MARCIANISE. Il sindaco nomina assessore Elpidio Iorio dopo aver battezzato il figlio. A pensarci bene, Velardi e Brancaccio sono incredibilmente simili

2 Ottobre 2018 - 13:19

MARCIANISE – Bottiglie stappate e calici in alto nelle sedi dei più importanti provider che forniscono, tra gli altri, servizi di posta elettronica.

Chi ha bazzicato nelle redazioni di questa Provincia negli ultimi 20 anni non può non valutare Elpidio Iorio da Sant’Arpino come il più prolifico, incontinente, quasi ossessivo produttore di comunicati stampa, sempre relativi a manifestazioni o eventi, il più delle volte finanziati con il danaro degli enti locali e cioè dei cittadini.

Chi dal ’99 racconta, come il sottoscritto, le vicende della provincia di Caserta non ha bisogno degli ultimi verdetti della Corte dei Conti per conoscere il fiume di danaro, la strage delle pubbliche risorse consumatasi nei Comuni dell’area atellana, monopolizzati per anni da Angelo Brancaccio, che oltre a signoreggiare su Orta di Atella, lo ha fatto per interposta persona anche a Succivo e a Sant’Arpino, con qualche puntatina significativa verso le pure confinanti Frattaminore e Frattamaggiore.

Attorno a re Brancaccio si è formata una vera e propria pletora di assistiti, si è costruito un vero e proprio campo di erba e di biada da brucare stabilmente. In questo sistema, il 90% dei soggetti entrava da disoccupato, buona parte ci rimaneva da assunto; altri non avevano bisogno neppure del posto di lavoro, tanto tra uffici stampa, accademia mondiale delle marchette e controllo dei giornali locali (anche il Corriere di Caserta da me diretto, almeno fino a quando Brancaccio non ruppe con il proprietario e l’editore Maurizio Clemente), sbarcavano alla grande il lunario dentro a una microeconomia, quella atellana, che si alimentava grazie al debito pubblico ma anche grazie alle iniezioni di liquidità fatte da una generazione intera di imprenditori, che poi ha ridotto Orta di Atella così come l’ha ridotta.

Beh, in quel periodo Elpidio Iorio è stata una delle punte avanzate di questo sistema. Dunque, quando ci hanno detto che il sindaco di Marcianise Antonello Velardi è stato padrino di battesimo del figlio di Elpidio Iorio, la cosa non ci ha affatto stupito. Anzi, la abbiamo considerata presagio di un tipo di promozione che avrebbe riprodotto metodologicamente il modo in cui si sviluppavano le carriere (non esageriamo le mini-carriere) nell’agro atellano ai tempi di Brancaccio.

E infatti, da ieri, Elpidio Iorio è il nuovo assessore alla cultura (giustamente, più cultura di questa!) ma anche dei rapporti con i marcianisani all’estero. Insomma, il Mirko Tremaglia del 21esimo secolo. Il tutto per i circa 2000 euro al mese di indennità.

Iorio ha costruito un feeling con Velardi e si troverà bene con lui perchè il sindaco per atteggiamento, per il modo in cui rifiuta sdegnosamente il confronto con le minoranze, con le tesi dei cittadini che non la pensano come lui, è incredibilmente sovrapponibile, fidatevi, noi c’eravamo, all’Angelo Brancaccio della fine degli anni ’90 e del primo decennio degli anni 2000.

Insomma, una nomina che potremmo definire naturalmente pro-ciclica in funzione diretta.

Gli altri due assessori sono Pero, che finalmente dopo due anni di attesa, dopo aver sperato di essere nominato nei Consorzi e in ogni altro luogo del sottogoverno provinciale, va a conquistarsi pure lui questi 2mila euro al mese in quota Fecondo.

Un’affermazione, questa, nè capziosa nè maliziosa, ma sicuramente reale. Pero si dimette dal consiglio comunale nel quale dovrebbe entrare, come prima dei non eletti, la vice-sindaca Angela Letizia.

Ma la pupilla di Velardi è inamovibile. E dunque, a proposito di pupille, indovinate chi entra in consiglio? Reduce dai successi ottenuti con le a dir poco discutibili concessioni avute per i campi da tennis e altre attinenze, l’architetto Telia Fratolillo, che per Fecondo è stata sempre una sorta di musa ispiratrice, per lui irrinunciabile.

Terzo ingresso, una vecchia conoscenza di Casertace, Angelica Micale, 38 anni, che assume le deleghe all’associazionismo, alla partecipazione, al verde pubblico, alla mensa scolastica e all’asilo nido.

La Micale fa parte di quel terzetto di presunti consulenti dell’allora candidato sindaco Velardi (gli altri due sono stati Luciano Buonanno e la nipote di Angelo Carusone, tutti con un futuro florido così come abbiamo scritto in più articoli).

Angelica Micale si candidò in una lista pro-Velardi e si prestò scenograficamente a fare l’interprete, col linguaggio dei gesti (Velardi, da luminare della comunicazione qual è, l’aveva visto fare in tv) per i sordomuti.

Quello della Micale è il coronamento di un cursus honorum. E’ stata sempre in attività e fu una dei tre consulenti dei famosi colloqui a porte sbarrate che ha rappresentato il primo momento tangibile nel quale si è capita la cifra morale di questo sindaco e della sua amministrazione, autentici campioni dell’illegalità.

Fuori dalla giunta Gabriele Trombetta, il quale “muto starà” perchè di prebende professionali e para-professionali ne ha avute, Angelo Musone, ex pugile e medaglia di bronzo olimpica a Los Angeles, che il sindaco Velardi aveva messi autorevolmente, a “intostare l’acqua”.

La terza silurata è Concetta Marino, anch’essa voluta, a suo tempo, dal sindaco, e poi evidentemente caduta in disgrazia.