagnano, indenne alla prima ondata Covid) da cui giungeva e giunge il personale della struttura.

È accaduto che intere famiglie di Castel Campagnano, in rapporto quotidiano col Centro per ragioni di lavoro, sono state colpite dal Covid, lasciato libero di entrare ed uscire da quella struttura, da cui presumibilmente è partito.

Ritorniamo ai numeri, verosimilmente gestiti a proprio piacimento – nella loro inattendibilità, seppur numeri – da una casta che mira a tutelare l’incolumità delle poltrone oltre che di un opinabile sistema ed a pregiudizio della salute pubblica dei cittadini lasciati in balia delle onde. Dunque, tento a tal punto di non politicizzare il mio intento perché Vi scrivo da padre di due bimbi (infanzia e prima classe primaria) che lunedì dovrebbero rientrare in classe in quanto così si vuole da chi senza diritto li candida per il titolo di eroi, se non cavie!!! A Castel Campagnano non c’è nessuna situazione di pericolo tale da poter giustificare il differimento della riapertura delle scuole, tanto si vuole diffondere nell’opinione comune; eppure v

i sono comuni limitrofi (Caiazzo) che, con una percentuale di positivi Covid inferiore (relazionata al numero degli abitanti), ha giustamente inteso soprassedere alla riapertura delle scuole a tutto il 22.12.2020.

Dunque – senza sottacersi della non agibilità dei locali scolastici ove tra l’altro i bimbi dell’infanzia usano servizi igienici (WC) comuni, a vista, senza divisorio né porte per intenderci – perché mai un genitore, ignorando lo stato effettivo dei numeri per le ragioni infra evidenziate, dovrebbe accompagnare i propri amati piccoli ad un ipotetico patibolo? Quale scrupolo deve opprimere la coscienza di un padre ove i propri figli vengano colpiti dal virus in un ambiente scolastico cui partecipano anche altri ignari bambini che con quella struttura hanno un rapporto indiretto (genitori e/o prossimi congiunti che vi lavorano)? Siamo in emergenza sanitaria o no? Lo siamo tutti o solo i preposti? Il diritto alla salute ed alla vita è pari al diritto allo studio, educazione, istruzione, comunque non pregiudicato dalla DAD cui il personale scolastico si dedica con attenzione di concerto con le famiglie? La DAD è una presa per i fondelli, ovvero è transitoriamente utile (come ritengo)? E lo è per tutti o solo per chi torna comodo alle poltrone?

Ecco, le poltrone, quelle preposte alla politica in esito al principio democratico del diritto di voto (a volte condizionato), ovvero quelle che il sistema della politica fa occupare con meccanismi ben noti. Quelle poltrone che dovrebbero essere occupate prima ancora che da ruoli, da persone con senno e volontà di agire nell’interesse della comunità. Non sempre è così, atteso che spesso le identità che occupano le poltrone gestiscono il popolo a loro piacimento, manovrando appunto e finanche i numeri che, sebbene certi nella loro identità aritmetica, vengono smentiti da una gestione ampiamente opinabile con susseguente diffusione del senso di sfiducia della popolazione ai danni delle persone che occupano quei ruoli e non certo delle Istituzioni che, nel comprensorio Nazionale e nel nostro territorio in particolare, spesso combattono contro i mulini a vento perseguendo il senso di Stato. Purtroppo non sempre vi riescono; la mela marcia è ovunque o quasi, pronta a gestire anche i numeri se non ad occultarli per volere di pace apparente, ovvero servilismo.

Ci sarebbero altri tanti interrogativi ed opinioni da rappresentare, nel qual caso rischierei di spostare il centro dell’attenzione: UN PADRE CHE TEME PER LA SALUTE DEI PROPRI FIGLI E DI QUELLA DI TUTTI I BAMBINI E DELLE PERSONE IN GENERE, IN UN CONTESTO SOCIALE COMPROMESSO DAL SISTEMA CHE SPESSO RAPPRESENTA UNA REALTA’ FALSATA.

Cosa fare?

Basterebbe dire la verità, non solo ciò che fa comodo; non nascondere nulla al cittadino che non va gestito, ma amministrato perseguendo l’interesse comune; non seguire la regola del non fare per non nuocere a qualcuno. Credo sia l’abc per diffondere nei cittadini un senso di fiducia in chi amministra, nelle istituzioni, eppertanto nello Stato. Ove tanto non si concretizzi, ciascuno pensa ed agisce nel tutelare sé stesso, anche esponendo il prossimo a pregiudizi e rischi di vario genere.

Concludo nel dire che il contenuto della presente nota che Vi sottopongo, oltre che un motivo di sfogo personale da parte di chi non è senza peccato come ciascuno di noi, è fondato su dati oggettivi che traggono spunto dalla consapevolezza di non essere adeguatamente informati e quindi di non conoscere l’effettività delle cose perché così si vuole; dati ed elementi che, ritengo, meriterebbero maggiori attenzioni dirette a vedere oltre ciò che si rappresenta sotto mentite spoglie.

Confido nella Vostra preziosa attenzione al contenuto di quanto Vi rimetto, porgendo i miei più cordiali saluti.

Castel Campagnano, 29.11.2020

Pasquale Di Nardo