MARCIANISE. Oggi il Bilancio in consiglio. Test decisivo per la minoranza, fino ad oggi inesistente. Il popolo non va tradito

30 Novembre 2023 - 13:20

Sapete una cosa? Ci siamo anche un po’ stufati di svolgere funzioni di supplenza democratica. Per cui i vari e le varie Alberto Abbate, Lina Tartaglione, Jole Giuliano, Rosa Cibelli e compagnia si dessero una svegliata, altrimenti è molto meglio che si dimettano invece di tradire di fatto il mandato popolare ricevuto

MARCIANISE – Oggi si svolgerà la seduta del consiglio comunale dedicata all’approvazione del cosiddetto Bilancio Consolidato.
Quando i giornali affrontano questo argomento, ma anche quando l’ordine del giorno viene recapitato ai consiglieri comunali, si è portati a pensare, per effetto di una superficiale valutazione derivata, il più delle volte, da un fatto di mera ignoranza, che il Bilancio Consolidato rappresenti uno strumento di esposizione della gestione di un Comune meno importante, molto meno importante, di quello che può essere un Bilancio dI Previsione propriamente detto, un Conto di Gestione o Bilancio Consuntivo che dir si voglia, di un Riequilibrio, di un Assestamento e finanche di una variazione di Bilancio.


Niente di più falso ed errato.
Dal punto di vista dell’economia finanziaria di un Comune c’è solo un argomento forse più delicato e a più alto peso specifico.
Riguarda un qualcosa che ha a che fare col bilancio comunale, ma allo stesso tempo non vi ha a che fare.
Ed

è proprio nel non avervi formalmente a che fare il suo tratto di grande delicatezza che espone chi se ne occupa e chi lo approva al rischio di essere perseguiti dalla Corte dei Conti addirittura col proprio patrimonio personale.
Questo spiega perché l’approvazione di un cosiddetto “debito fuori bilancio” è una delle cose che risulta più indigeste alle motivazioni di un consigliere comunale a stare in aula a fare ciò che gli dice di fare la maggioranza a cui appartiene.
Subito dopo, in ordine di importanza, viene il Bilancio Consolidato.
Ciò perché questo è quello più vero e completo, in quanto contiene l’indicazione precisa e dettagliata di ciò che un Comune spende o ricava come conseguenza della sua partecipazione ai cosiddetti enti strumentali.

E siccome il Comune di Marcianise è, da anni e anni, lo sgangheratissimo protagonista diretto e soprattutto indiretto della gestione del Consorzio Idrico Terra di Lavoro Spa, non esiste in provincia di Caserta un bilancio consolidato più importate di quelli di cui discute, e che poi approva o non approva, il consiglio comunale.
Tutte le altre partecipazioni, Asi ecc., non esprimono nemmeno un decimo dell’importanza e della delicatezza della presenza di Marcianise nel Consorzio Idrico e nella sua filiazione diretta.
Come abbiamo scritto 100 volte da queste colonne e come scriveremo ancora, il Consorzio Idrico, e oggi l’Itl Spa, esistono e operano in una condizione di illegalità.


Badate, non abbiamo scritto irregolarità o illegittimità, bensì illegalità che, d’altronde, nelle stanze in cui operano dirigenti e funzionari del settore economico-finanziario, a partire dalla loro guida sparanisana Salvatore Fattore, conoscono troppo bene, per averne avuto esperienza palmare nei mesi del commissariamento, seguito alla defenestrazione di Antonello Velardi.
Sanno bene, Salvatore Fattore e chi con lui lavora, in che modo sia avvenuto l’abbattimento del pesante fardello passivo del patrimonio netto, che da un anno all’altro ha cambiato letteralmente i suoi connotati da circa -21 milioni di euro a +4 milioni.


Un prodigio della natura, avvenuto grazie ad una serie di artifizi, di furbizie finanziarie al limite del Codice Penale che forse il signor Gabriele Trombetta, nipote del sindaco Antonio e fornitore di servizi per volere del sultano Giovanni Zannini del Consorzio Idrico nella fase della sua trasformazione in Itl, potrebbe spiegargli bene, dato che lui ne sa esattamente quanto ne sa Antonella Elia.

Per gli amici Tonia, autentica pupilla degli occhi di Giovanni Zannini che la ebbe a Mondragone come segretaria comunale e da cui da allora non si è mai separato, utilizzandola in momenti delicatissimi a partire dal concorso-macchietta con cui il Comune di Sparanise, grazie al lavoro di una commissione giudicatrice presieduta, manco a dirlo, proprio da Tonia Elia, assunse a tempo indeterminato categoria D l’attuale presidente della Provincia Giorgio Magliocca, che al Comune di Roma Gianni Alemanno aveva fatto assumere come categoria C e che comunque, al Comune di Sparanise, non è andato a lavorare neppure mezz’ora, creando un danno economico al Comune, che ha dovuto rimpiazzare quella postazione stante la lunghissima e comodissima aspettativa del Magliocca, che intasca 7-8 mila euro al mese se non di più, senza colpo ferire.

E fossero solo questi soldi! Il Comune di Marcianise non può pensare di approvare dunque, oggi, un Bilancio consolidato liquidando la cosa in pochi minuti.


