MADDALONI. Che vergogna: decine di pazienti allettati, distrutti dalle piaghe, abbandonati o quasi dal distretto 13 dell’asl

5 Dicembre 2019 - 19:16

MADDALONI – Noi che scriviamo nei giornali dovremmo piantarla di introdurre determinati argomenti in maniera rituale, ordinaria. Vogliamo dire che non si può scrivere allo stesso modo, fornendo alla notizia il medesimo valore e il medesimo peso specifico di una buca stradale, di un cassonetto dell’immondizia abbandonato a se stesso e pieno di potenziali agenti inquinanti e della vita, delle giornate dei pazienti allettati, cronici che hanno però il diritto di vivere e di fornire il proprio contributo di affetto, che si attesta con la semplice loro presenza in vita, nei confronti dei loro cari.

Chi ha avuto il proprio padre o la propria madre in questa condizione, conosce benissimo la miscela di tenerezza, di speranza che spesso si traducono in rabbia autentica di fronte alla difficoltà di accudire la complessità di quello stato di enorme minorità. I bellimbusti che governano la sanità pubblica in Campania e in provincia di Caserta dovrebbero trascorrere le loro giornate utilizzando il loro cervello per garantire standard di efficienza quantomeno dignitosi a questi servizi, invece di dedicarsi alle trastole, ai mercanteggiamenti clientelari e via discorrendo.

Non è che noi siamo fissati con Carmine Lauriello direttore del dipartimento dell’asl di Caserta relativo a tutti i servizi socio sanitari. Noi non l’abbiamo mai conosciuto, non ci abbiamo mai parlato, ma ci siamo limitati solamente a studiare in profondità e a valutare il suo metodo e la sua prassi di lavoro. Fino a qualche settimana fa, ma presto ci torneremo sopra, abbiamo approfondito quello che, a nostro avviso, è il modo vergognoso con cui vengono erogati i servizi di assistenza ai bambini autistici; oggi cominciamo a dedicarci ad un altro nervo delicatissimo della sanità pubblica casertana: la cosiddetta ADI che sta per assistenza domiciliare integrata in pratica è il servizio per persone ammalate che non possono uscire da casa per ricevere cure.

Si può ben comprendere che il personale, per lo più infermieristico, che raggiunge le case delle persone che versano in questa condizione sono attesi come dei veri e propri benefattori. Si crea un vincolo di affetto, di riconoscenza che travalica ampiamente il semplice connotato professionale che si concretizza nell’erogazione del citato servizio.

Ebbene, nel distretto 13 di Maddaloni, soprattutto nella parte proprio relativa alla città, le cose stanno funzionando molto male da qualche tempo. Molto spesso i pazienti o i loro congiunti ricevono telefonate dall’ufficio preposto del distretto 13 in cui viene comunicata la impossibilità dell’infermiere a prestare il servizio di assistenza per intervenuta malattia. Al di la del fatto che la frequenza di questi problemi di salute fa somigliare il distretto 13 ad una sorta di improvviso lazzaretto, il problema che vere o non vere, vere o diplomatiche, i pazienti rimangono senza assistenza e si tratta di gente che soffre, che ha piaghe da decubito che vanno gestite e trattate costantemente.

Di Lauriello abbiamo detto, ma va citato anche il nome del responsabile del servizio nel distretto 13 di Maddaloni. Il suo nome è Maddalena, il suo cognome è Della Ventura, la sua professione il medico.

Uno cerca di rifletterci approcciando il problema senza pregiudizi, laicamente, ammettendo anche l’ipotesi che ci possano essere dei problemi e che effettivamente tra gli addetti del distretto si sia diffusa una sorta di pandemia. Perchè questa è la motivazione addotta, questo ci viene raccontato, all’unisono, da due famiglie ormai scombussolate da questa riduzione drastica del livello di assistenza. Eppure, come dimostriamo con la pubblicazione in calce a questo articolo dell’atto amministrativo, erogato a suo tempo dall’asl, infermieri, fisioterapisti ed altre figure professionali sono stati assunti, nell’ordine di circa 100 unità con contratto a tempo determinato, con un concorso del 2014 che ha immesso queste persone nella loro funzione a partire dal 2017.

Insomma, la gente per lavorare c’è.Nulla è capitato oggi rispetto a quando i pazienti allettati, i cronici della Adi ricevevano un servizio adeguato.

Dunque, bisogna approfondire. La notizia, di per sè, è già importante dato che si estrinseca attraverso un effetto devastante per la vita di persone deboli e per la vivibilità delle loro famiglie. Cercheremo di capire meglio i motivi. Ad oggi, nessuna spiegazione di tipo amministrativo è stata data. Si è parlato solo delle indisposizioni degli addetti. e onestamente è una roba che lascia perplessi al punto da rendere necessario un supplemento di indagine.

 

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