L’INTERVISTA. Giuseppe Razzano: “Mi è stato chiesto di candidarmi a segretario provinciale, ma io con il Pd ho chiuso”. E su MADDALONI…

2 Novembre 2018 - 20:12

MADDALONI (G.G.) – Da un po’ di tempo, precisamente dalla campagna elettorale delle comunali di Maddaloni, Giuseppe Razzano ha deciso di non intervenire sui fatti locali, ma anche su quelli provinciali del Pd, sparendo in pratica dai radar della cronaca politica quotidiana. Oggi, in vista del congresso provinciale del Pd, Razzano interviene anche in relazione ad una ipotesi di una sua candidatura alla segreteria provinciale, appoggiata dal consigliere regionale Gennaro Oliviero e dal suo gruppo.

Allora Razzano, da mancato sindaco a spettatore, cosa bolle qualcosa in pentola?

Caro Direttore, la politica è fatta di tempi, di circostanze e di opportunità sempre avendo ben stampato nella mente che l’impegno è al servizio dei cittadini e non degli interessi dei privilegiati di turno. Non si può avere un carico di 24 ore al giorno, vorrebbe dire fare il politico di professione e non è mai stato il mio obiettivo di vita. Se avessi voluto lo avrei fatto, visto che mi è stata offerta più di un’opportunità, ma l’ho sempre rifiutata. La professione viene prima di tutto, ho ripreso a dedicare tempo pieno alla mia attività lavorativa e sto programmando anche nuovi impegni. Fare lo spettatore però aiuta a riflettere sul sistema che ci circonda e sullo scenario futuro.

Sia più chiaro.

La politica è cambiata, i partiti sono stati spazzati via dalla Lega e dai  5Stelle e nelle realtà più piccole da singoli che, non rivedendosi più nelle organizzazioni classiche, si sono messi insieme creando soggetti civici. I problemi principali si vivono nelle amministrazioni locali, non c’è una città che non abbia emergenze. Garantire servizi minimi è diventato un risultato straordinario, l’ordinario è diventato un terno al lotto. I fallimenti vengono da lontano e chi ha contribuito all’attuale situazione di degrado, ancora oggi vuole proporsi come candidato a qualsiasi carica.

Qualche voce di corridoio sostiene che lei sia pronto a scendere in campo per la segreteria provinciale del Partito Democratico. Quanto c’è di vero?

Il Partito Democratico è stato un sogno che non si è mai realizzato. Per anni si sono vissute sempre le stesse situazioni, contrapposizioni inutili che hanno portato solo alla salvezza di qualche singolo. Si è vero, più di un amico mi ha chiesto di rientrare attivamente nel Pd candidandomi a segretario provinciale, ma la mia esperienza con il Pd è finita ed è un discorso che non mi interessa. Per condividere una casa c’è bisogno di armonia e di disponibilità per lavorare allo stesso obiettivo, ho i miei forti dubbi che questo accada. Qualcuno nel Pd dovrebbe chiedermi scusa per come sono stato trattato, ma questo non accadrà mai perché chi è abituato a controllare i piccoli serbatoi di consensi vuole divisione e mai condivisione. Se fossi diventato Sindaco per Maddaloni si sarebbero aperti nuovi scenari e di sicuro un candidato locale sarebbe diventato Consigliere Regionale solo con i voti dei maddalonesi.

A proposito di Maddaloni, come valuta l’operato di Andrea De Filippo?

E’ trascorso poco tempo dal suo insediamento e nessuno ha la bacchetta magica. Valutare un lavoro di quattro mesi significherebbe fare demagogia e non sono abituato a farla. Certo, mi sarei aspettato una squadra diversa, ma gli equilibri elettorali a volte ti portano a fare scelte differenti rispetto alle proprie idee. Maddaloni ha bisogno dell’impegno attivo di maggioranza e opposizione, chi oggi pensa di risolvere tutto con un selfie vive lontano dalla realtà e offende anche l’intelligenza delle persone.