Magari lo può desiderare il sindaco Antonio Trombetta, visto che suo nipote Gabriele è stato l’architetto di quella autentica porcheria costituita dalla trasformazione in Spa, può desiderarlo Pasquale Salzillo, che non vuole avere problemi con nessuna componente della maggioranza, avendo messo le proverbiali quattro uova in un piatto nel momento in cui ha ottenuto che il sindaco Trombetta e soprattutto la segretaria comunale Maria Carmina Cotugno abbiano accettato finanche di violare la legge, ogni norma anticorruzione, pur di rendere inamovibile, al di là di ogni termine legale, la posizione di Angelo Piccolo a capo delle concessioni edilizie, divenuto ormai più un affare di via Matteotti, cioè dello studio privato in cui hanno operato i fratelli Piccoli, il gran costruttore, nonché loro zio, Tommaso Colella, e lo stesso Pasquale Salzillo, da tempo socio di fatto dei Piccolo.


Però, questa opposizione finisce per essere la vera colpevole di questa assenza di dibattito perché è assolutamente impalpabile, inerme, incapace di dare sostanza anche minima ad un mandato popolare che, addirittura, l’ha eletta con un numero di voti maggiore rispetto a quelli complessivamente raccolti dai consiglieri di maggioranza, che tali sono, oggi, per l’attitudine a generare trasformismo di una legge elettorale assurda, che è tale perché soggetti arcinoti, come si suol dire carte conosciute, come Pino Riccio, si sono – diciamo così, concessi al nuovo sindaco spostando le loro pedine, in questo caso Arcangelo Pratillo, dalla minoranza alla maggioranza in aperto, rozzo tradimento ribaltonista del mandato elettorale ricevuto dai marcianisani.

Partiamo con Alberto Abbate.


A un certo punto Dario Abbate si è pure stufato di essere oggetto e terminale di un luogo comune che, senza un’analisi di contenuto, senza una valutazione del suo dire e del suo fare lo ha immancabilmente, per un fatto di pigrizia dei marcianisani (che non hanno la capacità di andare al di là considerazioni che potevano anche essere valide 15 anni fa, ma che vanno riesaminate oggi, magari giungendo alla stessa conclusione, che non può essere però cristallizzata in eterno) è bollato come il vecchio della politica anche se propone di realizzare le gare d’appalto al centro di piazza Umberto I o magari nel cortile della Prefettura.
Per cui ha formulato una proposta, quella di Lina Tartaglione, in quanto riteneva che fosse non la migliore dei candidati a sindaco, ma quella che poteva in qualche modo rappresentarsi come un punto di equilibrio tra le varie componenti del centrosinistra.


Ora, ha sbagliato o ha fatto bene non si sa, perché la valutazione bisogna traslarla al momento precedente all’apertura delle urne in quanto sarebbe troppo comodo sputar sentenze dopo che le schede sono state scrutinate. Per noi, ad esempio, ha sbagliato il marito di Lina Tartaglione, Angelo Golino, a fare un accordo politico con Zannini e Bosco a cui ha riconosciuto la titolarità del simbolo di una lista che poi è già finito male come il sottoscritto aveva largamente preventivato sia per la vicissitudine giudiziaria che ha colpito Bosco, sia con l’immediata operazione trasformistica annunciata e già in via di realizzazione ad opera di Zannini.


Però, quantomeno, Dario Abbate si alzava in consiglio comunale e creava un clima, un pathos. In poche parole, forniva l’idea concreta, palmare, che lì ci fosse una minoranza, un’opposizione, in gradi di farsi sentire di far emergere le proprie motivazioni, giuste o sbagliate che fossero.
Mo’ qui c’è il fratello Alberto Abbate che sembra uno passato lì per caso e la cui presenza somiglia a quella di un ectoplasma.
Voto 0.
Poi c’è Lina Tartaglione la quale, legittimamente, aspira ad una funzione di leadership, ma non si rende conto che la leadership non la conquisti se un papa ti mette la spada sulla spalla e a prescindere dal fatto che tu sia un fesso o uno all’altezza, ti fa re o imperatore.


La leadership è frutto di lavoro, di studio, perché no anche di carisma.


Rosa Cibelli dei Cinque Stelle, peraltro neocandidata in quota grillina nella lista Pd alle elezioni provinciali, il grillismo pare l’abbia confinato nell’iperunanio, visto che di lei non si ricorda un solo intervento e in certi momenti somiglia più a una vecchia democristiana o al Guerriero di turno, il quale è eterodiretto da Stefano Graziano, il cui ideale in politica è una combinazione tra i virus del covid, della malaria e della scarlattina.
Jole Giuliano sembrava aver cominciato benino, ma di lei si sono perse le tracce. Qualcuno dice che flirta con la maggioranza, lei lo smentisce, ma il voto di oggi sul Bilancio Consolidato rappresenterà un test concreto al di là di ogni congettura.
Però, a dirvela tutta, ci siamo anche rotti un po’ le scatole.


Perché anche Casertace accusa stanchezza in certi momenti, e non è più possibile che ogni volta – e stavolta senza neppure l’aiuto in aula consiliare dell’ariete Dario Abbate – dobbiamo garantire la tenuta del quadro democratico supplendo alla sacra funzione dell’opposizione, assumendoci una responsabilità che non abbiamo ricevuto dal popolo sovrano, anche se, dati alla mano, Marcianise ci ama tanto, ci odia tanto, ma ci segue tanto al quadrato.