L’omicidio della Masseria Adinolfi. Domani alle 9 l’udienza di convalida dell’arresto. Il periodo sfortunato degli Adinolfi già implicati nell’ordinanza sul clan Mezzero
18 Giugno 2025 - 18:54

Giornata intensa perché, dopo la camera di consiglio che si terrà al cospetto del Gip Daniela Vecchiarelli, si procederà come accertamento tecnico irripetibile all’esame autoptico della salma del ragazzo ucciso presso l’ospedale di Caserta
S.MARIA C.V. – Domani mattina, a partire dalle 9, si terrà nel carcere di Santa Maria Capua Vetere l’udienza di convalida dell’arresto di un giovane di 21 anni, Pranto Hawlader, originario del Bangladesh e residente a Santa Maria C.V.
Il GIP Daniela Vecchiarelli ha emesso la convocazione per le parti coinvolte, che dovranno essere presenti alla Camera di Consiglio. La convocazione è stata notificata entro le 48 ore previste dal Codice di Procedura Penale, che costituiscono il termine massimo tra il fermo di un indagato, in questo caso operato dai Carabinieri, e il decreto di fissazione dell’udienza di convalida. Saranno presenti, oltre all’imputato, anche il PM Mariangela Condello, titolare dell’indagine insieme al collega Gionata Fiore, e l’avvocato difensore Paolo Di Furia.
Per quanto riguarda la Masseria Adinolfi, teatro del delitto, la cucina del locale resta sotto sequestro. È proprio lì che si è consumata la colluttazione che ha portato all’omicidio: il giovane ha inferto tre colpi con delle forbici, due dei quali non letali alla schiena e a un braccio, e uno fatale al petto.
Non è un periodo fortunato per la Masseria Adinolfi, che era già stata coinvolta in un’indagine precedentemente trattata in un’ordinanza richiesta dalla DDA di Napoli, riguardante il clan Mezzero di Grazzanise. In quell’occasione, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta avevano denunciato il figlio di Andrea Adinolfi, il titolare della masseria, dopo che nelle aree adiacenti erano stati rinvenuti un trattore, un furgone e altre attrezzature rubate. Secondo l’accusa della DDA, questi veicoli erano stati nascosti con il consenso del figlio di Adinolfi, che in quel periodo finì nel registro degli indagati. Le attrezzature rubate erano state trasportate da un gruppo di albanesi, coordinati da Davide Grasso, appartenente al clan, e dall’ex consigliere comunale di Santa Maria C.V., Carmine Munno, il quale oggi gestisce un canile a San Tammaro, dove venne trovato anche un escavatore rubato.