MARCIANISE. 23enne assolto. Ecco perché ha rischiato di incassare una condanna da 1 a 3 anni

12 Febbraio 2025 - 19:01

La storia di un controllo dei carabinieri. La bugia per non far scoprire che il suo amico era uscito dalla Smart per abbordare una prostituta

MARCIANISE – 23, enne di Marcianise, assistito dall’avvocato Giuseppe Bucci, è stato assolto dal reato ascrittogli da uno dei pubblici ministeri della Procura del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere all’art. 4 della legge 110/75 che punisce tutti coloro che recano un’arma atta ad offendere all’esterno. Un reato punibile con una pena variabile da 1 a tre anni.

La vicenda risale al maggio 2022, quando una pattuglia dei carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile si approssimò a due vetture che stazionavano in una zona prospiciente ad un centro orafo (che dovrebbe essere il Tarì). E’ un’area che effettivamente di sera è popolata da un numero cospicuo di prostitute e di transessuali.
I

carabinieri chiesero ragione al conducente di una delle due auto, una Smart Forfour del motivo in cui stesse stazionando in quel punto.

Questo conducente era proprio il 23enne, il quale rispose che ciò avveniva in quanto l’auto era in panne e non in condizioni di muoversi.
Di fronte alla sollecitazione dei militari, affinché provasse a metterla in moto, il giovane non poté sottrarsi e l’auto partì immediatamente e perfettamente.

A questo punto i carabinieri procedettero ad una perquisizione e, sotto al sedile del conducente, riverirono un falcetto di tipo artigianale composto da un manico in ferro di lunghezza 20 cm ed una lama ad uncino in ferro della lunghezza di 21 cm di cui il 23enne non seppe giustificare le motivazioni della presenza.

Successivamente le denunce portano all’apertura di un fascicolo penale e alla citazione diretta in giudizio dell’allora 21enne in quanto ciò accadeva nell’anno 2022.
Dal dibattimento processuale, sviluppatosi al cospetto del GOT Anna Lisa Simone, sono emersi i veri motivi per i quali 233enne mentì ai carabinieri.

Lo fece per proteggere il suo passeggero, un altro giovane figlio del proprietario della Smart
Sul posto, quella sera, era piombata anche la moglie dell’imputato il quale si è giustificato dicendo che l’auto era ferma lì per un guasto. In realtà stazionava per ben altro, così come la prova chiesta ed ottenuta dimostrò.
E il fatto in questione consisté nell’uscita all’esterno del figlio del proprietario, allo scopo di abbordare una prostituta, cosa che il giovane non voleva dire a sua moglie.
Comunque, dopo diverse udienze dibattimentali, la giudice alla sentenza, in sintesi, giustifica l’assoluzione del 23enne con il fatto che dalle indagini e soprattutto dabattimento – che ha per altro ha indotto anche il PM a chiedere l’assoluzione dell’imputato – a scagionare di fatto con un’assoluzione sancita dalla sentenza il 23 enne di Marcianise, visto e considerato che non è emersa alcuna prova che lo lega personalmente a quel falcetto, rinvenuto in un’auto che non era di sua proprietà.