L’omicidio di Gennaro Leone, domani in Assise i carabinieri: tutti i retroscena

19 Aprile 2022 - 17:04

CASERTA/SAN MARCO EVALNGELISTA/SANTA MARIA CAPUA VETERE – (tp) Domani in Corte di Assise, presidente Donatiello, pm Esposito del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, entrerà nel vivo il processo per la morte del pugile Gennaro Leone il 18enne ucciso il 28 agosto del 2021 in via Vico a Caserta. Sotto accusa  Gabriel Ippolito, 20enne di Caivano. Saranno ascoltati i carabinieri che intervennero per questo grave fatto di sangue. Gennaro, boxeur della categoria medio massimi, una carriera in Nazionale Youth già avviata dalla prima convocazione azzurra, venne accoltellato ad una gamba da Ippolito che lo colpì per uno sguardo di troppo. L’episodio avvenne nel pieno della movida notturna, in una zona centralissima dove già erano avvenuti in precedenza risse e aggressioni più volte denunciate dai commercianti. La coltellata sferrata da Ippolito recise l’arteria femorale di Leone, che restò a terra, e fu soccorso prima da alcuni passanti per poi essere portato in ambulanza in ospedale dove però, qualche ora dopo, morì perché dissanguato. Il suo aggressore fu individuato tramite le telecamere di videosorveglianza e soprattutto attraverso le testimonianze di alcuni ragazzi, in particolare amici della vittima, che erano sul posto al momento del fatto, quindi fu fermato e confessò il delitto ai carabinieri.
Il giudice la scorsa udienza ha ammesso tra le parti civili oltre ai familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Alfredo Plini, anche il Comune di Caserta, rappresentato in giudizio dall’avvocato Carolina Mannato. Il Comune di San Marco Evangelista, dove viveva Leone, invece è stato escluso. L’avvocato Angelo Raucci, difensore di Ippolito, ha già  formalizzato richiesta di rito abbreviato. Per i reati come l’omicidio volontario, punibile con la pena dell’ergastolo, l’accesso al rito abbreviato, non è possibile. L’istanza del difensore, andrà valutata dal collegio in sentenza, se nel caso giudicassero il fatto in maniera diversa da come descritto nell’imputazione derubricando il reato, ad esempio in omicidio preterintenzionale.