MARCIANISE ALLE ELEZIONI. Uno per uno, tutti i consiglieri di maggioranza persi da Velardi e conquistati da Abbate. Il primo si attesterà sul 20% ed ecco perché

24 Agosto 2020 - 17:50

La volta scorsa la coalizione delle liste che lo sostennero superò, invece, quota 45%. Mimì Laurenza come il locale di Parigi

 

 

MARCIANISE – L’ufficializzazione delle liste consente, al di là delle dichiarazioni rituali di chi queste ha messo insieme, ponendole sotto l’ala della propria candidatura a sindaco, di produrre le prime valutazion i oggettive.

Oggettive perché l’aritmetica non è un’opinione e ci sono ei punti fermi incontestabili.

La struttura che consentì a Velardi, la volta scorsa, di sfiorare, sin dal primo turno, l’elezione, si è fortemente ridimensionata.

In tanti tra quelli che portarono voti a bizzeffe nella cascina del citato Velardi, oggi, avendolo conosciuto bene, soprattutto avendolo visto all’opera, hanno deciso di starsene a casa e di non entrare nella partita elettorale.

Tra i consiglieri comunali della maggioranza, non ci sono, nelle liste di Velardi, Galantuomo, Pasquale Guerriero, Cinzia Laurenza, Carmen Ventrone, Gennaro Laurenza, Telia Frattolillo, Giuseppe Riccio e Domenico Amarando.

Tra questi, escludendo Amarando che si candidò in nome e per conto del suocero, Antonio Tartaglione, e se si eccettua Pino Riccio, il quale pur impegnato nella campagna elettorale, si è messo ancora una volta con Velardi, mettendo insieme – seppur raffazzonatamente – una lista, tutto il resto costituisce voti persi.

Non pochi.

Nei prossimi giorni andremo a declinare con precisione i numeri delle preferenze, ma in linea di massima siamo vicini a un 10% sicuramente eroso da quella struttura elettorale che con ben 8 liste consentì a Velardi di vincere le elezioni.

Attenzione. 8 liste quasi tutte competitive rispetto alla 1/2, massimo 2 liste che oggi, nomi alla mano, sembrano poter garantire una buona tenuta elettorale.

Dunque, quel 10%, già eroso rispetto alle tante e pesanti defezioni di cui sopra, si va ad aggiungere a un 10%, addirittura 15%, espressione della consistenza corale, della cifra di insieme, dei 5 simboli che corrono in appoggio all’ultimo degli ex sindaci.

Ipotizzare, dunque, un risultato delle liste di Velardi attorno al 20% non è azzardato.

Noi i pronostici li facciamo. Vedremo poi il 21 settembre notte (prima lo spoglio del referendum, poi le regionali, poi le comunali) se avremo avuto ragione.

5 anni fa solo il sottoscritto, in pratica, disegnava un quadro caratteriale e attitudinale di Velardi antitetico a quello assimilato da una vulgata che lo vedeva come uomo nuovo, della provvidenza.

Nonostante questo, Velardi superò, con il voto individuale, la sua coalizione di poco meno di 3 punti. Riteniamo che stavolta lo scarto sarà anche inferiore.

Un 21/22% sarà sufficiente per conquistare il ballottaggio? Probabilmente sì.

Ma solo perché il centrosinistra non è riuscito a trovare la piena unità, inserendo nella partita altri due candidati a sindaco, oltre ad Abbate, cioè Alessandro Tartaglione e Gaetano Marchesiello, e perché il centrodestra si è spaccato, visto che non era argomento di discussione, ma certezza, il fatto che se le 6 liste che appoggiano Anna Arecchia e Antonio Tartaglione si fossero ritrovate attorno a un solo candidato, questi avrebbe battuto, e neppure di poco, il Velardi.

Con quest’ultimo, correranno invece solo tre consiglieri comunali più quattro assessori della sua maggioranza: Giovan Battista Valentino, Francesco Tartaglione e Antonio Golino per quanto riguarda i consiglieri; Tommaso Rossano, che la volta scorsa non si candidò, entrando però dalla porta principale in giunta da assessore all’Urbanistica, Angelisa Micale, che invece si candidò, raggranellando solo poche decine di voti, Nicola Salzillo e Angela Letizia, vicesindaca, anch’essa candidata nel 2016, 6° nella graduatoria del Pd.

Dalla parte di Abbate, invece, confermato l’impegno dei consiglieri comunali Pino Moretta, Giuseppe Bucci, Paola Foglia.

Per quanto riguarda Gaglione, Raffaele Guerriero, Antimo Rondello (che ha svolto la funzione di presidente del consiglio comunale) si tratta di persone elette con Velardi e oggi candidate con Abbate.

Cominciate a capire perché parliamo di 20% per quest’ultimo.

Torna alla base, perché con Abbate fu candidata anche la volta scorsa, salvo poi saltare nel carro della maggioranza, Maria Di Lernia.

Anche Pasquale Salzillo corre con l’avvocato del lavoro, provenendo dalle fila zinziane, lasciate dopo una lunga milizia.

Dulcis in fundo Mimì Laurenza. Chi è abituato a seguire le elezioni presidenziali americane, sa che un appuntamento fisso del giorno prima è rappresentato dal collegamento con il locale parigino, meta indiscussa degli americani che vivono nella capitale francese, a partire da quelli dell’ambasciata, che simulano una votazione.

Ebbene, in decine e decine di elezioni l’esito del voto del locale è stato esattamente lo stesso di quello poi verificatosi effettivamente, anche quando il verdetto vero ha sovvertito i pronostici della vigilia.

Il prode Mimì Laurenza ha fatto, in linea di massima, la stessa cosa: ha sempre fiutato l’aria e non ha mai sbagliato il candidato sindaco con cui schierarsi.

La volta scorsa si aggregò a Velardi, questa volta è passato con Abbate.

Significherà qualcosa?