MARCIANISE. Fantastico: il delegato alla Sanità di Velardi è un no-vax accanito. Andatelo a spiegare alla famiglie delle decine di marcianisani morti di Covid

19 Luglio 2021 - 10:03

MARCIANISE (g.g.) – Francesco Lampitelli ritorna spesso nelle cronache relative al comune di Marcianise. Fino ad ora l’ennesimo maresciallo della guardia di finanza residente nel luogo che sfoggia la densità di assunti in un corpo militare più alta del pianeta, ripetiamo, del pianeta, ha fatto notizia in quanto involontario artefice del licenziamento che il Mattino ha rifilato ad Antonello Velardi. Fu lui, infatti, ha risultare positivo al Coronavirus. A quanto pare questo non gli portò seri problemi di salute, mentre al sindaco portò in dono una istruttoria, fatta bene, dal suo datore di lavoro che dimostrava che lui, pur essendo venuto a contatto con Lampitelli, cioè con un positivo conclamato, si era recato comunque al giornale. Ci dicono che Lampitelli sia uno dei consiglieri comunali più attivi. Nel senso che è uno stabilmente partecipe nelle azioni e nelle attività di due commissioni dentro alle quali evidentemente fornisce, ripetiamo, evidentemente, un contributo alla città e ai suoi concittadini tanto grande da ben giustificare i permessi di lavoro che reiteratamente prende, naturalmente a carico della Guardia di Finanza. Ma la carica più importante ricoperta da Lampitelli è quella di consigliere comunale delegato alla sanità. Che in un comune significa poco o nulla visto e considerato che questa materia è di competenza dello Stato, per quanto riguarda la cosiddetta salute pubblica, ed esclusiva competenza delle Regioni, attraverso l’erogazione delle prestazioni in nome e per conto del servizio sanitario nazionale, con la gestione totale di tutte quante le strutture, a partire dagli ospedali.

In poche parole, un assessore comunale o anche un consigliere delegato alla sanità, può diventare importante solo limitatamente al contributo che è in grado di offrire ad un’elaborazione teorica, programmatica, concettuale che consenta all’amministrazione comunale di rendersi interlocutrice attiva delle istituzioni di potestà. Non potendo dunque sviluppare, nessuna forma di gestione, il compito di un assessore o consigliere delegato alla sanità, inizia e finisce nel perimetro dell’immagine che questi può determinare per l’amministrazione quando si discute della qualità dei servizi sanitari nel comune in questione.

Ora, non sappiamo per quale misterioso motivo, un maresciallo della Guardia di Finanza, che possiede competenze sicuramente differenti, distanti da quelle che si intersecano e si combinano dentro ad un sistema sanitario locale, abbia chiesto, e riteniamo, pardon, ed evidentemente ottenuto, questa delega. Noi non lo sapevamo, ma ce ne siamo accorti leggendo un post che, a questo punto, deve indurre il sindaco Antonello Velardi a convocare immediatamente qualche amico (sempre meno in verità), rimastogli nei giornali regionali ed anche in quello della Rai, in passato sempre solerti a percuotere la grancassa facendo sembrare qualcosa anche il nulla che più nulla non si poteva.

Eh sì, perché il Comune di Marcianise, attraverso il suo Sindaco e la sua Giunta, scegliendo Francesco Lampitelli quale delegato alla sanità, hanno assorbito e assunto conseguentemente la posizione sui vaccini. Quello di Marcianise è un comune no-vax. E’ ufficiale. Perché se il delegato alla sanità scrive pubblicamente quello che Lampitelli ha scritto, utilizzando il social media più conosciuto e frequentato, cioè Facebook, impegna politicamente e nel modo più assoluto e incontestabile, il suo sindaco, la sua giunta e la sua maggioranza nella posizione così perentoriamente declinata: “E’ da incoscienti – scrive Lampitelli nel post che pubblichiamo in copia conforme in calce a questo articolo – inoculare un farmaco sperimentale a dei bambini di 12 anni rendetevi conto… Mi viene da vomitare”.

