L’INTERVENTO. Luigi Cobianchi: “Mattarella presidente per 14 anni trasforma l’Italia in una monarchia incostituzionale”

2 Febbraio 2022 - 14:00

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione, densa di spunti importanti. “I partiti vanno rifondati, basta leaderismo, occorre vero dibattito interno e veri congressi”

 

Un Paese in cui il Capo dello Stato dura in carica, potenzialmente (come auguro, di cuore, a Mattarella), 14 anni di fila non si chiama Repubblica (parlamentare), bensì ‘Monarchia (in)costituzionale, elettiva’.
Il riproporsi, per la seconda volta di seguito, di un simile scenario trasforma l’Italia, istituzionalmente, in una brutta copia dello Stato della Città del Vaticano – retto da un Sommo Pontefice eletto – piuttosto che del Sovrano Militare Ordine di Malta, governato da un Principe, parimenti designato da un’assemblea elettiva.
È giunta l’ora in cui la nostra democrazia si affranchi dalla squallida stagione del leaderismo, attraverso le dimissioni contestuali, simultanee di tutti i ‘leader’, rivelatisi fantocci da operetta, tanto dispotici, quanto assolutamente inadeguati.
È giunta l’ora in cui i Partiti politici si riapproprino del loro ruolo costituzionale di centralità, ristabilendo una sana democrazia interna, col favorire la rinascita di correnti e, soprattutto, ripristinando il modello che vede al suo vertice un segretario nazionale, con un mandato a scadenza, non rinnovabile più di due volte.
È giunta l’ora di ridare dignità al Parlamento e a tutte le Assemblee elettive della Repubblica, attraverso un’accurata selezione della classe dirigente, una netta separazione tra sostenitori e candidati-candidabili, ma, soprattutto, liberandolo dai ‘Kapó politici’, che lo hanno ridotto a uno sterile organo di attuazione, al servizio di un oligopolio.
Complimenti vivissimi a coloro che, fin dall’inizio di questa intrapresa, attraverso un’abilissima campagna di comunicazione, dal forte valore simbolico, ma, soprattutto, a mezzo di un sapiente pressing snervante di alta, vecchia scuola, hanno messo con le spalle al muro gnomi, i quali, per un interminabile istante, si sono creduti ‘giganti’.

Luigi Cobianchi