CASERTA ALLE ELEZIONI. Peppe Greco ha “la botta sotto la ‘scella” tra inchieste e il caso Pipola. Carlo Marino lo imbarca e se Mimmo Maietta parla…

25 Marzo 2021 - 18:30

Tutta la partita pre elettorale mette al centro relazioni tra soggetti che hanno fondato l’intera loro esistenza sull’utilizzo della politica a scopo strumentale, a sostegno degli interessi personale

CASERTA (g.g.) – A nostro avviso, l’unico che conosce in maniera realmente consistente la verità sul parcheggio di via San Carlo e l’ex dirigente, oggi in pensione, del comune di Caserta, Carmine Sorbo. Essendo il medesimo un “uomo di conseguenza”, non diciamo “d’onore” se no si offende e rompe le palle, questa verità non la dirà neppure sotto tortura. Dobbiamo accontentarci dunque dello status quo, che vede l’architetto Nocera, il quale in carcere c’è stato già molti anni ed è stato il progettista di almeno un bunker in cui Michele Zagaria ha trascorso la sua latitanza, tra gli imputati in attesa che un’udienza preliminare lo porti in un dibattimento istruito dalla Dda, l’ingegnere Francesco Biondi che vive la medesima condizioni di imputato, l’ex assessore all’Urbanistica Giuseppe Peppe Greco il quale, tenete presente l’antica e proverbiale spada di Damocle? Ce l’ha sulla da anni, perché da anni la Dda, che lo ha fatto di nuovo nel provvedimento per cui chiede il giudizio per Nocera, Biondi ed altri afferma che per Greco, seppur implicato in questa storia, “si procede separatamente“.

Infine c’è Carlo Marino, che in questo caso non è il sindaco di Caserta, ma l’avvocato al tempo del citato Nocera, nonché consigliere comunale di un’opposizione che realmente non ha mai fatto, in grande accondiscendenza reale, rispetto a Nicodemo Petteruti, sindaco in quel tempo. Ma se l’Antimafia li ha posizionati in ranghi sparsi, la politica potrebbe riunirli. O meglio, la politica potrebbe raccontare una realtà più autentica di quella raccontata dalla magistratura. Carlo Marino, infatti, ritiene che Peppe Greco non sia nella condizione di poter gareggiare o di poter appoggiare candidati alternativi alle posizioni del sindaco in carica. Lo sa lui perché. Il pensiero va immediatamente a quella robaccia che sopravvive in un’area di parcheggio prospiciente all’ospedale di Caserta e di cui ci siamo occupati decine di volta e che rappresenta un feudo inossidabile del signor Pipola, cugino di Greco.

Quest’ultimo avrebbe posto a Marino il noto problema del suo non-rapporto con il consigliere comunale di maggioranza Domenico Mimmo Maietta, che da una vita vede Greco come il fumo negli, specularmente ricambiato. Ma Marino deve aver saggiato le attitudini di Maietta, soprattutto quando questi contribuiva a certe ricostruzioni storiche o anche relative al tempo presente sulle presunte magagne della coppia di storici amici, a nostro avviso soci di fatto, Biondi-Greco. Deve averlo conosciuto così bene a Maietta, Carlo Marino, da aver rassicurato Peppe Greco. Della serie: a Maietta ci penso io. Ritiene il sindaco di possedere degli argomenti, che magari ha già declinato, per dire all’architetto di Pozzovetere di stare buono e di non intralciare l’operazione di arruolamento di Greco, che sarà pure claudicante, avrà pure la “botta sotto l’ascella”, ma è uno che di elezioni ne capisce e ne capisce tanto.

Un tridente tra lui, Carlo Marino e Francesco Biondi costituirebbe un’arma potentissima per il voto clientelare, non arginabile dalla politica e siccome fino ad ora, al di là di queste inchieste giudiziarie molto soffici, soprattutto nei loro effetti, altri poteri non hanno mostrato un grande interesse ad interferire, diventa complicato pensare che attraverso le opere di buona volontà, di onestà morale, intellettuale e materiale, si possa ridurre l’impatto che il tridente può avere sulle prossime elezioni.

Ci occuperemo ancora della vicenda perché la riteniamo molto interessante, ben al di là del contesto elettorale dentro al quale, solo apparentemente, sembra muoversi.