MADDALONI. Stamattina Rosa De Lucia, Giusy Pascarella & co di nuovo alla sbarra. Ma CasertaCe, dopo aver salvato Vinciguerra, almeno sul peculato salverà anche l’ex sindaca

10 Gennaio 2019 - 15:47

MADDALONI(g.g.) Si è svolta stamattina la prima udienza dell’ultimo filone del procedimento giudiziario sulla cosiddetta tangentopoli maddalonese. Sul banco degli imputati l’ex sindaco Rosa De Lucia che, dopo aver patteggiato la pena per il reato di corruzione relativamente all’appalto dei rifiuti, dovrà rispondere ora del reato di peculato, inerente alla vicenda dell’ormai famosa auto del comune con cui l’allora consigliere comunale Giancarlo Vigliotta fu prelevato dal suo luogo di villeggiatura calabrese di Cirò Marina per essere presente in un consiglio comunale in cui il suo voto, evidentemente, contava, ma anche del reato di turbativa d’asta in concorso per l’altro appalto relativo alle luminarie per la festa di San Michele.

Per quest’ultimo reato, sono imputati anche i due imprenditori di San Felice a Cancello, Michele Passariello e Di Meo. Per quanto riguarda invece Giusy Pascarella, al tempo consigliera comunale, questa è imputata di corruzione e di presunti assegni custoditi da Antonio Scialdone.

Udienza rapida al cospetto del collegio C, della Prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Donatiello, con rinvio al prossimo giugno, allorquando il collegio stesso dovrà pronunciarsi su un’eccezione, presentata dai difensori, i quali hanno chiesto l’esclusione dal processo della parte civile rappresentata dall’associazione Antonino Caponnetto che, al pari del comune di Maddaloni, in giudizio con l’avvocato Giovanni Vairo,

è stata ammessa in sede di udienza preliminare.

Riscriviamo la notazione che abbiamo riportato al tempo in cui è saltata fuori la notizia dell’archiviazione della posizione processuale dell’allora comandante facente funzioni dei vigili urbani, Bartolomeo Vinciguerra, che materialmente, a bordo dell’auto presa in leasing dal comune, e quindi del comune, perchè questo è, andò a Cirò Marina a prelevare Vigliotta.

Quel giorno, CasertaCe avendo acquisito tutte le prove di quel viaggio, con tanto di fotografie dell’auto, corredate anche dalla targa che ne identificava immatricolazione ed identità, pubblicò la notizia pochissime ore dopo, nel pomeriggio, ad uffici del comune chiusi.

Se quel giorno ci fossimo distratti, rimandando di 24 o 48 ore la pubblicazione, secondo voi i soldi per il carburante, per il casello eccetera, li avrebbe poi tirati fuori il sindaco De Lucia come successe oppure si sarebbe provveduto al rimborso a carico dei cittadini?

Perchè, non significa essere malpensanti nel momento in cui si propone il seguente ragionamento logico: se la necessità di andare a prelevare Vigliotta in Calabria era di carattere politico e dunque atteneva alle motivazioni personali della De Lucia, per quale motivo fu usata quell’auto e non un qualsiasi altro veicolo privato? E perchè fu detto al comandante dei vigili, un fedelissimo della prima cittadina, di recarsi lui personalmente in Calabria?

Va bè, ci fa piacere che dopo gli anni patteggiati sulla corruzione per la monnezza e dovendo affrontare anche il procedimento sulla presunta turbativa d’asta per le luminarie, CasertaCe, anticipando quella notizia, ha contribuito ad alleviare il peso della punizione degli uomini nei confronti di Rosa De Lucia, determinando contestualmente anche l’uscita di Vinciguerra da questo processo.