MARCIANISE. Dopo l’assunzione della moglie di “Guerriero Vincenzo”. Azz, se Velardi deve assumere tutta la sua classe qui andiamo in fallimento
18 Febbraio 2019 - 09:50
MARCIANISE – I lettori più attenti di questo giornale avranno notato che tra le decine e decine di argomenti da noi affrontati sulla piazza politico-amministrativa di Marcianise, non è compreso quello relativo alle analisi economico-finanziarie sulle politiche di bilancio della città.
Questo non è avvenuto casualmente. È avvenuto perché, conti alla mano, la grande estensione in cui si distribuisce la platea dei contribuenti rende, a nostro avviso e ad avviso di quelli che masticano un po’ o un po’ di più questa materia, rende pressoché impossibile uno squilibrio dei conti, soprattutto in considerazione del fatto che i marcianisani sono particolarmente ricchi.
Senza complicare troppo i discorsi, anzi provando a semplificarli, il reddito medio di chi paga le tasse a Marcianise è molto più alto di quello di chi paga le tasse nella maggior parte dei comuni della provincia.
Questo non perché abbiano trasferito una succursale di Doha o di Dubai, del Qatar o degli Emirati Arabi uniti dalle parti di Puzzaniello, ma perché quella media è condizionata, diremmo meglio ancora, connotata, dai contribuenti industriali che a Marcianise insistono fabbriche, agglomerati produttivi, capannoni e marchi importanti come quelli di coca cola o Getra, ai quali vengono recapitate bollette, e che bollette, su Tari, Imu eccetera.
Insomma, Marcianise è una città più ricca delle altre.
Marcianise può spendere di più in beni e servizi rispetto ad ogni altro Comune di questa provincia.
Ma il troppo storpia. E allora, oggi, 17 febbraio 2019, fermandoci per il momento ad un cazzeggio sdrammatizzante, poniamo per la prima volta il problema della tenuta dei conti comunali.
E lo facciamo perché non ci sembra che la politica sul Personale si stia dipanando sul percorso dell’equilibrio, del pareggio di Bilancio, ottenuto dal rapporto tra nuovi assunti e unità che vanno in pensione.
Da un anno a questa parte abbiamo assistito ad una vera e propria sventagliata di assunzioni.
Quando il sindaco ha potuto gestirle direttamente, ha fatto uso e, a nostro avviso, anche abuso, dell’ex articolo 110 del Tuel, che rappresenta una sorta di scettro, lo strumento maximo, attraverso cui il sindaco può dimostrare quanto sia potente.
Si tratta di assunzioni di cui non deve dar conto a nessuno. L’ultima della serie ha gratificato l’esistenza dell’architetto Angela D’Anna, la quale costerà ai marcianisani più di 99mila euro all’anno.
Angela D’Anna è la moglie del signor Vincenzo Guerriero. E qui inizia la preoccupazione.
L’assunzione della D’Anna è assimilabile, per molti aspetti, a quella del segretario generale Onofrio Tartaglione. Anche in quel caso, come si suol dire, il sindaco Velardi “fece carte false” pur di averlo.
E alla fine lo ebbe.
Grazie a quella determinazione Tartaglione tornò a stabilirsi a Marcianise, lasciando la sede dell’Italia settentrionale in cui operava.
Onofrio Tartaglione, al pari di Vincenzo Guerriero, ha frequentato il Liceo Scientifico Quercia e ha condotto i suoi studi nella stessa classe di Antonello Velardi.
Correva l’anno scolastico 1979/1980. In 27 guardavano al traguardo degli esami di Stato dall’aula della 5°B.
Testimoni del tempo ci raccontano che Velardi non era il leader di quella classe. Il carisma e il suo fascino magnetico li avrebbe tirati fuori negli anni a venire.
Ma mentre i fighi intonavano il loro canto di cicala, lui “con sintomatico distacco” preparava il suo futuro.
E oggi, a quasi 40 anni di distanza da allora, vuoi mettere la libidine di far fare anticamera e ricevere qualche suo compagno di scuola che spera in lui per migliorare il tenore di vita della propria famiglia?
Lui, Velardi, ha lo scettro: l’ex articolo 110, con cui fa e disfa.
E fin qui concediamo pure al nostro questa soddisfazione, peraltro pagata dai marcianisani e non con i suoi soldi.
La preoccupazione, però, è che c’è un’altra ventina di compagni di scuola che ancora non hanno avuto niente.
Per cui, il rischio apparentemente impossibile, di diventare un Comune almeno strutturalmente deficitario, c’è eccome.
Perché se Velardi deve sistemare tutta la sua classe del liceo per dimostrare la propria superiorità soprattutto a quei fighi là, non basteranno la Coca-Cola e neanche Apple, se venisse a Marcianise.
Velardi, Velardi, ma quanto ci costi?