Da esperto di medicina e di sanità, quale deve essere evidentemente Lampitelli, dato che fa parte di un Governo e di una maggioranza degli ottimati (perché Velardi sceglie solo il meglio che c’è in ogni settore), avrà sicuramente fondato questa sua affermazione su una solida bibliografia scientifica, a partire dall’asserzione sullo status sperimentale che connoterebbe un vaccino, inoculato alla cifra di circa un miliardo di persone su un pianeta che evidentemente gli studi democratici ed antropologici di Lampitelli considerano populato da cento e duecento miliardi di individui, al punto da rendere il miliardo di inoculazioni non il 20% della specie umana, ma 0.01 per cento, e allora è giusto di parlare di vaccino sperimentale. Il partito dei no-vax seppur nettamente minoritario, vanta molti adepti nel mondo al pari del partito di quelli che dicono che la terra è piatta e altre cose del genere. Scherzi a parte, ritornando seri, liberali come noi non possono certo chiedere che una qualsiasi voce, finanche la più idiota, strampalata e sprovveduta debba essere silenziata. Se Lampitelli incrociasse la violenza verbale da parte di chi non è d’accordo con lui, noi saremmo in prima fila a difendere il suo diritto di esprimere la propria opinione.

Detto questo, però, la dottrina pro-vax riteniamo possa annoverare adesioni, contributi, gruppi di lavoro scientifico che nel loro essere schiacciante maggioranza e dunque opinione nettamente prevalente, ha l’egual diritto di vedersi riconosciuto questo primato tutto democratico. E siccome il crinale che discrimina l’area pro-vax da quella no-vax può essere, anzi è determinante per la vita o la morte di milioni e milioni di persone, l’assunzione di una posizione che nega (attenti non abbiamo scritto negazionisti, sennò che liberali saremmo?), la validità e l’efficacia dei vaccini, anzi, ne dichiara la pericolosità, non può far parte di una istituzione erogatrice di potestà di governo. Il maresciallo Lampitelli da cui ci aspettiamo di conoscere la bibliografia, ma soprattutto le cifre della casistica che lo inducono a scrivere una cosa del genere, può tranquillamente fare il consigliere comunale no-vax e ha tutto il diritto di intervenire in assise e anche nella città, per esporre la sua opinione.

Va beh, lo scriviamo per l’ennesima volta, anche se con le zucche vuote ci si può far ben poco: se Lampitelli ha pieno diritto di essere parte della grande città della democrazia, non può certo ricoprire il ruolo di delegato alla sanità. Perché non c’è dubbio sul fatto che la sua posizione impegni quella dell’amministrazione comunale e della maggioranza che la sostiene.

Dunque, quello con la zucca di cui sopra, invece di silurare Giuseppe Golino, il quale aveva scritto che il laghetto del cosiddetto ring verde era un cesso, facendolo risultare evidente e oggettivamente incontestabile dall’esposizione di un numero significativo di foto, invece di concentrarsi sulla vanagloria della lesa maestà, attraverso prove di forza che somigliano molto alle ruote variopinte che certi pavoni fanno al cospetto di certe pavoncelle, revocasse Lampitelli, garantendogli nel contempo, la massima agibilità di un altro ring, quello della democrazia, consentendogli di parlare in consiglio comunale in difformità rispetto alla linea dell’amministrazione, ma togliendogli la delega alla sanità, visto che, se non lo facesse significherebbe che lui, Velardi, nella stiva del disastro di ogni sua espressione politica, morale, culturale dovrebbe inserire anche quella di militante del fronte no-vax.
Un’ultima cosa da offrire a chi ritiene che noi quando esprimiamo queste nostre tesi tinte marcatamente del richiamo costante al primato della ragione e delle ragioni delle istituzionali, esageriamo perché tutto sommato questo è un Comune, peraltro divenuto di serie C, e non è un ramo del Parlamento o l’espressione del Governo nazionale o regionale. Okey, va bene, diciamo che abbiamo esagerato. Ma siccome non stiamo parlando di un trattato di filologia medievale ma della malattia che ha sterminato, nell’ultimo anno e mezzo, milioni e milioni di persone, centinaia di migliaia di italiani e diverse decine di marcianisani, le cui famiglie non meritano di essere rappresentate da un delegato alla sanità che scrive queste cose, non si può fare spallucce girandosi dall’altra parte. Dobbiamo almeno sottolineare di nuovo quanto sia evanescente, anzi, inesistente il senso morale, il contenuto etico ed etico-civile di un sindaco e di un’amministrazione che nel momento in cui fanno finta di non aver letto o sentito, oppure relativisticamente minimizzano, dimostrano ancora una volta la loro aridità intellettiva, destinata a consegnare matematicamente la città di Marcianise ad un triste destino di declino e di minorità. Perché Marcianise non ha scampo; perché Marcianise non può sopravvivere e non sopravviverà a nove anni di un governo sviluppato nel solco dell’incompetenza, della presunzione, dell’irragionevolezza e di una follia che non è neanche quella degli estrosi, dei geni, ma che si classifica e si codifica anch’essa nella specie delle mezze calzette.